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Metzeler K-Cup, la gara


Avatar Redazionale , il 16/09/10

13 anni fa - In pista a Vallelunga nel trofeo Metzeler

Quarta e ultima tappa del nostro viaggio tra i trofei dei gommisti. A Vallelunga siamo ancora davanti ma non senza qualche sorpresa...

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COMODITÀ Dicono che l'uomo si abitui in fretta alle comodità. Il telecomando della TV e il telefono cellulare sono esempi lampanti di oggetti di cui oggi non possiamo fare più a meno, ma che quando non c'erano... non ne sentivamo nemmeno l'esigenza. I sistemi di assistenza alla guida di una moto sono un po' la stessa cosa. Non c'erano e andava bene lo stesso, le gare le abbiamo sempre fatte. Ma una volta che li hai... quando non ci sono ti innervosisci subito. L'ho provato sulla mia pelle una volta giunto a Vallelunga per la quarta tappa del nostro campionato itinerante. Dopo Mugello, Misano e Franciacorta, tocca al tracciato romano fare da scenario alla nostra iniziativa.

TOCCA A METZELER Il trofeo è la Metzeler K-Cup, challenge che si corre nell'ambito della Coppa Italia Velocità, che ha visto il suo battesimo proprio quest'anno e che ha come protagoniste le Metzeler Racetec Interact. Casualmente sono proprio loro i primi pneumatici con cui ho provato la BMW a Portimao e probabilmente anche quelli con cui la moto è stata sviluppata. In teoria, quindi, giochiamo "in casa". Ma tornando al problema della comodità, il venerdì mattina quando giro il quadro della moto noto che le spie di ABS e DTC se ne stanno belle accese e non si spengono nemmeno quando le ruote iniziano a girare per il canonico check.

PANICO In un secondo scatta il panico. Il pensiero di dover correre senza controlli mi scatena un'inquietudine che sarebbe del tutto ingiustificata, visto che fino all'anno scorso i controlli non li ho mai utilizzati. Ma, come per il telecomando e il cellulare una volta che ti sei abituato bene e ti senti pricologicamente tranquillo rinunciare è dura. In ogni caso, nessun problema, la colpa era mia che, in evidente stato confusionale per il poco sonno, tentavo di inserire ABS e DTC con il pulsante di massa scollegato...

OVERBOOKING Va be, cose che capitano, così come capita di arrivare in pista il giovedì pomeriggio per una gara, pensare di riuscire a trovare un posticino comodo comodo e ritrovarsi invece parcheggiato fuori dall'autodromo distante anni luce dalla pista e con la prima colonnina elettrica a 50 metri. Il mondo delle cosiddette "gare minori" è cosi, ogni week end ci sono almeno 12 gare e 400 piloti in pista, i paddock esplodono e chi prima arriva meglio alloggia. Ormai arrivare prima significa giovedì mattina. Visto che stavolta siamo a ranghi più che ridotti (solo Max e io, con un furgone e un gazebo minuscolo) decidiamo di concederci il "lusso" di uno spazio in un box che troviamo elemosinandolo a un gruppo di simpatici ragazzi napoletani. Solo più tardi scopriremo che assieme a noi nel box alloggia anche quello che sarà il mio rivale più pericoloso.

DESMOTALENTO Si perché stavolta non è stata solo la mia S1000RR (unica BMW in pista) ad essere protagonista del week end, la scena le è stata rubata da una Ducati Desmosedici molto ben preparata dal concessionario 99Dieci di Roma (per me un folle, la moto era equipaggiata con ogni sistema di controllo elettronico possibile sembrava più una MotoGP che una moto stradale, non oso pensare al valore..) e affidata alle amorevoli cure di Emanuele Russo, pilota talentuoso che corre nel CIV e che "guardacaso" è iscritto come wild card proprio nella K-Cup classe mille (giusto per alzare un po' il livello eh), anche se lui corre nella categoria open, mentre io sono iscritto nella stock.

LAVORO PARALLELO Senza quasi saperlo siamo li, uno accanto all'altro, mentre il venerdì ci diamo da fare per trovare l'assetto ideale delle nostre moto. Lui si danna perché la Desmosedici fino a ieri l'ha vista solo in fotografia e deve prendere il feeling. Io mi danno perché arrivando in pista con l'assetto di Franciacorta (e per le Michelin) ho una moto sballatissima.

