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Prova su strada

Triumph Street Cup: prova, prezzo, caratteristiche. Guarda il video


Avatar di Andrea  Rapelli , il 25/01/17

7 anni fa - La Triumph Street Cup è la sorella pepata della Street Twin

Triumph: derivata dalla Street Twin, la Street Cup dà gusto sul guidato, infondendo tranquillità e sicurezza

CAFE' RACER Che la Triumph Street Twin sia una moto piacevolissima da guidare non è un mistero. Naturale, quindi, che i ragazzi di Hinckley abbiano concepito una declinazione più pepata, ispirata allo stile café racer: la Triumph Street Cup, che sono andato a provare sulle strade intorno a Siviglia.

POSIZIONE AD HOC Chiariamo subito: il bicilindrico parallelo Euro 4 da 900 cc con manovellismo a 270° sviluppa gli stessi 55 cavalli a 5.900 giri della Street Twin, così come lo stesso valore di coppia (80 Nm a 3.230 giri). Della partita è anche il gas ride by wire. Cosa cambia, allora? Soprattutto la posizione di guida, influenzata dal manubrio più basso e un poco più avanzato. Allo stesso modo, il pilota siede leggermente più alto (la sella qui è a 780 mm, 750 mm sulla Street Twin) e in posizione più arretrata.

PIU' AGILE Mica finita: per avere più agilità in ingresso curva i tecnici hanno alzato la moto al posteriore, con sospensioni specifiche. Che però conservano la stessa corsa degli ammortizzatori della Street Twin, pari a 120 mm sia davanti sia dietro. La forcella è una KYB con steli da 41 mm di diametro, i due ammortizzatori posteriori (sempre KYB) hanno il precarico regolabile. Infine, per una frenata dal sapore più corsaiolo, ecco arrivare la nuova pinza flottante Nissin a due pistoncini, che morde un disco da 310 mm.

TRACTION E USB Il capitolo sicurezza della Triumph Street Cup prevede, di serie, ABS e Traction Control disinseribile. Della partita è anche una presa USB sottosella mentre la strumentazione comprende, fra le altre informazioni, indicatore di marcia, autonomia residua, consumo medio e istantaneo... Fra gli optional sono poi previsti anche il cruise control e le utili manopole riscaldate.

STILE BRITISH Naturalmente, anche lo stile è stato aggiornato: la Triumph Street Cup diventa una café racer in piena regola grazie al piccolo cupolino, al fanale forgiato simile a quello della sorellona Thruxton R (così come strumentazione a doppio elemento e pedane), agli specchi alle estremità del manubrio, alla sella a proiettile con rivestimento superiore in alcantara e al coprisella a goccia facilmente rimovibile. Diversi i particolari rifiniti a mano, come i filetti applicati sul serbatoio, le strisce sui cerchi e i fregi sul motore. Tutto molto curato, sia alla vista sia al tatto.

DUE COLORI Avanti con la tavolozza colori: la Triumph Street Cup è disponibile in Racing Yellow-Silver Ice (con filetti Jet Black e strisce cerchi in giallo) oppure nell'accoppiata Jet Black-Silver Ice, con filetti e strisce cerchi color oro. Non mancano, inoltre, più di 120 accessori per ritagliarsi la propria Cup su misura. Roba da perderci il senno...

ANCHE DEPOTENZIATA L'ultima buona notizia è riservata ai giovani motociclisti, perché anche chi ha la patente A2 potrà - grazie all'apposito kit di depotenziamento - guidare la Street Cup, e gustarsi il rombo tipicamente british dei nuovi silenziatori in acciaio inossidabile accorciati e alleggeriti, con finitura Satin Black. 

PREZZI Infine, ecco il listino della Triumph Street Cup: per portarsela in garage ci vogliono 10.600 euro, sia che scegliate il grigio/giallo sia che preferiate il nero/grigio con filetti oro (è proprio questo il mio preferito). Niente male la scadenza tagliandi, ogni 16.000 km. Adesso, però, cliccate sul Come va per sapere come è andata su strada.

SOLO CURVE Mentre guido sulla meravigliosa strada che porta ad una miniera sul Rio Tinto, teatro della prova della Triumph Street Cup, non posso fare a meno di pensare che chi ha disegnato questo nastro d'asfalto doveva avere una passione infinita per tutto ciò che avesse le ruote. Credetemi, guidare qui - tra Huelva e Siviglia, più o meno - è sempre una gioia, qualunque sia la moto. 

DI NOME E DI FATTO Già perché, su strade come queste, difficile che un mezzo ne venga fuori male: vuoi per l'asfalto perfetto, vuoi per la disponibilità di curve di qualsiasi raggio, qui ci si diverte anche con i cinquantini o con moto da 300 kg. Nonostante questo, la Triumph Street Cup tiene fede al nome che porta, a partire dalla posizione di guida.

