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Prova

Mini Cooper S


Avatar Redazionale , il 17/05/02

21 anni fa - La bella e la bestia. Insieme.

La bella e la bestia. Insieme. Graziosa, affascinante e carica di appeal lo era già, la nuova Mini Cooper S, con quei tocchi moderni su base ricca di ricordi adolescenziali. Quell'espressione da piccola ammiraglia, vispa e maliziosa, nata per catturare gli amanti del bello.

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COM’E’ Mini Cooper S Appuntamento a metà giugno ai suoi 163 cavalli di potenza, alla presa d’aria sul cofano motore, alle spalle larghe, alla coppia di terminali di scarico. Eccola: la branchia lì davanti, sul cofano rialzato di 40 millimetri, i paraurti in tinta con la carrozzeria, i due tubi cromati che sbucano dal centro della coda, i coperchi dei radiatori a nido d’ape; e i fascioni laterali neri, i passaruota rivestiti, lo spoiler sul tetto. E poi il coperchio del serbatoio cromato, le frecce laterali bianche, i cerchi in lega da sedici pollici. Tocchi integrati in un’armonia di linee e rotondità.

CARINO QUI I sottoporta in alluminio con il nome di battesimo danno il benvenuto a bordo. Alluminio dentro, con neri e magnesi sparsi, pellami su sedili (sportivi e avvolgenti) volante, pomello del cambio – manuale a sei rapporti – regolazioni in altezza del sedile e del piantone dello sterzo perchè non si dica che non ci si sta, e il bagagliaio che rimane come nelle versioni già in commercio, ossia piccolo (150 litri) e decoroso abbassando la fila posteriore (670 l).

ACRONIMI IN BELL’ORDINE La Bmwmina racchiude nei suoi 1140 chilogrammi di peso a vuoto quattro posti sicuri (anche se non esattamente ampi e confortevoli, in particolare quelli dietro. Immaginabile). A domarla ci pensano ABS con ripartitore elettronico della frenata EBD e regolazione in curva CBC e controllo della trazione ASC+T disattivabile (tutti di serie) più il controllo dinamico della stabilità DSC (a richiesta). Quindi gli pneumatici runflat che danno l’addio alla gomma di scorta, garantendo 150 km di strada fino a 80 orari con la copertura a terra.

NUMERINI E non si ferma se non a 218 orari, in 7,4 secondi parte e arriva a cento all’ora, dietro al quattro cilindri di 1600 cc, alle sedici valvole, ci sono compressore e intercooler a sovralimentare, per portare la coppia a 210 Nm (l’80 per cento della quale disponibile tra i 2500 e i 6500) e mantenere i consumi – dichiarati – attorno agli 8,4 litri ogni 100 chilometri nella media UE, con parametri di emissioni Euro 4.

E COSTA? Il telaio sportivo "Plus" e la taratura specifica delle sospensioni non mancano, un po’ come il baricentro basso, la carreggiata larga, il passo lungo, gli sbalzi praticamente inesistenti. Sospensioni: l’asse anteriore presenta gruppi telescopici McPherson, quello posteriore è multilink, entrambi con stabilizzatore rinforzato. La Cooper S toccherà le prime strade italiane dal 6 giugno: il prezzo di listino è di 21.500 Euro.

COME VA

La vedi lì che ti aspetta, nel caldo di un parcheggio di metà maggio. La "due", cinguetta la hostess dietro gli occhioni, porgendo la chiave e indicando il giocattolino azzurro e bianco. Colori traditori, che fanno passare la piccola nata in quel di Oxford come una toy-car, da affrontare zufolando. Calma. Mano sulla maniglia, clunch, il finestrino si abbassa in modo impercettibile – lo percepiamo – a mo’ di cabrio: eccoti i sedili avvolgenti, l’effetto alluminio spazzolato della plancia, la corona del volante in pelle, il pomellone del cambio fin troppo grande nell’insieme, il poggiapiede in acciaio inox, l’acceleratore incernierato dal basso, stile Bmw..

DUE PIU’ DUE

Sguisciamo dentro, lo spazio non manca, anche perché la preoccupazione di lasciare posto al passeggero dietro non esiste: il fatto che, una volta posizionati per bene, tra lo schienale e il sedile della seconda fila ci stia un pugno, non interessa, ora, può invece far riflettere in fase di compilazione di assegno. O avete amici particolarmente bassi, o non ne avete, o semplicemente non li scarrozzate. Punto. Le regolazioni manuali del sedile accompagno rapidamente verso la postura ideale, insieme al volante che quando si sistema – solo in altezza, peccato – si trascina con sé il cipollone del contagiri. Inusuale e divertente.

