Succede sempre così: un tamponamento in corsia Sud, e verso Nord, dove la carreggiata sarebbe libera come un’autostrada dei sogni, parte la processione.
Macchine che rallentano, conducenti con il collo ruotato a 90 gradi degni di un gufo, la corsia di sorpasso che diventa un parcheggio a scorrimento lentissimo.
Il fenomeno ha un nome preciso: “coda per curiosi”.
''Effetto curioso'': strada specchio dell'anima
La coda per curiosi si genera a causa di quell’irresistibile attrazione verso ciò che non ci riguarda, ma che ci sembra troppo succoso per non buttare un occhio.
Un po’ come sbirciare nel carrello della spesa del vicino alla cassa, ma con conseguenze assai meno innocue: rallentamenti chilometrici, rischi di tamponamenti e la trasformazione di un viaggio normale in un’odissea di clacson e di nervi a fiori di pelle.
La cosa buffa (si fa per dire) è che spesso si rallenta più per contare i lampeggianti dell’ambulanza, che non per reale pericolo. E così, mentre i soccorritori fanno il loro lavoro, noi ci ritroviamo a indagare sulla dinamica dell’incidente, come se fossimo investigatori improvvisati.
Risultato: mezz’ora di coda per un incidente. Sì, ma un incidente capitato nella direzione opposta.
Gli esperti di traffico lo confermano: non è l’ostacolo reale a creare la paralisi, ma il comportamento collettivo. Basterebbe mantenere la velocità costante e lo sguardo sulla propria corsia per evitare chilometri di disagi. Invece, la “cronaca in diretta dal finestrino” sembra essere diventata lo sport nazionale delle autostrade italiane.
All'epoca dei social
La coda per curiosi è il classico episodio, peraltro, in cui la tecnologia ci mette lo zampino: tra chi cerca di immortalare la scena con lo smartphone e chi azzarda un video per i social, il rischio non è solo rallentare, ma aggiungere nuovi incidenti a quello già in corso.
Una spirale che fa sorridere amaramente, perché basterebbe davvero poco buon senso per spezzarla.
La curiosità è un sentimento umano. Ma in autostrada, meglio resistere alla tentazione del “turismo da guardrail”. Perché un’occhiata di troppo può trasformare un ingorgo inutile in un incidente vero. E la prossima volta, il curioso rischia di diventare protagonista.
Buon controesodo. Con gli occhi che guardano avanti.