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MV Agusta Brutale 990R


Avatar Redazionale , il 05/03/10

14 anni fa - Grazie a un profondo lavoro di rinnovamento, la nuova Brutale diventa una moto più "umana" e utilizzabile tutti i giorni. Peccato, però, che il blasone si paghi ancora molto...

Grazie a un profondo lavoro di rinnovamento, la nuova Brutale diventa una moto più "umana" e utilizzabile tutti i giorni. Peccato, però, che il blasone si paghi ancora molto...

CHIAVE DI VOLTA La Brutale 990 R parcheggiata in cortile non è la solita MV. Me ne convinco nel momento in cui trovo a colpo sicuro la nuova chiave di accensione (con immobilizer) nel mio super-affollato "svuota tasche”. Sembra una banalità, ma chi ha avuto la possibilità di utilizzare una qualunque MV del recente passato, sa bene quanto la minuscola chiave d'accensione, di cui erano dotate, fosse introvabile e pericolosamente facile da perdere: nelle capienti tasche delle giacche da moto, in casa, in giro, ovunque.

GURU LATITANTI Il nuovo corso MV si nota, quindi, soprattutto nei particolari, piuttosto che nello stile delle sue moto. Al cospetto della recente Brutale 990R, infatti, il cambiamento è meno evidente; d'altronde, mettere le mani su un oggetto tanto ispirato era un lavoro possibile solo a qualche "guru” del design. E di guru del genere, al momento, in giro se ne vedono pochini… Ciò nonostante, si percepisce che qualcosa è cambiato e l'immagine della Brutale appare effettivamente più fresca e pulita, grazie a piccoli dettagli, come i nuovi specchietti, o il faro identico nella forma ma tutto nuovo al suo interno.

NON C'E' PIU' L'INCASTRO Per cogliere le vere novità (chiave a parte, quindi), l'unica cosa da fare è salirci in sella e apprezzare come, finalmente, in MV abbiano accettato che sportività e carattere non siano qualità necessariamente legate alla scomodità. Ora, infatti, in sella alla Brutale lo spazio non manca e non ci si sente più "incastrati” in una posizione obbligata e per giunta abbastanza scomoda. Del passato rimane solo la compattezza generale della moto, che si nota dal fatto che il tallone sinistro continua a toccare il forcellone mentre si guida.

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BRUTALE 2.0 Sia chiaro, l'impostazione generale non è cambiata e rimane autenticamente sportiva, solo c'è un diverso rapporto fra sella, pedane e manubrio, che permette di muoversi con più facilità in sella e gestire con più semplicità la moto. Questa Brutale 2.0, perciò, è diventata decisamente meno impegnativa in alcune situazioni molto comuni, ma che il carattere altero e puro della cattivissima nuda di Schiranna aveva sempre snobbato: il traffico o le manovre a bassa velocità. Insomma, come direbbe De Sica, volgarità…

ELOGIO DELLA NORMALITA'
Tuttavia, anche se chi ha sempre adorato la Brutale – e soprattutto chi l'ha comprata – non lo ammetterà mai, l'utilizzo quotidiano di questa moto è sempre stato una specie di "dolce tortura”, legata alla rigidità generale del mezzo, alla scarsa maneggevolezza a bassa velocità e al carattere veramente brutale di motore, frizione e freni. Bene, usando la nuova 990R, tutto questo è come magicamente svanito nel nulla e sua maestà Brutale si è trasformata in una moto (quasi) normale…

LE ALTRE ROSICANO Prima di essere linciato, però, chiarisco come questa normalità non sia assolutamente un difetto, bensì un enorme passo avanti rispetto al passato, capace di rendere questa MV molto più appetibile a un pubblico meno duro e puro, per quanto ancora dotato di una propensione all'acquisto tutt'altro che francescana. Mettiamola così: ora la Brutale ha molto meno da invidiare alle sue concorrenti in termini di trattabilità o facilità d'uso, mentre le concorrenti stesse continueranno a "rosicare” per il suo stile, le qualità dinamiche e l'allure che è in grado di esprimere.


