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Prova

Saab 9-5 BioPower


Avatar Redazionale , il 06/11/06

17 anni fa - Crescono le prestazioni, scende l'inquinamento

Crescono le prestazioni mentre scendono l'inquinamento e la dipendenza dal petrolio. Il bioetanolo mantiene su strada le promesse fatte sulla carta e conquista pian piano il mercato svedese. All'estero c'è molto fermento sul tema e qualcosa inizia a muoversi anche da noi.

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BOOM Un successo così non se lo aspettavano nemmeno quelli della Saab. Da quando sono state inserite in listino, nel luglio del 2005, le versioni BioPower alimentate a bioetanolo della 9-5 hanno trovato la bellezza di 11.500 clienti. Nel 2006, la motorizzazione BioPower 2.0t ha rappresentato l'80% delle vendite del modello sul mercato interno svedese, iniziando anche a raccogliere 300 ordini anche nella vicina Norvegia. E ciò nonostante un prezzo di circa 1.000 euro superiore alla corrispondente versione a benzina e il fatto che il bioetanolo dia più vantaggi sul fronte della coscienza ecologica che su quello del conto in banca.

PRONTI AL BIS Ora alla Saab sono pronti a rilanciare e a introdurre sul mercato un'altra versione alimentata a con il carburante E85 (composto - come la sigla lascia intuire - dall'85% di bioetanolo e dal 15% di benzina, che serve a favorire le partenze a freddo). Si tratta della 2.3t, che può già contare su 700 prenotazioni e che dovrebbe via via sbarcare pure in Gran Bretagna e in altre parti dell'Europa del Nord.

SOTTO PRESSIONE Rispetto alla gemella a benzina, la 2.3t BioPower impiega semplicemente valvole e relative sedi più robuste e componenti dell'impianto di alimentazione (serbatoio, pompa, condotti e raccordi vari)compatibili con il bioetanolo. Con l'E85 non occorrono dunque nuove tecnologie motoristiche o i serbatoi pressurizzati tipici delle auto a GPL o metano. Questo combustibile ha inoltre un numero di ottano molto superiorea quello della benzina (104 RON contro 95). Ciò permette di aumentare la pressione di sovralimentazione e l'anticipo dell'accensione, a tutto vantaggio delle prestazioni ma senza il rischio di battiti in testa o pre-detonazioni.

A TUTTA FORZA Grafici alla mano, per la 2.3t il passaggio dalla benzina all'E85 assicura incrementi di potenza e di coppia del 14 e dell'11%. Si passa dunque da 185 cv a 210, mentre i Nm salgono da 280 a 310. In termini di prestazioni, una 9-5 berlina alimentata con E85 va da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi e ne impiega 11 per riprendere da 80 a 120 in quinta. I tempi sono invece rispettivamente di 8,5 e 12,6 secondi quando nel serbatoio è utilizzata benzina.

FLEXY FUEL Non bisogna infatti dimenticare che le Saab BioPower possono utilizzare indifferentemente l'uno o l'altro carburante e rientrano nella famiglia della auto cosiddette "flexy fuel". Il massimo sarebbe viaggiare sempre a E85 ma in sua assenza basta fare rifornimento dove capita e affidarsi alla centralina Trionic. La sua elettronica rivede automaticamente i parametri di gestione del motore in funzione della qualità del combustibile. Per ogni proporzione tra E85 e benzina c'è sempre la soluzione giusta.

DOPING Su strada l'effetto dopante dell'E85 si fa sentire. La 9-5 2.3t BioPower fila via liscia come l'olio con un filo di gas, pronta a tirare fuori gli artigli e a balzare in avanti ogni volta che si solletica l'acceleratore. Il tiro è robusto sin dai regimi più bassi ma questa non è una novità per una Casa come la Saab, che si occupa di turbo sin dalla notte dei tempi. Il partner ideale di questo motore è il cambio automatico con funzione sequenziale, che assicura cambiate morbidissime ed esalta le doti di grande passista della 9-5.

