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Prova

Renault New Kangoo 2008


Avatar Redazionale , il 12/12/07

16 anni fa - E' più grande e versatile

La multispazio francese si rinnova da cima a fondo, cresce di una taglia e si presenta più versatile che mai. Si conferma così un'ottima alternativa alle station wagon e alle monovolume di taglia medio-piccola. Arriverà nelle concessionarie nel weekend del 9 e 10 febbraio 2008 con prezzi a partire da 15.200 euro.

FAMILY FEELING Ci sono auto che fingono a meraviglia clamorosi rinnovamenti di gamma che sono però solo di facciata e altre che invece cambiano davvero, da cima a fondo, ma che lo fanno con discrezione, quasi in punta di piedi. Il secondo è il caso del nuovo Kangoo, che debutta con una nuova generazione senza però stravolgere il look di quella attuale, ancora oggi un best-seller a ogni latitudine. D'altro canto, come dare torto a quelli della Renault? In certe situazioni, a voltare pagina c'è più da perdere che non da guadagnare.

EVOLUZIONE DELLA SPECIE Se non si può forse parlare di rivoluzione, occorre però dire che l'evoluzione è profonda. Vedendo il nuovo Kangoo accanto a quello "vecchio" la prima cosa che si nota è l'aumento delle dimensioni esterne, mascherato un po' dalla classica proporzione tra i volumi. Metro alla mano, il Kangoo mette su una taglia buona, con la lunghezza che cresce di 18 cm, fino a un totale di 421. Il passo fa a sua volta stretching e mette su 10 cm, arrivando a 270 cm. Stessa scena anche per la larghezza, che fa segnare un + 15 cm. Il perché della metamorfosi è presto detto: se il Kangoo attuale utilizzava il pianale Clio, il modello prossimo venturo impiega invece la base della Scenic.

TRA PARENTESI A livello estetico le novità principali sono i fari a goccia, al culmine di un frontale corto e massiccio, pettinato con la riga in mezzo. Molto particolari sono anche i montanti del parabrezza, leggermente arcuati e che sembrano quasi mettere l'abitacolo in una parentesi, chiusa poi dalla terza luce laterale. Completa poi tutto una coda dritta come un soldato sull'attenti e dominata da un portellone enorme. Questa soluzione è ottima per caricare oggetti ingombranti o per fare da tettoia in caso di maltempo ma che richiede l'assenza di auto o muri nelle vicinanze per la completa apertura. In alternativa, a richiesta, ci sono comunque le due ante che si aprono ad armadio.

LIEVITAZIONE NATURALE Con la carrozzeria che lievita, l'abitacolo diventa molto più spazioso. Lo spazio disponibile in larghezza è tanto e tre passeggeri adulti possono convivere sulla fila posteriore senza trovarsi a sgomitare. Stessa scena anche per tre eventuali seggiolini per bambini, che si sistemano senza fatica uno accanto all'altro. Le ginocchia hanno ora lo stesso grande spazio che avrebbero sull'ammiraglia Vel Satis e c'è quasiuna spanna d'aria tra la testa e il tetto.

TRASPORTO ECCEZIONALE Sopra i posti anteriori può così essere montata unamensola a soffitto e sopra quelli posteriore un terzetto di cappelliere in stile aereo. I vani portaoggetti sparsi qua e là per l'abitacolo fanno totalizzare una capacità totale di 77 litri. Il bagagliaio vero e proprio ha invece un volume utile di 660 litri con cinque passeggeri a bordo (1.300 sfruttando ogni centimetri fino al tetto). In configurazione biposto, con i sedili posteriori ripiegati a formare un piano di carico piatto, la capacità sale fino a 2.600 litri, mentre sacrificando anche il posto del passeggero anteriore si possono caricare oggetti lunghi fino a 2 metri e mezzo. Per i trasporti eccezionali ci sono anche le barre sul tetto, pronte a trasformarsi in portapacchi che regge fino a 80 kg, grazie a un pratico snodo.

CINQUINA La gamma italiana sarà composta da cinque motorizzazioni,due a benzina e tre a gasolio, che faranno la parte del leone nella raccolta degli ordini. Quanto alle prime si tratta di due 1.600 da 90 e 105 cv, mentre il 1.500 dCi ha il monopolio del fronte diesel, nelle suetre versioni, da 70, 85 e 105 cv, quest'ultima disponibile pure con filtro per il particolato. Gli allestimenti previsti sono invece due: Kangoo "base" e Dynamique. Il primo è disponibile con i motori 1.6 90 cv, 1.5 dCi 70 e 85 cv ai prezzi di 15.200, 16.200 e 16.750 euro e ha di serie giusto il volante regolabile in altezza, il sedile posteriore frazionato, gli airbag frontali e la chiusura centralizzata.

