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IndyCar 2020

Alonso 21°, la Indy500 finisce nell'anonimato: "È mancato il ritmo e... la frizione"


Avatar di Salvo Sardina , il 24/08/20

3 anni fa - Il campione spagnolo deve rimandare l'appuntamento con la Triple Crown

Alonso, Indy500 chiusa nell'anonimato e senza frizione
Il campione spagnolo deve rimandare l'appuntamento con la Triple Crown (almeno) al 2023. Le sue parole dopo la deludente 500 Miglia di Indianapolis 2020
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DELUSIONE Tra i grandi delusi della Indy500, vinta dal giapponese Takuma Sato, non potrebbe che esserci Fernando Alonso. Il campione spagnolo, due volte iridato F1 che a Indianapolis aveva preso un appuntamento con la storia nel tentativo di portare a casa la leggendaria Triple Crown del motorsport – vittoria a Le Mans, a Indy e al Gp di Monte Carlo, che in passato solo Graham Hill è riuscito a conquistare – si è invece dovuto arrendere alla scarsa competitività, prima ancora che ai problemi di frizione che lo hanno fatto scivolare a un giro dai leader. È finita nell’anonimato di un ventunesimo piazzamento che, se non altro, migliora la mancata qualificazione dell’edizione 2019 e il ritiro per problemi al motore del 2017, quando a vincere fu sempre Sato al termine di una gara che, però, aveva visto Fernando tra i grandissimi protagonisti.

fernando alonso indianapolis fernando alonso indianapolis

MALINCONIA Le prime parole, Alonso, le ha affidate alle Instagram Stories sul suo profilo personale. “È la prima volta – ha scritto lo spagnolo utilizzando la celebre “When I See You Again” di Wiz Khalifa e Charlie Puth come malinconico sottofondo musicale mentre si allontana, in auto, dal mitico catino dell’Indiana – che porto a termine la Indy500. È una delle più grandi esperienze per ogni pilota, c’è adrenalina, pericolo, storia e velocità. Volevamo lottare per la vittoria ma non avevamo il passo e neppure l’esperienza necessaria. Avremmo forse potuto inserirci in top-10 ma non c’è stata neppure la fortuna (e la frizione), ma questi 200 giri sono così intensi da rendere memorabile ogni secondo al volante. Essere su una macchina in gara è un privilegio perché faccio quello che amo, gareggiare con rispetto. Grazie ai piloti, ai team, agli sponsor, alla IndyCar, ai giornalisti e ai tifosi che ci hanno fatto sentire il loro affetto anche da casa. È la gara più pazza del mondo! Ci vediamo, America”.

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PROBLEMI Insomma, un messaggio di affetto e orgoglio da parte di chi sa bene che Indianapolis e la Tripla Corona saranno un miraggio almeno per le prossime due stagioni, visto l’impegno con Renault in Formula 1. E poi chissà, visto che, nel 2023, di anni Fernando ne avrà 42 (ma è pur vero che Sato oggi ne ha 43). “Abbiamo fatto fatica sin dall’inizio – ha spiegato Alonso in conferenza stampa – a causa del sovrasterzo. Continuavamo a cambiare il bilanciamento nei pit-stop riducendo l’incidenza dei flap anteriori fino a quando poi non ho iniziato a trovarmi bene con l’auto. Al giro 110 ero intorno alla quindicesima posizione, che poi era anche il posto in cui volevamo essere, prima che si presentasse questo problema alla frizione che non sapevamo proprio come risolvere… Abbiamo finito la gara senza frizione e quindi, a ogni sosta, dovevamo spingere l’auto per ripartire. Ci è costato un giro, non potevamo ottenere di più. Sono però felice di aver tagliato il traguardo”.


Pubblicato da Salvo Sardina, 24/08/2020
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