CONTROTENDENZA Con sempre più lettori che navigano da mobile, ultimamente è normale scrivere le prove evitando tanti tecnicismi. Stavolta, però, mi tocca andare controcorrente, perché la Audi SQ7 TDI mette sul tavolo una vera e propria bordata di nuove tecnologie, che richiedono un minimo di spiegazione. Per farla breve, questa prima versione S della stirpe Q7 va tremendamente bene e molto, molto forte: se vi basta sapere “quanto bene e quanto forte”, scrollate pure fino alla galleria immagini e leggete la parte sottostante, quella delle impressioni di guida. Io però consiglio invece di continuare qui sotto, perché stavolta gli ingegneri di Ingolstadt hanno tirato fuori dal cilindro soluzioni davvero rivoluzionarie, che vale la pena di conoscere per filo e per segno. Andiamo così alla scoperta del perché la SQ7 vada come va.
L’UNIONE FA LA FORZA La chicca più importante si nasconde dietro la sigla EAV e consiste in un compressore azionato da un motore elettrico, che fa gioco di squadra con due turbo che lavorano in serie e in parallelo. Per permettere alla SQ7 di fregiarsi del titolo di Suv diesel più potente del mercato, i tecnici hanno studiato un sistema di sovralimentazione multistadio per il nuovo motore V8 4.0. Ai bassi, prima cioè che i gas di scarico diano abbastanza forza alle turbine, pensa proprio il compressore elettrico a soffiare nei condotti di aspirazione, promettendo risposte immediate a ogni pressione sull’acceleratore. Per la precisione, si parla di tempi di reazione nell’ordine dei 250 millesimi di secondo, con una coppia massima di 900 Nm disponibile già a 1.000 giri (!) e costante poi fino a 3.250.
CHE GIRAMENTO DI PALE! Il primo turbo entra presto in gioco a dar man forte al compressore (che, dal canto suo, raggiunge i 70.000 giri al minuto!) ed è alimentato da una valvola di scarico. Il secondo viene invece chiamato in causa solo ai regimi più alti, dai 2.500 giri in su, quando il sistema di fasatura variabile Audi Valvelift System (al debutto su un diesel TDI) fa lavorare anche la seconda valvola di scarico di ogni cilindro e porta quindi i gas anche verso la seconda girante. In questo modo, quale che sia il regime del motore, le camere di scoppio hanno sempre un riempimento ottimale, a tutto vantaggio dell’efficienza complessiva. A conti fatti quelli dei Quattro Anelli si ritrovano con la proverbiale moglie ubriaca (la potenza è di 435 cv) e la botte piena (o forse si dovrebbe dire il serbatoio pieno, visto il consumo medio di soli 7,2 l/ 100 km). Per raggiungere simili risultati, tra l’altro, i motoristi non hanno lasciato nulla al caso, sistemando l’aspirazione sulle pareti esterne della V e l’intero complesso di scarico all’interno, riducendo gli attriti interni e portando la pressione del sistema common rail fino a 2.500 bar.
TUTTO IN RETE Per alimentare il compressore EAV, che sarà in futuro introdotto anche su altri modelli, serve una notevole potenza e qui entra in gioco un’altra primizia: una rete elettrica a 48V, che viene alimentata da una batteria agli ioni di litio. Questa stessa rete si occupa di dare corrente anche all’EAWS, la tecnologia di stabilizzazione attiva del rollio a comando elettromeccanico, che vede le tradizionali barre stabilizzatrici dividersi in due per lasciare alle ruote la massima libertà di movimento sullo sconnesso. Nella guida sportiva, tuttavia, il sistema accoppia le due semibarre, quasi azzerando il coricamento laterale. Il tutto con tempi inferiori rispetto ai sistemi idraulici simili.
GIROTONDO La SQ7 è proposta di serie con sospensioni pneumatiche regolabili ma per soddisfare i palati più esigenti nella guida, Audi propone a richiesta anche una centralina per la gestione integrata dell’assetto. Quest’ultima è capace eventualmente di comandare a bacchetta anche altri dispositivi, come il differenziale sportivo con sistema di torque vectoring, che centellina la coppia inviata a ciascuna delle ruote posteriori per migliorare stabilità e motricità, o lo sterzo integrale. Dietro questo nome si nasconde un raffinato sistema che consente al retrotreno di sterzare in fase o controfase rispetto alle ruote anteriori, muovendosi di ben 5°. Questa soluzione rende la macchina più stabile in velocità e al tempo stesso più maneggevole e reattiva nel misto stretto, una cosa non secondaria per un modello lungo oltre cinque metri (507 cm, per l’esattezza) e ben stazzato (2.345 kg in ordine di marcia), nonostante il largo uso di alluminio.
E LUCE FU Piazzata su cerchi da 20” gommati 285/45 (ma a richiesta le ruote possono arrivare anche ai 22”) e riconoscibile anche per gli elementi in grigio twilight opaco, la SQ7 sfoggia moderni fari a Led 3D, con disegno a doppia freccia, pronta però di nuovo ad alzare la posta. Nel listino degli optional ci sono infatti anche i proiettori Led Matrix, con luci di svolta intelligenti, capaci di accendersi in anticipo rispetto alle curve in base alle informazioni del navigatore, e abbaglianti composti da 30 diodi. Questi ultimi si attivano in modo selettivo per illuminare al meglio la strada senza abbagliare gli altri soggetti, individuati da un’apposita telecamera frontale.
DI TUTTO, DI PIU’ Gli ultimi pezzi forti a livello di accessori sono il sistema d’infotainment MMI plus, integrabile con due tablet Android per la zona posteriore, l’Audi Virtual Cockpit, schermo digitale da 12,3 pollici al posto della strumentazione con quadranti grigi, e impianti stereo molto raffinati, firmati Bose oppure Bang&Olufsen. Con simili tentazioni, sarà difficile che qualcuno si accontenti della pur ottima dotazione base (vedi allegato) e sarà quindi normale che il conto da saldare lieviti rispetto ai 97.200 euro di listino. E ora, finalmente, fuoco alle polveri: è ora di passare alla vera prova su strada.