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Prova su strada

Mini Cabrio


Avatar di Mario Cornicchia , il 14/07/04

19 anni fa -

Molti hanno perso la testa per la Mini e anche la Mini ora perde la testa, con una capote ingegnosa (e silenziosa). Il carattere rimane...

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COM'E' Si apre ma non perde nulla della sua faccia ormai inconfondibile da generazioni. Non si trasforma in coupé, non gioca a fare la spider e non sembra una carrozzina per bambini come alcuni tentativi precedenti. La silhouette rimane quella della versione con il tetto in lamiera e la Mini Cabrio porta un nuovo richiamo alla vecchia Mini: le cerniere a vista per il bagagliaio. 

ALLE TELE Nessun marchingegno strano, banditi i tetti in metallo dalla forma improbabile, per la Mini Cabrio la scelta è caduta su una bella capote in tela, dal sapore più romantico, più leggera e in grado di coprire le solite quattro cocuzze che è abituata a ospitare la Mini.

CABRIO PER TIMIDI Chiusa, aperta e Ferrarelle. La Mini Cabrio ha anche una posizione di mezzo tra le due canoniche. Si preme il pulsante sulla cornice del parabrezza (replicato sulla chiave telecomando) e il telo scorre all'indietro fino a fermarsi sopra le teste di chi siede davanti. Così si ottiene un grande tetto apribile (scorre per 40 centimetri e si può azionare fino a 120 km/h), comodo per tutte le stagioni.  

TUTTO DA SOLA Se si preme di nuovo il pulsante, il telaio della capote si stacca dal parabrezza e tutto il telo si piega ordinatamente dietro i sedili posteriori, in 15 secondi netti per l'operazione completa. Si piega così bene e in poco spazio che ingombra il minimo indispensabile la visuale e viene voglia di farsi stirare anche le camicie. Fa tutto da sola e abbassa completamente i vetrini posteriori che si possono comandare anche manualmente con i due tasti posti di fianco a quelli per la capote. 

CABRIO DEL TUBO Aprendo la capote si scopre il trucco. Per irrigidire al massimo la scocca e prendersi cura della sicurezza dei suoi ospiti, la Mini Cabrio si fa il ponte. Un tubo di alluminio grande come quello di un ponteggio che passa dietro i sedili posteriori e si snoda come un boa fino a formare due rollbar. Due piccoli poggiatesta e una carenatura tentano la mimetizzazione: non è proprio una scultura, ma è piuttosto efficace...

C'E LOAD... Problema delle cabrio è sempre quello dei bagagli, in termini di spazio e di facilità di carico. Anche la Mini Cabrio non fa eccezione alla regola, ma fa di tutto per facilitare le operazioni. Lo spazio a disposizione cuba 165 litri, 120 se si intende abbassare la capote e si regola la cappelliera sulla posizione più bassa, quanto basta per due borse (morbide, grazie...). Ma, come una piccola Porsche, con due posti posteriori un po' di fortuna, si presta a trasformarsi facilmente in una mini wagon con 605 litri di volume utile.

 ... E EASY-LOAD Non è un vero e proprio portellone, ma rende il carico più easy: si sganciano due leve all'interno del bagagliaio e la capote si stacca dalla carrozzeria, allargando la bocca in cui infilare i bagagli. Unito al portello che si apre verso il basso e che sopporta fino 80kg, l'Easy-load è un gran bel aiutino. Anche perché, abbassando gli schienali posteriori (che si possono bloccare con la chiave), la Mini Cabrio si presta anche a piccoli trasporti.

LE TRE CARAMELLE Anche per la Mini Cabrio la scelta è triplice: One, Cooper o Cooper S. La differenza più importante la fa la cavalleria sviluppata dallo stesso motore 1600 con, rispettivamente 90, 115 (grazie all'elettronica) e 170 (grazie al compressore volumetrico) cavalli. E poi allestimenti e dotazioni. Per tutte c'è il sensore di parcheggio in coda, doppio airbag frontale e laterale, l'Abs con Ebd e Cbc, l'indicatore abbassamento pressione pneumatici Runflat, sedile guida e volante regolabili in altezza, specchi e alzacristalli elettrici 

I PREZZI Al già esoso prezzo della Mini, la Mini Cabrio aggiunge circa 2.500/3.000 euro: 19.700 euro per la One, 21.750 euro per la Cooper e 26.100 per la Cooper S.

