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Moto Guzzi California 1400 Touring


Avatar Redazionale , il 18/11/12

11 anni fa - In sella alla maxi-cruiser di Mandello del Lario, la Moto Guzzi California 1400 Touring

È stata tra le più ammirate in passerella all’EICMA, la primadonna di Mandello del Lario, e salirci in sella è puro piacere. La Moto Guzzi California 1400 Touring è l’ammiraglia di Guzzi e allo stile retrò abbina un’elettronica e un motore da prima della classe

CALIFORNIA DREAMIN’ Chi non se lo ricorda, alzi la mano: erano i primi anni 70 quando dall'America giungevano immagini che ritraevano eroici agenti della polizia, a bordo delle loro tonanti Moto Guzzi. Rispetto alle nostre però c’era qualcosa di diverso: la sella era più larga, il manubrio più alto, le pedane più grosse, tutto in generale era oversize rispetto alle normali V7. E, un po’ contro le aspettative, in Guzzi ricevettero tali e tante richieste, che si decisero: nacque così la California, una variante della V7 più americaneggiante. Oggi, la Moto Guzzi California 1400 Touring ricalca quei valori e quelle idee ma lette in chiave moderna. Motore fuori taglia, elettronica sopraffina e linee nostalgiche per tornare alla ribalta delle maxi-cruiser.

SI PARTE DA QUI Si è partiti da qui, dallo stile della nuova Moto Guzzi California 1400 Touring. L’ispirazione è indubbiamente quella degli anni ’70, non senza qualche tocco di modernità. Le citazioni stilistiche sono nel profilo della sella, nel maniglione cromato e i fianchetti laterali ispirati alla T3, oltre a un rapporto tra le dimensioni del serbatoio e del motore a favore di quest’ultimo, proprio come accadeva anni fa. Schiacciato all’interno della V formata dal bicilindrico, il serbatoio contribuisce a rendere più bassa e filante la California, anche grazie al notevole allungamento dell’interasse, ora 1.685 millimetri (contro i 1.560 dell’ultima California 90). Stile classico che contrasta con particolari moderni, come per esempio il faro posteriore a led che integra gli indicatori di direzione. La vista anteriore non è da meno, con un proiettore dotato d’illuminazione diurna con led, una primizia. Dulcis in fundo, non potevano mancare l’immenso parabrezza, manubrio a corna di bue e fari supplementari.

UN TIPO ENORME L’anima della Moto Guzzi California 1400 Touring è senza dubbio il nuovo motore. Ora i centimetri cubi sono 1.380 contro i precedenti 1.151, ottenuti grazie a un alesaggio di ben 104 millimetri. L’alimentazione prevede un inedito singolo corpo farfallato Magneti Marelli da 52 millimetri. Sulla California poi debutta la gestione elettronica del propulsore ride by wire, che permette di scegliere tra tre diverse mappe motore: Turismo, Veloce e Pioggia. Il pacchetto elettronico non finisce qui ma comprende anche controllo di trazione MGCT settabile sue tre livelli d’intervento (più l’esclusione totale), cruise control e ABS. Il risultato? 120 Nm a 2.750 giri, 96 cavalli a 6.500 giri e 15-20% in meno di consumo rispetto al vecchio 1200. A completare il lotto la nuova trasmissione, sempre a cardano (studiato ad hoc) ma ora con frizione monodisco a secco.

EFFETTO ELASTICO Come noto ai più, il motore bicilindrico a V trasversale ha un notevole problema di forze del secondo ordine. Tradotto: forti vibrazioni. Il moto rotativo longitudinale, infatti, genera forze decisamente fastidiose, figuriamoci poi nel caso di un big bore da 1.380 cc. Per ridurre le vibrazioni trasmesse dal motore al telaio, in Guzzi hanno pensato a un sistema di supporti elasto-cinematici, composti da una biella frontale, due biellette laterali e una serie di silent block che lasciano oscillare il motore filtrando tutte le vibrazioni. Il telaio di conseguenza è ultra rigido, mancando il contributo di rigidezza dato dal motore (non è più elemento stressato).

MISURAMI I numeri caratteristici del telaio sono spaventosi (più normali se guardati con occhio da cruiser): la doppia culla chiusa in acciaio ha un angolo di sterzo di 32°, avancorsa di 155 millimetri mentre l’interasse è da vero incrociatore: 1.685 millimetri. Nuova è anche la forcella, con steli da 46 e piedini per l’attacco radiale delle pinze Brembo a quattro pistoncini. Soluzione tradizionale invece per la sospensione posteriore, dove agisce una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico molla, mentre controcorrente la scelta delle ruote. Con disegno a millerighe, i cerchi hanno un diametro da 18 pollici all’anteriore e solo 16 al posteriore, che calza un poderoso pneumatico da 200/60.

ALL INCLUSIVE Ciliegina sulla torta è l’equipaggiamento di serie: è vero, 19.300 euro non sono pochi, ma di serie si ha già praticamente tutto: parabrezza alto, pacchetto elettronico, borse laterali e le varie cromature, tutto è compresso nell’offerta. Optional da segnalare tra la moltitudine di accessori è il bauletto, o meglio, il baulone: 50 litri di capienza, che sommati ai 35 di ciascuna borsa, portano il totale a 120 litri tondi tondi. La California Touring è disponibile in due colorazioni, Bianco Eldorado o Nero Ambassador. Più avanti, arriverà anche la versione Custom; ma questa, è un’altra storia. 