AVANTI MA NON TROPPO Grazie ai semimanubri si ha l'impressione di sentire di più la ruota anteriore da 18" rispetto alla Street Twin, ma senza che ciò porti alla distruzione dei polsi dopo pochi km. Le ginocchia sono piuttosto angolate e mi sento ben inserito nella moto: al limite, ogni tanto sfioro con la rotula destra il motore. Ma basta scorrere sulla morbida sella, a 780 mm da terra (quella della Street Twin è a 750 mm), per trovare la sistemazione ideale. Le manovre sono alla portata di tutti i fisici.

COLLO ALLENATO Certo, il piccolo cupolino in velocità fa quel che può, e cioè pochino: se sopra i 110 km/h il busto continua ad essere piuttosto protetto, da questa velocità in poi un discreto tsunami comincia a colpire i poveri muscoli del mio collo. A voler essere pignoli c'è anche qualche vibrazione a 4.000 giri su pedane e manubrio, ma bisogna davvero impegnarsi per accorgersene. Stilosa la strumentazione, con i due piccoli display che informano anche su autonomia, consumo, marcia inserita...

W LA COPPIA Il comando del gas ride-by-wire mi sembra sempre lievemente sporco nei primi gradi di rotazione, ma ci faccio presto l'abitudine. E poi, per fortuna, il bicilindrico da 55 cavalli difficilmente si sente in affanno. Certo è un motore che, come sapete, punta più sulla coppia - dà il meglio dai 3.000 ai 5.000 giri, grossomodo - che sulla potenza ma, diamine, questo è proprio quello che serve quando si guida su strada!

LE PIACE TONDO Terza piena, seguo come un segugio l'apripista: gli scarichi - leggermente più aperti di quelli della Street Twin - accarezzano i timpani con un timbro tipicamente british, scoppiettando di tanto in tanto. Il bello è che basta quasi sempre una decisa rotazione del gas per farvi uscire allegri dalle curve, non serve accanirsi con il cambio, per altro da dieci e lode, insieme alla frizione: la Cup chiede di essere guidata così, rotondi e puliti.

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SCORRI Fatela scorrere e lei sarà ben felice di accontentarvi. Non è infatti rapidissima a scendere in piega, nè a trovare la corda o nei veloci cambi di direzione: va accompagnata dolcemente in curva, anche con il corpo. Se lo fate, avrete in cambio una precisione nel mantenere la traiettoria impostata da urlo. Come dite, un'eventuale correzione a moto piegata? Don't worry, be happy! 

SOSTEGNI Forcella e ammortizzatori posteriori, con escursione da 120 mm, fanno il loro lavoro discretamente su questa moto, fornendo il sostegno necessario anche se si affronta una serie di curve con il coltello tra i denti. Ciononostante, non pensate di avere sotto il sedere una 600 race-replica: guidando in modalità qualifica, infatti, il reparto sospensioni si disunisce un po'. A ragione: la Cup, a dispetto del nome, non è pensata per girare in modalità time-attack...

ABS E TC Della stessa pasta sono i freni: il disco anteriore da 310 mm di diametro con pinza Nissin flottante non è un mostro né per potenza né per modulabilità della leva. Fortunatamente, il posteriore risponde prontamente alla minima pressione sul pedale. Anche l'ABS è discreto e difficilmente entra in gioco: bene così. Un filo più apprensivo il Traction Control che, comunque, si può mettere a tacere totalmente.

QUESTIONI DI CV Dopo una 30ina di km di curve da sbavo, arriva il momento di una breve sosta. Mi fermo, spengo il motore e osservo ben bene la mia Street Cup. Tintinnìo dell'acciaio che si raffredda. Non posso fare a meno di pensare che, con soli 55 cavalli sotto il sedere, mi sono divertito (quasi) come se ne avessi avuti il doppio! 

200 KG Certo la Cup non va intesa come una Street Twin pronto-pista, né vuole esserlo: è piuttosto pesante - 200 kg a secco - e non fa della velocità a scendere in piega o della cattiveria del motore le sue migliori doti. Tuttavia, ha finiture curatissime, così come gli assemblaggi e gli accostamenti cromatici, un bel sound, un cuore corposo e una ciclistica capace - e non è poco, credetemi - di divertire e rassicurare allo stesso tempo. 

NEOFITI E SMALIZIATI Considerando che è disponibile anche con kit di depotenziamento per la patente A2, mi sembra un'ottima nave scuola per chi vuole qualcosa di più sportivo della Street Twin. Ma ci sono tutte le carte in regola per divertire pure i più smaliziati. Insomma, la variante sportiva della famiglia Bonneville ha fatto centro ancora una volta.

