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Prova

Aston Martin DBS


Avatar di Mario Cornicchia , il 30/10/07

16 anni fa - Supercar senza compromessi

Muscoli e canotta non sono un binomio indissolubile. Lo dimostra la DBS, supercar senza compromessi che i muscoli li tiene ben fasciati in un abitino leggero nel tessuto ed elegante nel taglio. 510 cavalli, 302 km/h, 1700 chilogrammi scarsi, 243.300 euro.

COM'E' Ne avessero mai sbagliata una questi inglesi di Newport Pagnell.Nella storia Aston Martin di figlie bruttine difficili da accasare non ce ne sono, come se DB stesse per Drammaticamente Belle. L'eleganza si tramanda di generazione in generazione e se signori si nasce, le Aston lo nacquero. La DBS conferma la tradizione in pieno e sfata definitivamente il mito della famiglia DB4/DB5 di sportive pesanti come casseforti, vestendosi con un abitino in fibre pregiate e valorizzando la cavalleria del suo V12. Le cose belle costano: 243.300 euro.

SIAMO PARENTI Se proprio un difetto stilistico alla DBS devo trovarlo, sta nella sua eccessiva somiglianza con la V8. È più lunga, più larga, più sportiva, ma a volte si fa fatica a distinguerle se non per dettagli. La DBS è l'opera prima in Aston Martin di Marek Reichman, giovane e talentuoso Design Director che nel suo curriculum mette lo zampino matitato nello stile della Rolls-Royce Phantom. Mica male. E con la DBS adatta lo stile della V8 alle prestazioni del V12, senza perdere di vista l'eleganza.

CINQUE BARRE La calandra si alleggerisce di qualche barra e ne monta soltanto cinque, cinque bei listelloni cromati che aumentano il flusso di aria nel motore e che rendono il musone lungo da squalo della DBS più racing con meno orpelli possibile. Il paraurti anteriore è più nervoso, con tagli necessari all'aerodinamica, così come la parte bassa delle fiancate è tagliata da nervature e minigonne che con grande eleganza assolvono il loro compito aerodinamico.

BRANCHIE LUMINOSE Sui lati non mancano le tradizionali, sensualissime branchie Aston Martin che incorporano una fila di led per indicare la direzione e che sono il punto di partenza per la bella piega in rilievo che segna il fianco. In coda, lo spoiler si allunga e sotto il paraurti un diffusore in un pezzo unico di fibra di carbonio provvede a tenere stabile la coda in velocità e a incorniciare i due tuboni di scarico.

LIGHTWEIGHT Elegante e sportivo quanto serve senza scanottarsi, l'abitino di alta sartoria è anche hi-tech. E soprattutto leggero. Il cofano, bucato il giusto per far respirare il V12, è in fibra di carbonio, una vera bellezza che è un peccato verniciare e che non è da escludere che in futuro sia possibile avere anche con la fibra a vista da abbinare magari al nero metallizzato per la carrozzeria e al grafite per i cerchi.

FIBRA PREGIATA Ma il cofano non è l'unico dettaglio in fibra di carbonio,c'è fibra pregiata anche nei deflettori aerodinamici anteriori, nei pannelli delle portiere, nei supporti degli specchi e nel coperchio del bagagliaio.Le altre parti, in alluminio o in plastica robusta e leggera, si appoggiano su un telaio tutto in alluminio rivettato e incollato. Per unpeso totale inferiore e 1700 chilogrammi.

ALLUMINIO TORNITO Anche all'interno la magica miscela di eleganza e racing style continua. Stile sobrio e lineare per la plancia, rivestita in pelle, con la consolle in alluminio o, optional, nella finitura piano black tanto di moda ora, che nella parte alta incorpora lo schermo a scomparsa del navigatore satellitare. Pomelli in vero alluminio tornito popolano la consolle e, sul tunnel centrale, non manca il portacenere estraibile in cristallo acidato, nascosto per l'occasione sotto un coperchio in alluminio massello massiccio.

