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Prova su strada

Mazda3 SkyActiv-D 1.5: il piccolo turbodiesel supera la prova


Avatar Redazionale , il 17/05/16

7 anni fa - Finalmente nella gamma c'è un’alternativa furba alla Mazda3 2.2 a gasolio

La Mazda3 SkyActiv-D 1.5 è strategica, un’alternativa furba alla sorella 2.2. Il suo motore #turbodiesel è molto raffinato

I PUNTINI SULLE I Per il lancio della nuova Mazda3 SkyActiv-D 1.5 mi guardo bene dall’usare la parola downsizing, il cui significato va in un certo modo al di là del semplice ridimensionamento. A volte – lo ammetto - ho sottovalutato un po’ come questo concetto abbia attorno un certo alone di negatività. La nuova versione della compatta giapponese, invece, non porta con sé rinunce o l’idea che con lei la Casa stia tirando la cinghia. E’ semplicemente strategica, un’alternativa furba all’unica versione a gasolio sinora presente nel catalogo della 3, una 2.2 da 150 cv perfetta per i maratoneti della corsia di sorpasso ma un po’ sovradimensionata rispetto alle esigenze di una famiglia media.  La parola giusta allora qual è? Facile: rightsizing, perché stavolta, come recita l’etichetta di certi capi, one size fits all, una taglia veste tutti.

ARRAMPICATA SOCIALE Con il nuovo SkyActiv-D 1.5, la Mazda punta dunque al cuore del segmento C e pare finalmente pronta a scalare le classifiche di vendita. D’altro canto, a un paio d’anni dal lancio, la sua linea è immutata e freschissima, perfetta espressione di quel Kodo Design diventato un filo conduttore nella gamma Mazda, fatto di linee fluide e filanti. Quanto a sostanza, poi, questo modello non ha niente da invidiare alla miglior concorrenza. Gli ingegneri sono riusciti a sfruttare bene le dimensioni generose della carrozzeria (lunghezza, larghezza e altezza sono nell’ordine di 447, 180 e 145 cm) realizzando un abitacolo accogliente per tutti i passeggeri e con un bagagliaio capace (da 364 a 1.263 litri). Il resto lo fanno arredi curati, con dettagli raffinati e dall’aspetto premium. La parte alta della plancia e delle porte, per esempio, è degna di una berlina di rappresentanza e anche nella parte bassa le plastiche e gli assemblaggi sono a prova di pignoli e criticoni.

ATTORE PROTAGONISTA Tornando allo SkyActiv-D 1.5, il motore è di ultimissima generazione, come dimostra una scheda tecnica con i fiocchi. Tra gli highlight di questo quattro cilindri spiccano per esempio il basso rapporto di compressione (14,8:1), pistoni con un cielo a uovo, disegnato per ottimizzare la combustione, e spinotti dotati di un sistema di smorzamento dinamico (Natural Sound Smoother), che migliora la silenziosità e stronca sul nascere molte vibrazioni. Non mancano poi l’intercooler raffreddato ad acqua, la doppia valvola EGR per il ricircolo dei gas di scarico e, restando in zona, l’ormai immancabile filtro anti particolato. Non c’è invece alcun sistema di trattamento ulteriore dei gas: già così questo motore rispetta la normativa Euro 6.

CHE NUMERI! I suoi numeri al banco sono di tutto rispetto. La potenza massima è di 105 cv a 4.000 giri, mentre la coppia è di 270 Nm. E attenzione a dare il giusto peso a questo dato: in termini di picco c’è tra le rivali anche chi fa di meglio ma qui il valore rimane costante tra i 1.600 e i 2.500 giri, proprio in quell’intervallo della curva di erogazione fondamentale nell’uso quotidiano. Quanto alle prestazioni pure, in abbinamento al cambio manuale a sei marce (ma a richiesta se ne può avere anche uno automatico, sempre a sei rapporti) la velocità massima è di 185 km/h, mentre le pratica 0-100 è archiviata in 11 secondi netti. A completare il quadro mancano solo consumi ed emissioni. Nel ciclo misto di omologazione, i primi sono di 3,8 l/100 km mentre le seconde sono di soli 99 g/km di CO2.