IN QUESTO SERVIZIO 

CASCO BELL MOTO 3 Un Marchio che ha fatto anche la storia dei caschi, Bell (li usava Steve Mc Queen!). Così, se nell’era delle special altri produttori si buttano sul rétro e si ispirano ai caschi di una volta, Bell guarda nei suoi vecchi cataloghi e, con il Bell Moto 3, riprende un modello lanciato nel 1970. La forma della calotta in fibre composite è (quasi) uguale all’originale (in tre misure con quattro misure di calotte) ma nella mentoniera le feritoie diventano otto e mostrano una griglia in acciaio inox, l’imbottitura è moderna, antimicrobica, antibatterica, staccabile e lavabile. Ed è anche comoda, avvolge bene pur senza essere pesante o fastidioso. Il frontino si aggancia con cinque bottoni automatici ma il Bell Moto 3 non concede spazio alle sirene della modernità e la sua calotta non si apre in alettonate bocche di ventilazione, rimanendo fedele a se stesso. Non ha la visiera, non ha prese d’aria, non ha il visierino da sole a scomparsa, ma è maledettamente fiko…
Taglie: XS-XXL
Prezzo: 384 euro 

MASCHERA SNOB CAFE' Il nome, in questo caso, dice tutto: guardare la lente a dorata a specchio per conferma. Ma questa maschera Snob non è solo apparenza: la schiuma a doppia densità aderisce bene al viso, gli spifferi non arrivano agli occhi. E i profili in silicone dell'elastico - ben dimensionato - aderiscono bene alla calotta del casco. Roba da Milano-Cortina in un giro di Rolex...
Prezzo: 140 euro

GIACCA IXON MOTORS Un bel chiodo in pelle bovina, con inserti trapuntati su spalle e gomiti e fregi color bianco-crema. L'aspetto è vintage, la tecnologia no: dotato di imbottitura invernale completa estraibile (tiene caldo per davvero) ha due zip per la ventilazione sul petto, per l'utilizzo nella mezza stagione e inserti elasticizzati sui fianchi. Non ingessa troppo alla guida, non sembra di aver addosso un'armatura medioevale e si può indossare comodamente anche quando la moto rimane in garage. Nella norma le protezioni, presenti su gomiti e spalle, ma non manca l'inserto per il paraschiena. E la connessione con zip per i pantaloni. Quattro le tasche (più due nell'imbottitura) di cui una impermeabile.
Prezzo: 349,90 euro
Taglie: S-4XL

GUANTI IXON PRO 70'S HP Un guanto in morbida pelle di capra, comodissimo e molto caldo. Oltretutto, l'esterno è impermeabile e traspirante. Certificati CE, questi guanti dal sapore classico hanno il polsino piuttosto corto, con regolazione a bottoni, ma vanno d'amore e d'accordo con la giacca Motors. Morbide, inoltre, le protezioni sulle nocche. Anche dopo diverse ore di guida, non fanno male: sembra quasi di non indossarli.
Prezzo: 79,90 euro
Taglie: S-3XL

JEANS MOTTO WEAR CITY X Il segreto dei Motto Wear City X è il Kevlar, materiale resistente alle abrasioni ma allo stesso tempo confortevole, che riveste la zona delle ginocchia, le anche e il fondoschiena. In corrispondenza delle rotule c'è poi uno strato aggiuntivo di cotone nella parte interna, per un migliore resistenza termica al vento e al freddo. Il capitolo sicurezza prevede anche protezioni SAS-TEC omologate CE sulle ginocchia, che trovano posto in apposite tasche di cotone e, grazie al velcro, sono rimovibili e regolabili. In opzione, esistono protezioni CE KNOX in corrispondenza delle anche, pure loro fissate con il sistema del velcro. I jeans Motto Wear si possono tranquillamente lavare in lavatrice: basta rimuovere le protezioni e usare un programma delicato.

SCARPONCINI STYLMARTIN WAVE Pelle pieno fiore, profilo... alto e cura quasi maniacale nei dettagli: lo scarponcino Stylmartin Wave fa la sua bella figura dovunque, sia durante lo struscio in centro sia in moto. Purché sia vintage o café racer, si capisce. Impermeabili e traspiranti, hanno suola in gomma antiscivolo e antiolio e protezioni in PU in corrispondenza dei malleoli. Nella confezione non mancano due tipi di lacci diversi mentre la tomaia è solo in testa di moro. Il piede sta comodo, anche se la caviglia - a causa della forma -  è un poco costretta. Ma non fa mai male, nemmeno dopo 300 km in moto.
Taglie: 39-47

PARASCHIENA ALPINESTARS NUCLEON KR-1 Leggero e traspirante, questo paraschiena aderisce bene alle vertebre e, una volta indossato, sembra quasi di non averlo. Oltretutto, grazie al meccanismo di regolazione sulla parte bassa si adatta senza problemi a fisici diversi. Disponibile in cinque taglie, ha una protezione omologate CE di livello 2.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 25/01/2017
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