ELETTRONICA D'UFFICIO A Schiranna non hanno dimenticato nemmeno la delicata questione dei gadget elettronici perché, nel 2010, una moto sportiva che si rispetti non può esimersi dall'offrire gestioni pluri-mappa o il controllo di trazione. La Brutale 990R li ha entrambi, anche se il passaggio da una mappa all'altra non offre chissà quale stravolgimento nel comportamento della moto. Si litiga un po' con il comando che cambia la mappa da Sport (quella che vi ritrovate a ogni accensione) a Rain (selezionabile solo a moto ferma, accesa e con la frizione tirata, schiacciando il tasto di accensione). In pratica, vi ritrovate in sella a una super-naked da 140 cavalli leggermente spompata, ma che va comunque molto forte.

GIUDIZIO SOSPESO Del controllo di trazione posso dirvi ancora meno, dato che, guidando la Brutale in questo inverno lombardo, il problema non era tanto la trazione al posteriore, ma riuscire a non mettere la ruota anteriore su una buca, sull'umido dietro a una curva, sul brecciolino e così via. Insomma, anche la moto migliore del mondo va guidata in condizioni perlomeno accettabili se si vuol dar fondo alle sue potenzialità. Per questo sul traction control vi rimando a quanto scritto da Stefano Cordara al momento della presentazione stampa della Brutale, avvenuta nei dintorni di Misano.

SPINTA GESTIBILE Tornando all'uso quotidiano, bisogna comunque ammettere che il lavoro fatto in MV sull'elettronica del motore ha dato risultati sorprendenti. Ora la spinta portentosa della 990R si gestisce senza patemi, grazie a un comando del gas dolce e privo del fastidioso effetto on/off delle vecchie generazioni di Brutale. Basta percorrere la prima rotatoria, o dover affrontare un rallentamento in autostrada, per accorgersene. Ciò non toglie che questa moto rimanga un oggetto da maneggiare con cura, ma solo perché circa 140 cavalli per 190 chili sono in assoluto un rapporto peso/potenza aggressivo.


PARCO GIOCHI È anche il motivo per cui qualunque strada mista diventa un vero parco giochi, se lo si percorre in sella alla Brutale; vuoi per il sound coinvolgente che esce dagli scarichi, vuoi per la progressione ostinata del motore o per la risposta sempre sincera e solida di telaio e sospensioni. Queste ultime, fra l'altro, mostrano una taratura "furba”, con una prima parte della corsa relativamente cedevole – alla quale va attribuito il maggior comfort della moto - cui fa seguito un comportamento più apertamente sportivo, facile da apprezzare nelle lunghe curve in appoggio, dove la moto corre (come in passato) su un ipotetico binario.

MEGLIO DIABLO CHE DRAGON
L'allungamento del passo e la forcella dall'inclinazione più aperta, poi, hanno donato alla moto reazioni più prevedibili quando si guida allegramente sullo sconnesso, mentre la maneggevolezza non è peggiorata. Questo perché la Brutale rimane comunque una moto molto compatta e reattiva, senza contare il contributo dato, in questo senso, dagli alleggerimenti di forcellone e cerchi, o l'apporto di calzature moderne come le Pirelli Diablo Rosso di primo equipaggiamento, decisamente meno estreme rispetto alle precedenti Dragon Supercorsa Pro.


SALDA A TERRA Ed eccoci ai pochi difetti che ho potuto registrare nel periodo di convivenza con la nuova Brutale 990R. Prima di tutto, nonostante sia stata rivista, la strumentazione utilizza ancora spie poco visibili, così capita di andare in giro con le frecce azionate anche quando non serve. In più il trip che indica i chilometri fatti in riserva riparte da zero ad ogni accensione, e così si rimane a piedi… Poi, rimangono un po' di vibrazioni fastidiose e, nonostante la raffinata centralina Marelli, i consumi rimangono un problema, con una media reale al di sotto dei 15 km/l. In compenso, sotto la sella c'è anche un po' di spazio per un antifurto:  non sarà "il” motivo per tirar fuori gli oltre 15.000 euro richiesti per questa moto, ma può essere uno dei tanti.
Pubblicato da Michele Losito, 05/03/2010
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