Non è solo bella, ma addirittura bellissima la P39 GTH nella sua livrea color melanzana metallizzato. Peccato che il nome sia piuttosto criptico e anche il produttore non sia molto mainstream. Di che si tratta? La P39 GTH non è che una Porsche 911 Turbo S che il team di RML Group ha trasformato in una GT da endurance con tanto di targa. Continua a leggere per scoprire con quali credenziali.
Chi è il costruttore RML Group
Forse poco noto ai non addetti ai lavori, RML Group non è una startup nata dal nulla con la vana speranza di spennare qualche gonzo multimilionario. Invece è uno dei più importanti specialisti di ingegneria ad alte prestazioni del Regno Unito e porta su strada 40 anni di esperienza tra motorsport, progetti su misura e innovazioni hi-tech.
Alla RML si deve, ad esempio, una pregevole reinterpretazione in serie limitata della Ferrari 250 GT SWB del 1959, rifatta su base Ferrari 550 Maranello con una carrozzeria completamente in fibra di carbonio.
Il codice P39 inserito nel nome dell'auto non è casuale: indica che la GTH è il trentanovesimo progetto di RML dalla sua fondazione nel 1984 da parte del pilota-ingegnere Ray Mallock. Tra i più noti, il prototipo elettrico NIO EP9, detentore di record al Nürburgring, sviluppato sotto il nome P31 e dotato della tecnologia batterie VarEVolt.
Un’auto da pista con la targa
Grazie alla sua expertise, RML Group ha una certa credibilità quando propone la GTH come la GT definitiva: capace di tempi da record in pista ma con omologazione completa per l’uso stradale.
Il cuore è sempre il sei cilindri boxer biturbo da 3,7 litri della Porsche 911 Turbo S, ma portato a livelli folli di potenza grazie alla mano della (questa sì famosissima) Litchfield Motors: dai 640 CV e 800 Nm del motore originale, si passa a 920 CV e 1.000 Nm di coppia.
La potenza viene scaricata su tutte e quattro le ruote tramite la trazione integrale e il cambio a doppia frizione a otto rapporti. Risultato? 0-100 km/h in 2,4 secondi, velocità massima 330 km/h e un tempo stimato al Nürburgring Nordschleife di circa 6:45 minuti: roba da 911 GT2 RS Manthey.
Per arrivarci, la GTH utilizza soluzioni da pista: aerodinamica attiva, DRS, appendici regolabili e un carico massimo di oltre 920 kg a 285 km/h, superiore a quello di una 911 GT3 RS.
La carrozzeria è un widebody in fibra di carbonio, più largo di 9 cm e più lungo di 16 cm rispetto a una Turbo S, mentre dietro ai cerchi monodado troviamo un impianto frenante con dischi carboceramici e pinze anteriori a 10 pistoncini.
Per pochi clienti molto facoltosi
Esotica e rarissima, la RML GTH sarà prodotta in soli 39 esemplari, di cui 10 in versione speciale per celebrare i 40 anni di RML. Questi ultimi avranno dettagli esclusivi negli interni e upgrade inclusi, come il Performance Pack e il Track Pack con assetto regolabile, roll-bar posteriore e rimozione dei sedili posteriori.
Il primo esemplare ufficiale mostra le possibilità di personalizzazione quasi infinite offerte ai clienti. La carrozzeria è in Storm Purple con cofano e tetto in carbonio a vista e cerchi dorati, con pinze freno grigio scuro e loghi dipinti a mano in oro.
Dietro, domina un enorme alettone a due elementi regolabile in base alla modalità di guida, mentre gli interni sono rifiniti con cuciture e cinture di sicurezza color Crayon, inserti in carbonio tinta carrozzeria e roll-cage anch’esso in Storm Purple.
Il prezzo non è stato comunicato, ma certo sarà proporzionato a un modello così esclusivo. Del resto, tutti i 39 esemplari sono già stati riservati.