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Strategie

Oltre la Pandina: quali brand cinesi (forse) produrranno in Italia


Avatar di Lorenzo Centenari, il 03/03/24

9 mesi fa - Panda a Pomigliano fino al 2027, ma al Governo non basta. E tratta con...

Non solo Panda: quali nuove fabbriche di marchi cinesi in Italia?
Produzione Panda a Pomigliano fino almeno al 2027, ma il Governo cerca partner esteri. Oltre che con Tesla, trattative anche con...

La conferma che Fiat Panda (quella attuale, non Panda nuova generazione) non traslocherà dal Belpaese almeno fino al 2027, è una buona notizia. Sia per coloro che ogni giorno timbrano il cartellino all'ingresso del sito di Pomigliano d'Arco sia, da Nord a Sud, per tutti i ''patrioti'', visto che dall'industria dell'auto passa una discreta quota del Pil nazionale. Viva Panda e la nuova serie speciale, quella tenera Pandina che declina in chiave tecnologica l'auto più amata dal popolo tricolore a quattro ruote. Ma per dirsi al riparo dallo spettro della deindustrializzazione, nemmeno il progetto Panda, al sistema italiano, può bastare. Serve incrementare la produzione auto, serve affiancare a Stellantis uno o più Costruttori esteri, sostiene il Governo. Solo così si raggiungerà quella soglia di 1,3 milioni di auto necessaria, secondo l'esecutivo, per recuperare competitività nei confronti delle altre potenze europee. Per lo meno, nei confronti della Francia. Viene riferito siano in corso trattative sia con Tesla, sia con tre Case automobilistiche cinesi. Sì, ma quali? Nota bene: non farti influenzare troppo dalla copertina, è solo una delle possibilità.

Fiat Panda a Pomigliano fino al 2027, ma si cercano altri player esteriFiat Panda a Pomigliano fino al 2027, ma si cercano altri player esteri

TESLA TALKS Intervenendo durante un’audizione parlamentare, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso affermava il 29 febbraio che il Governo sta ottenendo “un feedback positivo” dai colloqui con altri marchi automotive. Più in particolare, che è in contatto con Tesla da diversi mesi e che sarebbero in corso negoziati anche con tre marchi cinesi. Con l'azienda di Elon Musk, dialoghi in corso ma ''occorre prudenza'', afferma Urso. Un implicito riferimento alle traversie che Tesla sta incontrando in Germania, dove i piani di espansione della gigafactory di Berlino incontrano oggi l'ostilità delle autorità locali e degli attivisti: discorso in sospeso, quindi. Quanto ai brand di origine cinese: nomi ufficialmente non ne escono, si possono azzardare alcune ipotesi.

Gigafactory Tesla in Italia? Scenario remotoGigafactory Tesla in Italia? Scenario remoto

TO BYD OR NOT TO BYD La prima a balzare alla mente è chiaramente BYD, il colosso ''autarchico'' che mira a conquistare i mercati europei, almeno lato veicoli elettrici. L'amministratore delegato BYD per l'area Europa, Michael Shu, recentemente confermava a Reuters che il Gruppo era stato effettivamente contattato dal Governo Meloni. Questo, tuttavia, prima di battezzare l'Ungheria come sede della sua prima fabbrica europea. BYD non si è ancora impegnata per un secondo sito in Europa: attende i primi riscontri commerciali e finanziari, quindi è improbabile un impegno BYD su suolo italico. Non nel breve medio periodo, almeno. Quindi, altre idee?

BYD prende altre strade. Come l'UngheriaBYD prende altre strade. Come l'Ungheria

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ROTTA SU WOLFSBURG Di marchi cinesi in procinto di intensificare la propria presenza nel Vecchio Continente, non ne mancano di certo. Nessuno, tuttavia, ha sin qui manifestato un interesse ''concreto'' per un eventuale investimento nella Penisola. Non XPeng, che proprio in questi giorni ha semmai definito un accordo di collaborazione con Volkswagen per la produzione (in Cina) di auto elettriche per il mercato interno e l'approvvigionamento congiunto di componentistica.

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LA PISTA CHERY Avanti con altre speculazioni. Gli occhi sull'Italia li ha messi Geely, la più grande industria automobilistica privata del Dragone, proprietaria tra gli altri dei marchi occidentali Volvo, Polestar e Lotus e dei marchi cinesi Zeekr e Lynk&Co. Nel 2023, Geely annunciava l'intenzione di inaugurare a Milano il Geely Innovation Design Center: si parla, tuttavia, di un hub per la creatività e il design, non di stabilimento produttivo vero e proprio. Un discorso a parte è poi quello che ha per soggetto Leapmotor, marchio cinese in orbita Stellantis che dal 2026, stando ai rumor, avvierà la produzione di modelli full electric nel sito di Mirafiori. Ma dubitiamo si riferisse, Urso, a un caso particolare come quello di Leapmotor. Non hanno invece ''escluso'', in futuro, di aprire sedi in Italia, né Chery, oggi fornitore di DR Automobiles e impegnata nel lancio di modelli a marchio proprio (il SUV Omoda 5 e il sub-brand Jaecoo), né SAIC, proprietaria del marchio MG Motors, intenzionata a produrre anche in Europa (ma non necessariamente in Italia). Great Wall? No, sembra fuori dai radar.

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IL PUNTO Se di trattative tra Roma e l'industria cinese ce ne sono state, esse sono ancora a uno stadio embrionale. Tra gli interlocutori più probabili figura indubbiamente Chery, ma di progetti veri e propri in corso, ancora, non ce n'è. E di insegne di brand auto made in China non se ne vedranno in giro, almeno per un po'. Stellantis sempre la ''monopolista'', Pand(in)a ancora il prodotto di punta.

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Pubblicato da Lorenzo Centenari, 03/03/2024
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