FORD STYLE Le portiere riprendono nel rivestimento interno lo stile magnifico della V8, con la barra maniglia/bracciolo a sezione quadrata che per la DBS è in fibra di carbonio come la parte superiore della portiera, trattata opaca per non perdere di vista lo stile anche per i dettagli racing. In tanto buon gusto stonano un po' componenti Ford, come le leve ai lati del volante, l'accendisigari e tutto il software del Gps e di setup. Per i sedili si possono richiedere due splendidi gusci sportivi in fibra di carbonio e kevlar che fanno scendere il peso di altri 20 chilogrammi.

ANGLOTEDESCA Telaio da auto da competizione e meccanica all'altezza della situazione. Il V12 6.0, costruito a mano come tutti i motori Aston Martin nella fabbrica tedesca di Colonia, mette a disposizione 510 cavalli a 6500 giri e 570Nm di coppia massima a 5750 giri. La versione stradale del V12 che spinge in pista le DBR9 e le DBRS9 spinge invece su strada la DBS da 0 a 100km/h in 4,3 secondi e fino a 302 km/h trovando una autobahn tedesca libera. Il cambio è manuale a sei marce, selezionate con la grande leva in alluminio a forma di tibia.

CARBOCERAMICA Prestazioni da sportiva di razza, tenute a bada dafreni carboceramici Brembo grandi come pizze cinematografiche (398mm con pinze a sei pistoncini per le ruote anteriori e 360mm con pinze a quattro pistoncini per le posteriori) che si vedono attraverso i cerchi da 20 pollici, eleganti e leggeri nello stile segnato da dieci razze sottilissime e sdoppiate, disponibili anche color grafite.

ELETTRONICA AMICA L'ADS, Adaptive Damping System, è il controllore elettronico che sorveglia continuamente il lavoro delle sospensioni tenendo conto delle condizioni di guida e il pilota può scegliere tra una impostazione più confortevole e una più sportiva. Anche l'aiuto del DSC, il controllo di stabilità, può essere personalizzato su tre livelli: massimo controllo, Track Mode per dare libertà al pilota ma con la mano santa pronta a intervenire in caso di emergenza e completamente disattivato.

COME VA Accucciata, lunga ma non estrema. Trasmette una sensazione di potenza, di tecnologia sofisticata ma viene voglia di salirci con uno smoking Brioni da James Bond piuttosto che con la tuta ignifuga. Non ha rabbia, ma uno sguardo intelligente. Intelligente come le sue porte, segno che Marek ha buone idee che gli frullano nella testa. Si aprono come ali di libellula verso l'alto, con un movimento del braccio più naturale edevitando che fidanzate o accompagnatrici occasionali maldestre sbattano la portiera contro il bordo del marciapiede. Un movimento ottenuto con semplicità, senza strani e pesanti meccanismi, sfruttando un ammortizzatore a gas ben bilanciato per rendere leggera l'apertura e la forza di gravità per rendere facile la chiusura anche da dentro. Geniali e sexyssime.

PANCIA GONFIA Sportivo, accogliente e tecnologico anche l'interno, con bella pelle e la fibra di carbonio nella parte alta delle portiere, trattata opaca che trasmette l'idea di trovarsi a bordo di una vera supercar. Sedili comodi, forse anche troppo imbottiti sotto i lombi pur tenendo al minimo la regolazione del supporto, a cui forse mancherebbe la possibilità di adattare la larghezza delle guance laterali alla taglia delle maniglie dell'amore di ciascun pilota. Posizione di guida su misura e adeguatamente sportiva. E, come su tutte le Aston Martin e su molte supersportive, un po' di difficoltà a capire gli ingombri esterni, con la plancia gonfia al centro che fa perdere un poco la sensibilità al riguardo.