PIU' BIO DI COSI'... I vantaggi assicurati dall'impiego di bioetanolo vanno però ben al di là dell'incremento prestazionale. Questo è un carburante rinnovabile, in quanto ottenuto da prodotti agricoli (mais e canna da zucchero in primis), biomasse come la paglia e i residui boschivi (i risultati migliori pare si ottengano partendo proprio dalla cellulosa e non dall'amido) oppure altre fonti, come anche le vinacce. A differenza di quanto accade con i derivati del petrolio, il suo impiego incrementa di poco i livelli di CO2 nell'ambiente. Le emissioni prodotte dalla sua combustione sono in gran parte compensate dalla quantità di CO2 rimossa dall'atmosfera tramite la fotosintesi durate la crescita dalle colture usate per la produzione di bioetanolo. Con benzina e gasolio, invece, si va a immettere nell'aria CO2 di origine fossile, inizialmente nel sottosuolo. Complessivamente, il saldo a favore dell'E85 per la voce CO2 può arrivare a un - 80%.

LIBERI TUTTI L'altra grande sfida del bioetanolo è liberarsi dalla schiavitù dal petrolio. In Brasile, dove il fenomeno è nato molti anni fa, il risultato è già a portata di mano. Da quelle parti possono contare su superfici coltivabili quasi sconfinate, tanto che si possono anche permettere il lusso di esportare parte dell'etanolo prodotto. Altrove, invece, la questione si fa più complessa, anche se in realtà come il mid-west degli Stati Uniti ci sono le potenzialità perché una produzione rilevante di bioetanolo parta già nel medio periodo.

IN ATTESA DELL'IDROGENO Nel Vecchio Continente si devono invece fare i conti con una superficie coltivabile più limitata. Tuttavia, un'attenta gestione delle biomasse potrebbe dare nel tempo i suoi frutti, mentre sul fronte opposto la progettazione ad hoc di motori pensati già per viaggiare a bioetanolo potrebbe ridurre il consumo e di conseguenza il fabbisogno, oggi ancora un po' altini. Fatti due conti, in Svezia sperano di viaggiare tutti a biocarburanti entro il 2020, ferma restando la consapevolezza che il punto di arrivo saranno comunque le auto a idrogeno.

PER LEGGE A spingere per una maggior diffusione del bioetanolo è anche laComunità Europea, che ha recentemente emanato una direttiva con cui chiede agli stati membri di far salire al 5,75% la quota di mercato dei biocarburanti entro la fine del 2010. Neanche a dirlo, in Svezia sono già abbastanza avanti: delle 3.000 pompe di carburante presenti nel Paese, circa 300 distribuiscono il combustibile E85, che a oggi copre già il 2,5% del carburante per autotrazione. Il Governo svedese sostiene il bioetanolo applicando una tassazione ridotta sul carburante (che dal canto suo avrebbe allo stato attuale delle cose costi di produzione più alti della benzina), incentivi fiscali e creando parcheggi gratuiti per chi viaggia con auto "flexi fuel".

E DA NOI? Qualcosa si sta muovendo anche in Germania, nel Regno Unito, in Svizzera, Olanda, Belgio e presto alla lista si aggiungeranno anche Francia e Spagna. E l'Italia? Le Saab BioPower si potrebbero in teoria acquistare ma in pratica dalla nostre parti siamo ancora in alto mare. Comprando l'auto non si saprebbe dove rifornirsi di etanolo, mentre chi volesse aprire una pompa non saprebbe a chi vendere il prodotto. Un vicolo cieco? Forse no: in questo periodo sta partendo un progetto pilota nella città di La Spezia. Qui l'amministrazione comunale e provinciale si sono impegnate far realizzare due distributori e ad acquistare 3 autobus e 10 auto a bioetanolo, mentre altre 90 vetture dovrebbero essere comprate per esempio da piccole e medie imprese, taxisti e corrieri.

NIENTE INCENTIVI Si tratta di un punto d'inizio, di qualcosa utile a spezzare il circolo vizioso. A dare un impulso potrebbe essere anche la Fiat, qualora ritenesse di poter sfruttare a suo vantaggio le esperienze che ha maturato in Brasile. Il Governo, invece, per il momento tace ma, a giudicare almeno dall'ultima finanziaria, pare poco propenso a utilizzare la parola "incentivi" per gli automobilisti...


Pubblicato da Paolo Sardi, 06/11/2006
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