SLIDING DOORS La versione Dynamique dispone in aggiunta tra le altre cose di alzacristalli elettrici, climatizzatore manuale, contagiri, portaoggetti tra i sedili anteriori e sopra il parabrezza, due porte laterali scorrevoli anziché una e tavolini posteriori tipo aereo. Questo allestimento si può avere con tutti i motori tranne che con il dCi da 70 cv. In questo caso i prezzi sono di 16.300 euro e 16.900 per i due 1.600 a benzina e di 17.850 euro e 18.450 per i due 1.5 dCi da 85 e 105 cv. Per quest'ultimo l'eventuale filtro per il particolato ha un costo di 500 euro.

DI VEDETTA A bordo del nuovo Kangoo si siede in posizione rialzata, giusto quel che serve per sfruttare al meglio l'ampiezza delle superfici vetrate. L'"effetto seggiolone" è comunque scongiurato, con pavimento e pedali alla giusta distanza dal piano di seduta e con i comandi sempre a portata di mano. L'unica lamentela può riguardare così il volante, che, comunque si regoli, resta sempre un po' troppo orizzontale. I passeggeri hanno di che stare allegri. L'accessibilità è ottima, con le pratiche porte scorrevoli che lasciano grande spazio per entrare e uscire. Una volta a bordo i centimetri abbondano in tutte le direzioni, specialmente per la testa, e i sedili si dimostrano soffici, come tradizione della Casa.

IN CATTIVITA' In movimento, si apprezza da subito il diametro di sterzata contenuto, che permette di manovrare bene anche in spazi angusti nonostante il taglio bombato del muso non sia il massimo per capire al volo quali siano i reali ingombri. La coda verticale è invece più facile da gestire negli accosti al millimetro. Complici le dimensioni della carrozzeria ragionevoli, il Kangoo non soffre dunque nemmeno se costretta alla vita in cattività tra le mura cittadine. L'ottima maneggevolezza è uno dei cavalli di battaglia di questo Renault.

VIA COL VENTO Uscendo sulle strade più aperte, l'adozione di sospensioni più votate al lavoro duro che non a quello di concetto si paga un po' rispetto alla "sorella di pianale", la Scenic. L'impressione è che il Kangoo dia meglio quando viaggia con un po' di zavorra a bordo. Con poco carico, il baricentro alto si fa un po' sentire nei rapidi cambi di direzione ed emerge anche una certa sensibilità al vento laterale, anche se per onestà occorre dire che nella giornata della prova tirava un'aria terribile, che avrebbe fatto comodo a Luna Rossa durante la Louis Vuitton Cup.

W LA SINCERITA' I leggeri ondeggiamenti della carrozzeria non sono comunque preoccupanti. Rispetto alla serie precedente, le carreggiate anteriore e posteriore sono più larghe di 121 e 118 mm e rendono questo Renault ben piantato a terra. Una volta coricato sulle ruote esterne, il Kangoo disegna le traiettorie senza sbavature, nonostante l'indole dello sterzo non sia sportiva. In ogni situazione le reazioni sono esattamente quelle attese, con una sincerità e una schiettezza a prova di neopatentato.

CI VUOLE ORECCHIO Anche sullo sconnesso a bordo vale la regola "più si è, meglio è", con le asperità che sono copiate a meraviglia senza sussulti quando a bordo c'è il tutto esaurito. Meno si sfrutta la portata utile, invece, e più il Kangoo tiene fede al suo nome e tende un po' a rimbalzare. Il comfort di marcia è comunque buono, con l'unico limite rappresentato dalla rumorosità, che si fa fastidiosa se si superano i limiti in autostrada. Sul banco degli imputati finiscono gli specchietti, grandi come televisori e fonte di sibili in velocità.

STESSA POTENZA In tema di motori, alla presentazione stampa la Renault ha portato le due punte di diamante delle gamme a benzina e a gasolio, il 1.500 dCi e il 1.600 16V entrambi accreditati di 105 cv. Anche se la potenza è uguale, i due propulsori non potrebbero avere temperamenti più diversi. Il turbodiesel parte un po' in sordina ai bassi, inizia a sgranchirsi un po' a ridosso dei 2.000 giri e quindi dà il meglio di sé fin quasi ai 4.000. Ai regimi intermedi la grinta non manca e permette di muoversi senza affanno anche a pieno carico. Insistendo sull'acceleratore si arriva anche a quota 5.000 giri ma non ne vale la pena. Meglio snocciolare una dopo l'altra le sei marce e ritrovarsi nella parte più favorevole della curva d'erogazione.

GLI ASSENTI HANNO RAGIONE Il 1.600 a benzina, abbinato a una cambio a cinque marce, ha invece una progressione più lineare. Dal minimo fino alla zona rossa non fa registrare brusche impennate o cambi di temperamento. Non graffia ma si distende bene guadagnando giri e allungando con discreta lena. Tra i due, il Kangoo mostra comunque una maggior affinità di coppia con il turbodiesel, anche se, a memoria,la scelta migliore potrebbe rivelarsi la variante da 85 cv. Non ha quella punta di sportività che si ha con i 105 cv ma ripaga con una curva di coppia più omogenea, a tutto vantaggio della fluidità di guida.


Pubblicato da Paolo Sardi, 12/12/2007
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