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F1 2019

Var GP Giappone 2019: tifone Leclerc


Avatar di Salvo Sardina , il 14/10/19

4 anni fa - GP Giappone 2019: l'analisi Var delle scelte degli steward a Suzuka

Var F1 GP Giappone 2019, Suzuka: Tifone Leclerc

F1 GP Giappone 2019: l'analisi Var delle scelte degli steward a Suzuka. Osservato speciale è Charles Leclerc penalizzato due volte

VAR GP GIAPPONE 2019 Quello del Gran Premio del Giappone 2019 è stato un weekend del tutto atipico, con la costante minaccia del tifone Hagibis che ha costretto gli organizzatori e la Fia ad annullare la terza sessione di prove libere posticipando le qualifiche alla domenica mattina. Fine settimana non troppo complesso invece per gli steward, chiamati in causa praticamente soltanto in gara. Il protagonista assoluto? Ovviamente Charles Leclerc, penalizzato per ben due volte dal collegio di commissari capitanato da “Mister Le Mans” Tom Kristensen. Ecco tutti gli episodi da moviola nella nostra consueta analisi Var.

KUBICA PIT-LANE Al contrario di quanto accade di solito in altri circuiti, specialmente nella fase finale del campionato, non ci sono state penalità in griglia di partenza visto che i team hanno preferito sostituire le componenti power unit tra Monza e Sochi, piste dove è tradizionalmente più facile compiere sorpassi. Unica modifica allo schieramento rispetto alla classifica delle qualifiche è stata la partenza di Robert Kubica dalla pit-lane. I meccanici Williams hanno infatti dovuto infrangere il regime di parco chiuso per consentire al polacco di prendere parte alla gara dopo l’incidente in Q1.

JUMP START Uno degli episodi controversi del weekend è la partenza del poleman Sebastian Vettel. Le immagini mostrano come il ferrarista si sia effettivamente mosso prima dello spegnimento dei semafori, ma la Federazione non ha penalizzato il tedesco. La spiegazione del collegio dei commissari, che ha chiuso la vicenda con un “No further action”, è che la SF90 si è sì mossa in anticipo senza però far scattare – questione di millesimi o di millimetri – l’allarme dei sensori posizionati sull’asfalto. In caso contrario Seb sarebbe stato penalizzato con un Drive Through (come accaduto due settimane fa a Raikkonen in Russia) che probabilmente lo avrebbe messo fuori dalla zona podio.

VECCHIE RUGGINI Al pari del compagno di squadra, anche lo scatto al via di Charles Leclerc non è dei migliori. Il monegasco approccia curva-1 già in terza posizione, con il rivale di sempre Max Verstappen che tenta il sorpasso all’esterno nella seconda piega verso destra. L’olandese della Red Bull è ormai praticamente davanti e lascia abbondante spazio al ferrarista, il quale però scivola verso sinistra e lo travolge. “Cosa altro avrei dovuto fare?”, sbotterà l’incolpevole Max via radio qualche minuto dopo, appena ricevuta la notizia che la Direzione gara aveva derubricato il contatto a mero incidente di gara. Quasi come con la Var nel calcio, i replay successivi hanno mostrato con maggiore chiarezza la responsabilità di Leclerc, che in effetti allarga la traiettoria come se Verstappen non si trovasse al suo fianco. Giusta dunque la scelta della Direzione gara di tornare sui propri passi, sanzionando Leclerc con cinque secondi e due punti sulla Superlicenza Fia.

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TIFONE LECLERC Dopo il contatto con Verstappen, Leclerc prosegue in terza posizione braccato da Lewis Hamilton. Il ventunenne ha però l’endplate sinistro che penzola pericolosamente dalla sua ala anteriore, motivo per cui viene richiamato ai box dalla Ferrari al termine del primo giro su esplicita richiesta Fia. Il monegasco insiste per restare in pista fino a che l’ala non si rompe del tutto, finendo per colpire l’abitacolo della Mercedes di Hamilton, che per questo poi perderà lo specchietto. Una situazione estremamente pericolosa e che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi per Lewis. Sacrosanta dunque la penalizzazione di 10 secondi applicata a fine gara, a causa della quale Leclerc scivolerà in settima posizione. La Ferrari sarà anche multata con 25.000€ per non aver immediatamente ottemperato alla richiesta Fia di richiamare ai box Charles, effettuando poi la sosta solo alla fine del terzo giro.

PEREZ A MURO Siamo nel corso del 53esimo e ultimo giro del Gp del Giappone (finito però al giro 52 a causa di un errore nell’esposizione della bandiera a scacchi), quando Sergio Perez prova ad attaccare Pierre Gasly per l’ottava posizione. Il messicano della Racing Point tenta il sorpasso all’esterno di curva-2, ma finisce a contatto con la Toro Rosso del francese, terminando poi la sua gara contro il muro. Dopo aver analizzato le immagini e ascoltati i piloti, i commissari decideranno di non penalizzare nessuno dei due considerando comunque l’incidente come un mero episodio di gara. Ci sentiamo di condividere questa scelta: la situazione è simile a quella di Leclerc e Verstappen che abbiamo già commentato, ma in questo caso non è possibile individuare così nettamente un responsabile.

RENAULT RISCHIA A fine gara la Racing Point ha presentato un dossier contro la Renault, che aveva chiuso il Gp con entrambe le monoposto in zona punti. Sotto accusa c’è un presunto software illecito che consentirebbe a Hulkenberg e Ricciardo di regolare in maniera automatica – e quindi irregolare – la ripartizione di frenata curva dopo curva (cliccate qui per maggiori info sulla vicenda). Una situazione che, se accertata, potrebbe portare alla squalifica delle due auto della Losanga dall’ordine d’arrivo del Gran Premio del Giappone. Per il verdetto della Fia, che ha comunque riconosciuto i parametri di ammissibilità del reclamo Racing Point, bisognerà però aspettare qualche giorno.


Pubblicato da Salvo Sardina, 14/10/2019
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