SERVE DURA Troppo morbida e dondolona per riuscire ad andare forte con le Metzeler. Durante il primo turno di prova più che in moto mi pare di andare con un gommone per come si trasferiscono i carichi. Per fortuna il tempo è bellissimo e la giornata lunga per cui ai due turni di prove libere compresi nell'iscrizione al trofeo (grande cosa) ne aggiungo altri due. Per tutto il venerdì Max (che non ringrazierò mai abbastanza) lavora come un pazzo tra un turno e l'altro per trovare un assetto soddisfacente indurendo mono e forcella in modo consistente. Soprattutto il monoammortizatore ha bisogno delle nostre cure perché a Vallelunga c'è più di un tratto da affrontare a grande velocità a gas pieno in quinta o sesta marcia (la velocissima curva dopo il traguardo, l'uscita dal curvone che porta ai Cimini e l'uscita dagli stessi Cimini) e in quei punti serve grande sostegno da parte dell'ammortizzatore per non avere una moto "agitata".

GOMME FACILI Le Metzeler però hanno tra i loro pregi la facilità e la capacità di semplificare parecchio il lavoro dei tecnici. Sono gomme "Plug and Play", non creano problemi ciclistici, spesso li risolvono. Non hanno un profilo velocissimo, vanno "lavorate" più di altre, ma l'anteriore offre sempre un gran feeling e soprattutto ha un effetto stabilizzante notevole rendendo facili e intuitive tutte le operazioni "scabrose" come gli ingressi in curva a freni in mano tipici di quando si cerca il tempo, situazione in cui il manubrio sembra cementato da quanto è fermo. Con un anteriore così, metà del lavoro è già fatto e il venerdì sera lasciamo l'autodromo decisamente soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto, anche perché ogni modifica è sempre stata quella giusta e ogni turno sono sceso con il tempo demolendo già il mio precedente record di Vallelunga.

CAMBI DI ASFALTO L'unico problema sembra arrivare da una trazione non eccelsa in alcuni punti del circuito. A Vallelunga ci sono due asfalti, su quello nuovo (dai Cimini alla Trincea) il grip è eccellente e posso dare delle gran manate al gas senza nemmeno vedere accendersi la spia del DTC. Su quello vecchio invece la spia si accende eccome, il DTC entra fin troppo e ogni tanto qualche piccola perdita di aderenza del posteriore ci scappa inducendomi ad aprire il gas con un istante di ritardo rispetto alle mie intenzioni.

PROVE UFFICIALI Ma non c'è troppo tempo per pensare, è già sabato e siamo in pista per cercare di raggiungere la miglior posizione possibile in griglia. Il primo turno chiarisce subito i valori in campo. Primo Emanuele Russo (1:43:2) con la FantaDesmosedici, secondo Diego Pilia (1:43:4) (si sempre quello con cui ho avuto a che fare nella Dunlop Cup) con la sua Suzuki SBK, terza la BMW numero 90 del sottoscritto, prima moto stock dello schieramento con il tempo di 1:44:2. Appare subito chiaro che ce la vedremo noi tre perché gli altri piloti sembrano al momento sensibilmente più lenti. Ancora una volta sono in prima fila, il che è abbastanza sorprendente, ma voglio fare ancora meglio.

LA CAROGNA ADDOSSO Per questo, nonostante il sole scaldi l'asfalto e non ci sia alcuna garanzia di miglioramento, per il secondo turno monto gomme nuove e mi butto in pista ancora più incarognito dopo aver fatto qualche piccolissimo ritocco all'assetto. Vorrei montare la fantasmagorica mescola K0 che ho avuto modo di provare l'anno scorso e che ha un grip esagerato. Ma per la K-Cup è prevista solo una mescola (K2 anteriore, K1 posteriore, comunque ottime) e di li non ci si sposta.

