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Editoriale

Valentino Rossi fa benissimo a perdere


Avatar di Emanuele Colombo , il 20/12/20

3 anni fa - Cari Briatore e Gresini, ecco perché Rossi fa bene a continuare

Flavio Briatore e Fausto Gresini vs Valentino Rossi
Per Briatore dovrebbe ritirarsi, per Gresini il suo tempo è finito. Cosa dovrebbe fare, ora, Valentino Rossi?

PAROLE PAROLE PAROLE Prima Flavio Briatore e poi Fausto Gresini, questa settimana, si sono espressi contro la determinazione di Valentino Rossi di continuare la sua carriera in MotoGP nel ruolo di pilota. ''Consiglio a Valentino Rossi di smettere perché vogliamo ricordarlo come un grande campione'', ha detto il manager di Verzuolo qualche giorno fa. E secondo l'ex pilota e team manager imolese, sarebbe ''triste vedere Valentino Rossi 13°, ogni cosa ha il suo tempo''.

ESEMPIO DI DEDIZIONE Troppo vecchio, senza una moto realmente competitiva, non più all'apice della carriera e della forma fisica per sopraggiunti limiti di età, Valentino continua a correre. Sognando un mondiale? Non credo proprio: troppo lucido, troppo consapevole. Eppure corre. Scende in pista tutte le domeniche, prova, sviluppa, si allena. Con determinazione, dedizione, concentrazione, professionalità ed esperienza. Tutto per prendere la paga ogni volta da ragazzini che lui stesso ha ispirato e, direttamente o indirettamente, ha contribuito a far crescere. A diventare campioni.

LA NATURA DELLE COSE E DELLO SPORT Dovrebbe mollare? Io credo di no. Assolutamente no, se non gli garba. Nessuno rimane al top per sempre - è nella natura delle cose - ma non c'è vergogna nel dare il 100% anche quando si parte già battuti. Sono i perdenti a permettere che ci sia un vincitore e Valentino, il Dottore, il mito, accetta il ruolo di chi non aspira più alla vittoria, ma costringe comunque tutti gli altri a tenere alta la guardia.

Valentino Rossi (Yamaha) Valentino Rossi (Yamaha)

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ANNI SPESI BENE Personalmente trovo triste - questo sì - quando un campione ebbro del successo perde la motivazione e spreca il proprio talento per rincorrere una vita di eccessi. Il primo che mi viene in mente è il tennista Björn Borg, ma tra calciatori, giocatori di basket ed eroi del baseball la lista potrebbe essere lunga. Valentino non fa niente di tutto ciò. Non ha mai sprecato nemmeno una goccia del suo talento e oggi continua a mettere sul piatto l'esperienza accumulata in una carriera formidabile. Forse irripetibile per varietà e spessore.

ATTORE NON PROTAGONISTA Con la sua partecipazione al Mondiale, colui che fino a pochi anni fa era incontrastato e inavvicinabile re del suo mondo continua a contribuire alla grandezza dello spettacolo, pur non essendone più il protagonista. C'è abnegazione e generosità, in tutto questo. E vera, inestinguibile passione. Quanti primi attori accetterebbero un ruolo da comprimari per mettersi al servizio della rappresentazione? Lo sport prima del campione, il pubblico prima dell'ego.

LA FORZA DEL CAMPIONE Oggi Valentino è d'esempio per tutti coloro che, a tutti i livelli e in tutte le professioni, non sono e non saranno mai al primo posto. Valentino non è più un pilota di riferimento, ma in questo suo arrivare 13° è diventato un Uomo di riferimento. Non corre più solo contro gli avversari, ma anche contro l'età, contro una posta in palio sempre meno allettante e, soprattutto, contro una bella fetta del suo pubblico e contro la sua immagine di vincente assoluto. Corre contro il suo stesso mito. E la serena volontà di farlo è probabilmente la più grande dimostrazione di forza che abbia dato in tutta la sua carriera. Forse proprio oggi, con la dignità che dimostra nel perdere, è ancora più campione di prima.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 20/12/2020
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