NASCE RICCA Per finire con le cifre e prima di mettersi al volante, non resta che parlare di soldi. La Mazda3 SkyActiv-D 1.5 è declinata in due varianti: Evolve, a 23.600 euro, e Exceed, a 24.850. La prima sarebbe in teoria la “base” ma questa definizione le calza stretta come una seconda a Valeria Marini. Di serie monta infatti, tra le altre cose, i cerchi in lega da 16”, il navigatore, il clima automatico bizona, i sensori di parcheggio posteriori, i fari bi-xenon, il cruise control, i vetri posteriori scuri e il volante multifunzione. L’allestimento Exceed vede i cerchi diventare da 18” e prevede in aggiunta la telecamera posteriore di assistenza al parcheggio, il sensore Rear Vehicle Monitoring, la smart key, lo stereo Bose in luogo di quello standard.

COME VA Dopo tante belle parole, non nascondo di essere arrivato a provare lo SkyActive-D 1.5 con grandi aspettative e in questi casi - l’esperienza me lo insegna - la delusione è spesso dietro l’angolo.  Il turbodiesel di Mazda è invece uno che mantiene le promesse e inizia a dimostrarlo da subito, sin dai primi giri dell’albero motore.

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IN PUNTA DI BIELLE Parole come vibrazioni e rumorosità non sembrano far parte del suo vocabolario: si avvia in punta di… bielle e anche a freddo non ha la sonorità secca tipica di altri diesel della stessa categoria. Il suo funzionamento continua a essere vellutato anche quando si comincia a schiacciare sull’acceleratore. Questo turbodiesel sale di giri con brio e, cosa più sorprendente, lo fa con la massima naturalezza, senza apparente fatica. Anche quando il sistema i-stop lo mette a riposo durante le fermate, per poi richiamarlo in servizio al momento di ripartire, tutto avviene in modo molto discreto.  Difficile chiedere di più a un turbodiesel in un contesto urbano.

ALLUNGA IL PASSO Lo SkyActive-D 1.5 non si sente però un pesce fuor d’acqua nemmeno quando le case si diradano e gli orizzonti si allargano. Sui percorsi extraurbani mette in campo una buona progressione e non si fa pregare quando c’è da passare dal trotto al galoppo. Il meglio lo offre comunque nell’arco di giri in cui la coppia è sui valori massimi e fino a poco più di 3.000 giri. Certo, volendo è possibile tirargli il collo fino a più di 5.000 giri (!) ma è una condotta che non paga. Da quota 3.500 circa la spinta si fa più  blanda ed è meglio passare al rapporto successivo in anticipo, sfruttando anche la buona manovrabilità del cambio e il fatto che le marce siano ben scalate.

SENZA RIMPIANTI La notevole silenziosità del motore è una benedizione anche quando si viaggia in autostrada, dato che permette di macinare chilometri in tutto relax. Nemmeno da-casello-a-casello, insomma, si ha modo di rimpiangere il fratellone 2.2, a meno che non si sia di quelli che amano fare la roulette russa con il tutor e che raccolgono sistematicamente il guanto di sfida lanciato dagli automobilisti dal piede più pesante.

AFFINITA’ DI COPPIA Con queste caratteristiche, non serve la sfera di cristallo per pronosticare al nuovo SkyActive-D 1.5 un futuro da best-seller nella della gamma Mazda3: sembrano fatti davvero l’uno per l’altra. Lei è infatti una macchina molto versatile, che si presta bene a un impiego a 360° in cui non si perda mai di vista la qualità del viaggio e il piacere di guida. Il passo lungo e la notevole impronta a terra fanno di questa due volumi una proposta di grande spessore, una perfetta passista che si dimostra ben piantata sulle quattro ruote quando si vuole prendere d’infilata una serie di curve.

QUESTIONE DI GUSTI Le ultime parole le voglio dedicare al cambio automatico, che può essere un optional interessante da scegliere per chi usi intensamente la macchina dentro e fuori dalla città. Il suo funzionamento è dolce, la scorrevolezza in rilascio è notevole e la selezione delle marce avviene con logiche sensate. E’ davvero raro che si debba entrare in scivolata sull’acceleratore per scalare due marce in un colpo solo, mentre per la guida sportiva si può agire sulla leva e sfruttare le funzione sequenziale, con innesti piuttosto rapidi.


Pubblicato da Paolo Sardi, 17/05/2016
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