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Master Driver

In pista a Monza con lo Chef Antonino Cannavacciuolo con Range Rover Sport SVR


Avatar di Mario Cornicchia , il 05/10/15

8 anni fa - Lo Chef Antonino Cannavacciuolo in pista all'Autodromo di Monza

“Sai che c’è Mario? Io sono un po’ contro il freno…” confessa lo chef Antonino Cannavacciuolo

LA PROVA DEL NOVE “Per te, Mario, è facile come per me affettare le zucchine fine fine. Ma in pista non è così facile” mi confessa Antonino Cannavacciuolo. Sono sicuro che alla prova delle zucchine me la caverei peggio di lui sulla Sopraelevata dell’Autodromo Nazionale di Monza. Un posto magico per gli appassionati, una emozione forte, la mia prova del nove prima di portare i miei ospiti di Master Driver in pista tra staccate, cordoli e traiettorie.

GRANDE CHEF O CHEF GRANDE? Chef Antonino è un grande chef ma è anche uno chef grande. Visti di fianco sembriamo Bud Spencer e Terence Hill in Altrimenti ci arrabbiamo e gli trovo una sportiva taglia XXL come la tuta ignifuga Sparco in cui lo costringo a infilarsi. Le mie pacche non lo scompongono nemmeno, le sue mi fanno volare come Bud Spencer va volare i cattivi in Lo chiamavano Trinità. Su una Range Rover Sport SVR, un attrezzo alto come un palazzo con 550 cavalli che ci sparano a 100 orari partendo da fermi in 4,5 secondi, la Sopraelevata sembra ancora più inclinata e si arriva a sfiorare i 200 a metà curva con una inclinazione laterale che nemmeno una Range Rover, da ferma, potrebbe tollerare senza ribaltarsi. 

APPETIZER Antonino Cannavacciuolo è un grande appassionato di motori, gli piacciono le auto e la velocità. Prima ancora di portarlo sulla magica Sopraelevata di Monza, però, metto alla prova la sua abilità al volante con un esercizio che mi consente di verificare e mettere a punto la sua sensibilità di guida, la sua sensibilità a dosare acceleratore, freno e sterzo.

EQUILIBRISTA Chi lo conosce, e conosce la sua cucina, non può non stupirsi di come, con le sue mani grandi come i cerchi da 22” della Range Rover Sport SVR, Antonino Cannavacciuolo riesca a comporre piatti di una raffinatezza estetica che alle mie mani normali richiederebbero pinzette filateliche. Lo stesso equilibrio si trova nel bilanciamento dei sapori nei suoi piatti, il medesimo equilibrio necessario tra gli ingredienti della guida sportiva, frenata, sterzata e accelerazione, per andare forte e sicuri tra i cordoli.

GUIDA! MICHELIN TI GIUDICA Ho chiamato il primo esercizio “Vale una Deviazione” come il significato delle sue due stelle Michelin: se siete dalle parti del lago d’Orta le due stelle della Guida Michelin vi indicano che una deviazione fino al suo ristorante, Villa Crespi, è consigliata. Nel primo esercizio Chef Antonino deve affrontare una curva in accelerazione e fermarsi alla fine, dove un Omino Michelin lo attende con l’indice puntato. Attento Antonino, frena! “Eh, dalla Michelin passo una vita a essere giudicato,” dice sorridendo Antonino “jamme va”.

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PIEDONE LO CHEF 550 cavalli sono tanti e il piedone taglia 46 di Antonino Cannavacciuolo affonda un poco troppo sull’acceleratore e usciamo dalla traiettoria. Giro dopo giro però la sua sensibilità si affina e percorriamo tutta la curva tra i birilli. L’Omino Michelin è salvo.

SONO CONTRARIO AL FRENO “Sai che c’è Mario? Io sono un po’ contro il freno…” mi confessa lo Chef bistellato. “Antonino, anche io preferisco il pedale destro a quello sinistro ma in pista il tempo si fa frenando bene, innanzitutto, e poi dosando l’acceleratore con la stessa sensibilità con cui tu scegli l’istante esatto della cottura.” Specie su un circuito come l’Autodromo Nazionale di Monza, un circuito tra i più veloci, non un circuito giostrina, una pista dove il pilota deve mostrare il pelo e ritardare la staccata il più possibile per fare il tempo e vincere.

MO TI SPADELLO “Antonino, hai mai fatto la Sopraelevata?” “Sì, tutti i giorni, prima di andare a lavorare” Ok, è il momento della Sopraelevata, “Ti faccio provare cosa provano le zucchine quando le spadelli”. Dopo i primi tentativi Antonino Cannavacciuolo mi confessa: “Sai Mario cos’è, ho paura di decollare, non ce la faccio”. Ma secondo voi, uno che a 24 anni ha il coraggio di prendere in gestione una struttura come Villa Crespi e farla diventare un tempio della gastronomia, può lasciarsi scoraggiare dalla Sopraelevata del Tempio della Velocità? No di certo, “Vai Antonino, jamme guaglio’!”.

SFOGLIA ‘O CAZZ Ce l’ha fatta, ce l’ha fatta, non avevo dubbi. E il suo entusiasmo lo vedete nel video. La magica Sopraelevata ha conquistato un altro appassionato. Antonino Cannavacciuolo è cotto a puntino. Ed è pronto per la pista. “Ma in pista non è così, eh? Meglio, diciamo”. “Sì Antonino, è liscia, come una sfoglia.” “Eh sì, sfoglia ‘o cazz…”. Riuscirò a tentarlo a infilarsi veloce tra i cordoli come il coltello sulle zucchine? Come si dice in questi casi: stay tuned.

Con le pacche per ora ho vinto io, 7 a 5.


Pubblicato da M.A. Corniche , 05/10/2015
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