SOUND DA COOPER

Ritroviamo leve e levette della Mini meno pompata, l’orologio da cucina che svetta dal centro, imponente, a omaggiare il passato e indicare velocità, benzina e temperatura dell’acqua, più qualche altra spiuccia, le due razze, spesse, del volante, che non facilitano troppo la presa. Prima, si va. Lo sterzo molto diretto è la cosa che si percepisce dopo metri cinque. Il rumorino infarcito dalla coppia di terminali, grazie al diametro maggiore e al risonatore nel silenziatore intermedio, vizia l’udito senza stressarlo. E ricorda a tratti il rumorino della nonna.

SCHIACCI E VA

Non c’è uno stacco di spinta nella scala del contagiri, non il calcio nella schiena che ci si potrebbe attendere, il compressore volumetrico e l’intercooler mettono insieme un’erogazione fluida, che parte sopra i mille e non si ferma fino a alla tacchetta del 7, corposa e massiccia, sempre. Non è una sportiva, ci dicono i mini-men, lo diventa se si vuole, ma nasce per non aver problemi di ingestibilità in città. Seconda e terza per divertirsi nel misto veloce, con qualche prima da rally, quinta per toccare i 190 chiacchierando con un tono di voce quasi da biblioteca, puntare i 200, superarli, accarezzare i 220; sesta per abbassare i giri, passeggiare e guardare il mare.

SEDERE LEGGERO

Avevamo buttato un occhio alla cartella stampa prima di iniziare il test-drive, notando una divisione dei pesi del 63 e 37 per cento, rispettivamente sull’asse anteriore e posteriore. Eccallà. Aggiungici le ruote davanti che si curano della trazione, e capisci che quella levetta del DSC (controllo dinamico della stabilità) non per nulla è stata promossa nell’equipaggiamento di serie, ma spesso è meglio lasciarla lì dov’è, sull’on. E infatti disinseriamo, per vedere l’effetto che fa.

OFF E ON

Partire senza lasciare metri di gomme sull’asfalto è già un successo, uscire dalle curve veloci senza essere tirati dal muso verso l’esterno, pure. Il sottosterzo non può in effetti mancare, visti i numeri e la trazione, e infatti non manca, così come la coda che si alleggerisce e tende a scomporsi se si decide di schiacciare un po’ e tirare le staccate, pur tornando da brava al suo posto, lasciando la sensazione di avvitamento allo stadio iniziale. Con la spia di fronte agli occhi spenta – e quindi DSC on – la tecnologia evita brutte sorprese, taglia il tagliabile, corregge il correggibile: la S è meno scorbutica e le lampeggiate di giallo che ogni tanto affiorano dalla palla dietro il volante, segnalano gli interventi della mano elettronica.

DA CONOSCERE

La potenza – tanta – davanti, va a toccare pure la risposta dello sterzo: diretto si diceva, ma a effetto calamita non appena si detta la traiettoria, come se impostando la curva si prendesse un binario del tram: utile, con le mani ben salde e la giusta concentrazione, per pennellare i tornanti, meno se si viaggia con due dita sul volante pensando a dove andare in vacanza questa estate. La stabilità aumenta se sotto, invece dei cerchi da sedici ci sono i quelli da diciassette (optional), più consoni oltre che più belli. Accessorio consigliabile, insomma. Se invece 1700 Euro in più non vi cambiano la vita, beccatevi il pacchetto "chili" – leggi cili – con cerchi, fari allo xeno, clima automatico, computer di bordo, sedili in stoffa/pelle e qualcos’altro.

PER SCHIENE FORTI

Capitolo sospensioni. Non è una sorpresa il fatto che siano rigide, bisogna scaricare a terra tutti quei numeri, in qualche modo. Non ne gioisce il comfort di marcia: la "esse" è nervosa, si prende un montante negli addominali ogni giuntura in autostrada, scoda cattiva, come dire potrei ma non lo faccio, nei curvoni a gas giù, appena arriva l’avvallamento, appena si corregge di quei millimetri. Ma alla fine resta lì, non tradisce, si scuote ma non tradisce.

ECCHE CAMBIO

Quel pedalino del freno così striminzito nasconde poi una forza da stare tranquilli: ben modulabile, non inchioda appena si sfiora, è del tutto proporzionato alle prestazioni della sportivetta. Pieni voti al cambio manuale a sei rapporti: non sa nemmeno dove stiano di casa le incertezze negli innesti, sia in progressione sia in scalata, è secco e preciso, comodo passeggiando, affidabile provando il tampone. In conclusione? Facile innamorarsi del giocattolone per grandi: bella, cattiva, elitaria. Da guardare e da farsi guardare. Emozioni di lamiera: evviva.
Pubblicato da Ronny Mengo, 17/05/2002
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