KTM: quali tagli dietro al salvataggio a opera di Bajaj
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KTM, rivoluzione made in India: Bajaj taglia i costi (dei manager)


Avatar di Emanuele Colombo, il 31/10/25

2 ore fa - KTM, rivoluzione Bajaj: tagli ai costi e nuova gestione

Bajaj rilancia KTM con tagli ai costi - soprattutto al management - e un piano da 800 milioni per riportare il marchio ai vertici

Da Pune, India, arriva una scossa che si farà sentire fino a Mattighofen. Bajaj Auto, che già detiene quasi metà di KTM, prepara una cura dimagrante pesante per la Casa austriaca: taglio dei costi oltre il 50%, in particolare nelle spese di struttura. Dito puntato contro i ''colletti bianchi''. Tradotto: via gli sprechi, ma senza toccare chi le moto le costruisce davvero.

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Manager che gestiscono... manager

A confermarlo è Rajiv Bajaj, amministratore delegato del gruppo: “Abbiamo individuato margini per ridurre gli overhead di più del 50%, toccando R&D, marketing, operations e amministrazione. Dei 4.000 dipendenti KTM, solo 1.000 lavorano in produzione. Gli altri 3.000 sono impiegati. È un po’ curioso, perché sono i ''colletti blu'' a costruire le moto, non certo gli uffici”.

Il piano, ha spiegato Bajaj, non mira a tagliare posti in fabbrica, ma a razionalizzare l’area manageriale, dove i costi sono più alti. L’azienda vuole ridurre quella che definisce “burocrazia improduttiva”, prendendo ispirazione – con un sorriso – da una frase di Mark Zuckerberg: “Manager che gestiscono manager che gestiscono manager… che gestiscono chi lavora davvero.”

KTM 450 SMR 2026KTM 450 SMR 2026

Una KTM “a trazione indiana”

Questa operazione arriva mentre Bajaj Auto si prepara a prendere il controllo totale di KTM, dopo aver lanciato un piano di salvataggio da 800 milioni di euro per risanare i conti del marchio austriaco, in difficoltà dalla fine del 2024.

Di questi, 200 milioni sono già stati investiti, e un ulteriore prestito da 566 milioni è stato garantito. L’ok definitivo da parte della Commissione Europea è atteso a breve.

Parallelamente, è in corso un rinnovamento profondo del management: “Non è un problema dei dipendenti KTM, ma delle vecchie gestioni. La maggior parte di quei manager oggi non c’è più,” ha spiegato Bajaj.

Al loro posto, un team misto: veterani KTM e nuove figure chiave, tra cui un nuovo CFO (Direttore Finanziario) e un CHRO (Risorse Umane), per rimettere ordine nei conti e nei corridoi.

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Troppa fame di crescita: la vera causa del tracollo

A detta di Bajaj, il tracollo KTM era nato da una combinazione tossica di errori gestionali, espansioni avventate e cattiva governance: “Tre forme diverse di avidità aziendale”, dice.

Produzione eccessiva, incursioni in settori non core come le e-bike elettriche e qualche leggerezza nei controlli interni avrebbero minato le fondamenta del marchio.

Ora l’obiettivo è ricostruire la fiducia di clienti, concessionari e investitori, restituendo a KTM il suo DNA di marchio agile, tecnico e autenticamente sportivo.

E i segnali dai mercati globali alimentano l'ottimismo: KTM India cresce del 70% anno su anno, le esportazioni sono tornate su livelli normali e perfino negli Stati Uniti, dove un dazio del 50% avrebbe scoraggiato chiunque, Bajaj non molla.

“Assorbiamo i costi, ma continuiamo a esportare con un EBITDA superiore alla media del gruppo. È il vantaggio della supply chain indiana,” sottolinea il CEO.

Fonte: CNBC

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Pubblicato da Emanuele Colombo, 31/10/2025
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