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Formula 1

La F1 chiude un occhio sui diritti umani e sbarca in Arabia Saudita


Avatar di Luca Manacorda , il 05/11/20

3 anni fa - Dal 2021 si disputerà il GP Arabia Saudita a Gedda

I petroldollari vincono ancora: la F1 sbarca in Arabia Saudita
Il prossimo anno la F1 debutterà in Arabia Saudita, nonostante le perplessità sul rispetto dei diritti umani

TERZO GP IN MEDIO ORIENTE Il calendario 2021 della F1 si annuncia più affollato che mai e tra le sedi di gara ci sarà anche una novità assoluta. Quest'oggi è stato infatti confermato il GP Arabia Saudita, gara in notturna che si terrà in novembre lungo un circuito cittadino ricavato tra le strade della seconda città del paese, Gedda. Si tratta del terzo appuntamento del Mondiale che si disputa nel Medio Oriente e verrà abbinato al GP Abu Dhabi, gran premio che sarà ancora una volta l'atto conclusivo del Mondiale.

RUOLO IMPORTANTE A sottolineare l'importanza di questa area geografica per la F1 è stato l'amministratore delegato Chase Carey: ''L'Arabia Saudita è un paese che sta rapidamente diventando un fulcro per lo sport e l'intrattenimento con molti eventi importanti che si stanno svolgendo negli ultimi anni e siamo molto lieti che la F1 correrà lì dalla prossima stagione. La regione è estremamente importante per noi e, con il 70% della popolazione saudita sotto i 30 anni, siamo entusiasti del potenziale per raggiungere nuovi fan e portare ai nostri fan esistenti in tutto il mondo gare emozionanti da una posizione incredibile e storica''. Lo sbarco della F1 in Arabia Saudita era stato anticipato quest'anno dall'ingresso, come partner globale, del gigante energetico saudita Aramco.

IL PROGETTO QIDDIYA Come detto da Carey, l'Arabia Saudita si sta ritagliando uno spazio sempre maggiore nello sport internazionale e in particolare nel motorsport. In precedenza, il regno arabo è già stato teatro della Dakar e della Formula E. Il principe Khalid Bin Sultan Al Faisal, presidente della Federazione Saudita Automobili e Motocicli, è il principale protagonista di questa apertura verso il mondo della nazione: ''Credo fermamente che il Gran Premio dell'Arabia Saudita sarà il più grande evento sportivo ospitato nella storia del nostro paese e ha il potenziale per cambiare la vita, le percezioni e raggiungere nuovi pubblici e comunità come mai prima''. L'Arabia Saudita, fortemente dipendente dal petrolio, punta così a promuoversi come meta turistica. In quest'ottica è da valutare anche il successivo trasferimento del GP Arabia Saudita da Gedda a Qiddiya, una mega zona di intrattenimento che sta sorgendo a un'ora di macchina dalla capitale Riyadh e che diventerà la sede permanente della gara.

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E I DIRITTI UMANI? L'accordo firmato oggi porta senz'altro numerosi vantaggi a entrambe le parti, ma porta con sé un lato oscuro. Nonostante i progressi degli ultimi anni, in Arabia Sauditi i diritti umani spesso vengono ancora calpestati. Diverse associazioni hanno accusato la nazione araba di svolgere un ''lavaggio sportivo'', utilizzando questi grandi eventi per ripulire la propria immagine. Felix Jakes, capo della sezione britannica di Amnesty International, ha spiegato: ''In vista della gara, stiamo dicendo ai piloti, ai proprietari e ai team di F1 che dovrebbero informarsi sulla terribile situazione dei diritti umani nel paese ed essere pronti a parlare''.

La Safety Car Mercedes 2020 con livrea arcobaleno #WeRaceAsOne La Safety Car Mercedes 2020 con livrea arcobaleno #WeRaceAsOne

BATTAGLIE E SILENZI Mai come quest'anno, la F1 si è schierata a favore di diverse battaglie, appoggiando la lotta al razzismo di Lewis Hamilton e più in generale quella a ogni tipo di discriminazione con la campagna ''We race as one''. Un netto cambio di rotta rispetto al passato, anche se la scelta di approdare in Arabia Saudita sembra riportare agli anni in cui il Circus ha gareggiato in Bahrain facendo calare un silenzio assordante sulle sanguinose repressioni del governo locale contro i manifestanti, anche durante i weekend di gara. Il pilota della Mercedes nelle scorse settimane ha promesso di informarsi di più sulla situazione, aggiungendo che ''lo sport è una potente piattaforma per il cambiamento''. Chris Horner, team principal della Red Bull, ha aggiunto: ''Confidiamo che il titolare dei diritti commerciali (Liberty Media, ndr), e anche l'organo di governo (la FIA, ndr), abbiano fatto le ricerche necessarie e preso le decisioni giuste per gli interessi dello sport''.


Pubblicato da Luca Manacorda, 05/11/2020
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