KRYPTONITE Il V12 si accende soltanto se disponete di un cristallo di Kryptonite, altrimenti incrocia e le bielle e non ne vuole sapere. La chiave è un parallelepipedo pesante in metallo e plastica lucida che a un capo ha una parte trasparente. Si infila in una fessura nella parte alta della consolle centrale e, premendo allo stesso tempo la frizione, la fessura si illumina di rosso e il V12 si avvia e la chiave si integra perfettamente come un logo Aston Martin. Vince il premio Chiave dell'Anno, ovviamente, anche se, sbagliando l'avviamento è necessario estrarre il cristallone e reinserirlo per un secondo tentativo.

OPERA N. DODICI Il V12 è pronto per intonare il Nessun Dorma del terzo atto della Turandot, voce possente ma piacevole a ogni regime, che si fa sempre ascoltare con grande godimento automobilistico. Come è facile da domare nella guida normale: la frizione è facile da dosare quanto il gas ese fate spegnere la DBS è meglio che pensiate a una berlina con cambio automatico. È un meraviglioso motorone adatto a tutte le situazioni:si fa accarezzare nel traffico con rapporti lunghi e regimi vicini al minimo senza sentirsi ferito nel suo ego da atleta impegnato in una corsa parrocchiale, e si fa frustare dal coach quando ci si vuole far premere contro i sedili dai suoi 510 cavalli. La spinta c'è sempre, non manca mai, senza buchi o attese anche quando si gira a regimi vicini allo spegnimento. E le sei marce si selezionano rapidamente, senza errori, anche se la leva in alluminio è forse troppo massiccia se non si hanno mani da Lerch, il domestico della famiglia Addams, e l'alluminio è gelido in inverno e intoccabile dopo una sosta sotto il sole.

CINQUCENTODIECI Sportiva vera la DBS appartiene alla fascia around-five-hundred, quella delle sportive non solo da indossare, quelle a cui si può dare la birra con una buona station wagon a gasolio, ma una di quelle con cui si corre sul serio e si fa a gara con le moto per prestazioni. Pur con le sue prestazioni estreme, la DBS si presta ad accompagnarci tutti i giorni nel casa-ufficio-casa, ottima terapia contro il logorio della vita moderna, meglio del cynarone. Il motore rende facile ogni manovra, il suo rombo allieta il viaggio e le sospensioni offrono un comfort che non stanca anche dopo ore al volante. Se la strada non è troppo dissestata si può perfino scegliere la regolazione più sportiva senza che la scelta debba attaccarsi al lavoro del vostro ortopedico.

SPORTIVA VERA Se la strada lo consente poi, la DBS è un vero gioiellone sportivo. Potenza ne ha ovviamente da vendere e, quando si spinge, mostra la sua vera natura racing. Il peso, all'85% contenuto all'interno del perimetro disegnato dall'impronta delle quattro ruote, non porta mai a reazioni violente e sconsiderate. Ma si sente la DBS reattiva, pronta a risposte svelte se richieste dal pilota, con una netta differenza in questo caso nelle reazioni a seconda della regolazione delle sospensioni. Più morbida e con più deriva negli scarti soprattutto della coda se si sceglie la regolazione comfort, secca e precisissima se si sceglie la regolazione sportiva.

ANCORATA Vi state facendo prendere la mano? Ci pensa la struttura sana della DBS ad avvertirvi che state esagerando o la mano santa elettronica se non sapete controllare manovre funamboliche fino in fondo. E se per la facilità spontanea di guida della DBS non vi accorgete che state viaggiando un poco troppo allegri, quando vi dovete confrontare con un ostacoli fermi o apparentemente fermi, i grandi dischi carboceramici sono pronti, anzi prontissimi a dare una mano a cavarsela: sono potentissimi ma altrettanto facili da dosare in ogni situazione, per rallentare nel traffico o per la staccata da prima variante di Monza. Great job guys.


Pubblicato da M.A. Corniche, 30/10/2007
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