QUESTIONE DI LINEA Ma non è questione di gomme, il problema è che non girando praticamente mai a Vallelunga sono io che devo migliorare alcune fasi della guida. Il fatto è che in certi punti la moto s'impenna parecchio e atterrando mi restituisce delle sbacchettate violente al manubrio che mi strappano i calli dalle mani (e non per modo di dire...). Per cui per il secondo turno mi concentro e cerco di ottimizzare ogni fase del giro: modifico il momento della cambiata in un paio di punti per far muovere meno la moto in accelerazione e sfrutto il freno posteriore come fosse un anti wheeling manuale che mi consente di tenere aperto il gas. Il tempo migliora, scendo a 1:43:8 nonostante la moto scivoli un po' di più che al mattino. Ma la posizione in griglia resta quella e la pole è ancora più lontana. Russo ha girato in 1:42:6... Prima fila, dietro solo a due moto Open. Non male comunque.

LA GARA Per la gara mi sento a posto, sono insolitamente tranquillo, la prima fila ha sempre un effetto rassicurante e tra l'altro c'è anche un colpo di scena. Appena terminato il giro di ricognizione e una volta schierata, la Desmosedici si ammutolisce. Russo si sbraccia e viene spinto fuori dalla pista. So che non è bello da dire, ma quando sei li con l'adrenalina a mille il fair play va a farsi fottere e la prima cosa che pensi "ok, uno di meno".

SOLO IN DUE Pilia e io ci guardiamo senza parlarci ma ci capiamo benissimo. Adesso ce la vediamo tra noi. Il rosso arriva subito dopo e dopo altri 5 secondi si spegne, memore della partenza pessima di Franciacorta cerco di non tenere troppo su di giri il motore e non fare strappare la frizione che infatti non strappa. Solo che parto un po' a rilento e alla staccata dei Cimini sono quarto. Ma bastano un paio di curve perché mi ritrovi attaccato agli scarichi della Suzuki. Ne ho un po' di più, potrei anche passare (in gara ti riescono cose che in prova non riesci mai a fare... bah), ma non c'è motivo di tirare la volata a un avversario, oltretutto Pilia è molto più forte di me al curvone e nella parte di circuito con l'asfalto vecchio dove la mia moto si muove ancora più di ieri.

GUERRA DI NERVI Sto li, e lui sta li, giriamo in 43 e mezzo di passo ma nessuno prende l'iniziativa, anzi per un paio di giri Diego abbassa anche un po' il ritmo e giriamo in 44. Solo che io non me ne rendo conto, il trasponder decide di avere le batterie scariche proprio sul più bello e girare senza riferimenti cronometrici non è il massimo. Allora mi decido e lo passo, davanti a me solo la pista vuota e 4 giri da completare.

PRESO ALLE SPALLE Intanto Max si sbraccia dai box e non capisco il perché.. Lo capirò a 3 giri dalla fine quando il frastuono che sento alle mie spalle mi annuncia l'arrivo di Russo che partito dalla corsia box ha fatto una rimonta a dir poco furiosa. Quando lo sento dietro mi dò del deficiente, se avessi tirato fin da subito la sua rimonta forse non sarebbe riuscita. Ma tant'è adesso è qui e bussa prepotente alla mia porta.

BATTAGLIA FINALE Alla staccata della Trincea mi passa deciso ma va lungo e io lo ripasso subito, ma lui mi ripassa immediatamente e al Semaforo fa un'uscita di curva spettacolare con la ruota posteriore fumante che mi lascia basito. Russo guida alla grande, uno spettacolo da vedere, ma non sono mia qui a fare lo spettatore per cui tento di stargli attaccato in tutti i modi. Al penultimo giro è ancora lì a portata, faccio il mio giro più veloce 1:43:4 ma lui ne ha un po' di più inutile rischiare. Sotto la bandiera a scacchi passo secondo e, ovviamente, primo della stock. Il rammarico di non aver vinto l'assoluta svanisce immediatamente. Sono secondo solo dietro ad una open e primo della stock. Gradino più alto del podio, spumante, inno nazionale. Questa iniziativa non poteva finire in modo migliore..

I tempi
Prove ufficiali 1° turno 1.44.2
Prove ufficiali 2° Turno 1.43.8
Giro veloce gara 1.43.402
Ideal Time gara, 1.43.0
Velocità massima 273 km/h
(rilevata con GPS alla staccata della curva Campagnano)


Pubblicato da Stefano Cordara, 16/09/2010
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