IN QUESTO SERVIZIO
Casco Shark EvoLine serie3
Giubbotto Alpinestars T-Fuel
Pantaloni Alpinestars Axiom Kevlar
Scarpe Alpinestars Fastback Waterproof
Guanti Spidi

BEN FATTO So bene l’importanza che la Moto Guzzi California 1400 Touring ricopre per la Casa di Mandello e proprio per questo il rischio è alto: creare una forte aspettativa per poi deluderla non è mai un bell’affare, ma a quanto pare in Guzzi lo sapevano a loro volta e hanno operato in maniera certosina. Non c’è niente da fare, ovunque guardo, ovunque cerco, non c’è un componente fuori luogo. Tutti gli accoppiamenti sono splendidamente realizzati e trasmettono una gustosa sensazione di solidità strutturale. E poi, i gusti saranno anche gusti, ma parcheggiata lì, nel suo Nero Ambassador, fa solo venire voglia di saltarci su.

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GIRO DI CHIAVE Si sta comodi sulla Moto Guzzi California 1400: la sella è bassa, il manubrio altino e le pedane vagamente avanzate, tutto per non sbagliare. Giro di chiave, pulsante d’avviamento e via, il mastodontico bicilindrico si sveglia dal letargo con uno scossone. Al minimo tutta la moto vibra, e anche forte, ma è solo questione di attimi: mossi i primi metri, infatti, le vibrazioni come sono arrivate svaniscono, segno dell’ottimo lavoro svolto per svincolare il motore dal telaio. E nonostante il peso elevato, la California è sufficientemente aggraziata per muoversi con disinvoltura. Facile, no?

SI PARTE! Pronti via, questo primo contatto prevede circa 200 chilometri di statali costiere, alternate da cuori di paesini. E, ancor prima di aprire le danze, a catturare l’esperienza Moto Guzzi California 1400 Touring è senza dubbio il nuovo motore. Il carattere è sempre quello dei bicilindrici Guzzi, intendiamoci, ma grazie alla cilindrata oversize, fin da poco oltre 2.000 giri c’è una mano forte a spingervi, quasi prepotente se si esagera con il gas.

CARATTERINO Come ogni Guzzi che si rispetti, la colonna sonora è da favola: al minimo non succede granché, ma basta ruotare anche poco la manopola per essere investiti da un rombo esaltante, da vera muscle bike. Anche la forza che è in grado di esprimere è gustosa, oltre alla spinta ai bassi regimi (tipica dei grossi bicilindrici), ci si può permettere di tirare la marcia fino a 7.000 giri, senza accusare cali di potenza ma solo godendosi tanto motore.

LET’S DANCE Cominciano le curve e i tornanti, terreno (almeno sulla carta) non certo favorevole a mezzi come la Moto Guzzi California 1400 Touring. E invece… Comincia una danza sinuosa, fatta di curve pennellate come non mi sarei aspettato di fare, visto e considerato il target della California. Il telaio, in particolare, colpisce per la sua bontà e per come permette di guidare. Stacchi forte (buona la frenata), imposti la curva con il leggerissimo anteriore e la fai scorrere, senza maltrattarla, per poi goderti il motore tonante in uscita. Guidata così, la California si dimostra più sportiva di quanto non pensassi, un bestione che, se stuzzicato, sa staccare, piegare e accelerare quanto basta per togliersi i pruriti.

ELETTRONICAMENTE STABILE Altro asso nella manica della California è l’elettronica di bordo. Volenti o nolenti, c’è sempre più filtro tra il nostro polso destro e il motore vero e proprio ma nella California è solo un bene. L’acceleratore è sensibile tanto quanto un comando a filo, con il plus però dei gadget elettronici. Le mappe motore sono tarate a puntino, anche se la prescelta è rimasta quasi sempre la Turismo (molto irruenta la Veloce, troppo fiacca la Pioggia, almeno sull’asciutto). Anche il controllo di trazione è un gadget ormai irrinunciabile, considerata la ridondante coppia del motore. Il taglio, poi, non è mai brusco o fastidioso, al contrario la potenza cala solo quando serve e quanto basta. Un vero gioiellino elettronico.

NO LIMITS? La guida della California coinvolge e appassiona molto, tanto che succede di discutere delle pedane che grattano. E delle sospensioni che non copiano esattamente l’asfalto. E dell’eccessivo interasse. Ma ragionando, sono discorsi che su moto di questo genere mai mi sarei sognato di fare. Dopotutto, chi comprerebbe una moto del genere per limare le pedane?

NATURAL L’ambiente naturale di questa maxi-cruiser, comunque, restano le ampie statali intervallate da tratti autostradali. Qui, accessori come il cruise control e il parabrezza a mo’ di Chips, rendono il viaggiare un gran bel passatempo; solo le teste dei cilindri alla lunga scaldano le ginocchia. Anche la posizione di guida non è particolarmente comoda a lungo andare, in particolare la sella che, essendo un po’ cedevole, stanca un po’ le terga.

THE END Dopo questo prima sveltina con la California, sono un po’ confuso, nel senso buono del termine. È più sportiva di quello che mi aspettassi (anche se, sui tombini, avrei desiderato un po’ più comfort), con un carattere deciso e forte, dato soprattutto dal motore. Guzzi ha creato una moto validissima, sia per il carattere sia per le indiscutibili prestazioni. Nulla da invidiare alla concorrenza, anzi: sulla maggior parte degli argomenti la California può scontrarsi con i colossi del settore e uscirne a testa alta.


Pubblicato da Alessandro Codognesi, 18/11/2012
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