COME VA Pensata fin dalle prime battute del progetto Mini, la versione Cabrio non perde nulla della personalità Mini. L'atmosfera anche un po' troppo toy-car dell'abitacolo è in parte stemperata dalla plancia in tinta con la carrozzeria, disponibile di serie. Ma tutto rimane al proprio posto, con il bel tachimetrone al centro della plancia come tradizione comanda. Se si sceglie un nuovo optional, il cockpit-chrono, il tachimetro si sposta di fianco al contagiri, sul piantone di sterzo, e al centro compaiono i due strumenti rotondi del livello serbatoio e temperatura olio e acqua.

PROVA SPECIALE Il volante rimane piuttosto vicino alla plancia, costringendo a una posizione un po' raccolta, che fa tanto Rally di Montecarlo. Il sedile si abbassa bene fino in fondo e regge bene il gioco del baricentro basso della Mini. Ma si alza bene anche per gli struzzi che allungano il collo per riuscire a vedere i moscerini spiaccicati sui fari. Sempre troppo grande la boccia che fa da pomello del cambio, invito spudorato alla personalizzazione.

OPEN AIR La guida con il vento nei capelli (o quel che rimane) prevede diverse opzioni: con o senza zanzariera, con tutti e quattro i vetri sollevati o abbassati, con i vetrini posteriori abbassati o sollevati... in tutte le situazioni la Mini Cabrio è ben protetta da vortici fastidiosi che si attaccano al lavoro del vostro fisioterapista. Si sceglie la posizione in base alla quantità d'aria che si vuole ricevere, ma tanta o poca che sia, non è mai fastidiosa. Con vetri sollevati, zanzariera e riscaldamento acceso si può procedere alla gita invernale a cielo aperto senza problemi. Più cittadina la posizione intermedia, quella "tetto apribile", che crea fruscii fastidiosi in velocità.

CHIUSURA TOTALE Che la capote sia di gran qualità ci si rende conto quando si prova la Mini Cabrio chiusa. La prima piacevole sorpresa è che il telo non crea rimbombi fastidiosi e che la meccanica della Mini rimane silenziosa come se avesse il tetto in lamiera. La seconda è che la capote della Mini Cabrio è straordinariamente silenziosa aerodinamicamente: anche a velocità sostenute si avverte un minimo fruscio agli angoli del parabrezza, molto meno fastidioso di quanto lo sono a volte i fruscii di alcune berline. Chapeau (in tutti i sensi). Sul fronte visibilità, poi, il lunotto termico in vetro è sufficientemente grande per offrire una visibilità soddisfacente (e in manovra aiutano i sensori di posteggio), anche se il tubo rollbar ostruisce abbastanza la visuale.

VIAGRA THERAPY Rigido è rigido. Aver lavorato fin dall'inizio al progetto cabrio in parallelo alla Mini con il tetto in lamiera ha dato frutti succosi. Favorita anche dalle dimensioni compatte, la Mini Cabrio ha un telaio bello rigido, che non trasmette vibrazioni percepibili dal polpastrello umano anche nella marcia brillante su strade sconnesse. Rigidità che, oltre a favorire il comfort con assenza di cigolii e criccrac, migliora anche il piacere di guida. In realtà, la Mini Cabrio non ha nulla da invidiare alla Mini in termini di tenuta di strada, di precisione di guida e non manca l'effetto kart stradale tipico da sempre delle Mini. Lo sterzo è sempre molto diretto tanto da consentire di non muovere mai le mani dal volante, un po' pesante in manovra. Le reazioni sono sempre pronte e facili da gestire anche se ci si ispira nello stile di guida alla Mini che ha vinto il Rally di Montecarlo negli Anni 60.

RONZZZZ ZZ Se vi ispirate al Col de Tourini, forse il motore della Cooper (l'unico disponibile per la prima prova in anteprima) non è proprio il più adatto al vostro stile. Le marce sono più corte rispetto all'attuale Mini Cooper (ma cambieranno i rapporti del cambio anche sulla Mini) ma la quintalata supplementare non rende certo più atletici i 115 cavalli del millesei. La Mini Cabrio Cooper è molto agile e sembra disporre anche di più potenza fino a quando gira sotto i 2000/2500 giri ma quando si chiede di più, magari per un sorpasso, la risposta arriva assonnata.


Pubblicato da M.A. Corniche, 14/07/2004
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