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Il Viminale ha recepito la direttiva "Cross Border" per l'applicazione transfrontaliera delle sanzioni. Più vicina l'introduzione della riscossione coattiva
VISITE POCO GRADITE Rincasare dopo una tranquilla giornata di lavoro, svuotare la cassetta della posta e, tra un volantino pubblicitario e l'altro, ritrovarsi tra le mani lo sciagurato avviso di una multa. Oltre al danno, la beffa: l'infrazione è stata commessa all'estero, diversi mesi prima, magari durante le vacanze. Se oggi l'eventualità di vedersi recapitare a domicilio una sanzione per violazione del Codice della strada elevata in un Paese straniero è piuttosto remota, d'ora in avanti le brutte sorprese (se siete dei mascalzoni del volante) potrebbero intensificarsi. Notizia di questi giorni, il Ministero dell'Interno ha emanato una circolare che fornisce dettagli circa il sistema di scambio di dati dei veicoli immatricolati in uno Stato membro dell'Unione Europea e apre alla riscossione coattiva delle multe comminate agli automobilisti italiani anche oltre confine. Benvenuto, Cross Border. O meglio, "a noi due".
QUANDO L'EUROPA UNITA ESISTE Ci lamentiamo che l'Ue tarda a uniformare i prezzi, le leggi, le politiche economiche e sociali. Ebbene, una volta tanto che i Paesi si mettono d'accordo, il tema è proprio uno di quelli che avremmo preferito venisse trascurato. Già, perché farla franca in caso di infrazione stradale in un'altra nazione dell'Unione sarà sempre più improbabile. Cross Border è infatti un sistema di scambio di informazioni tra le autorità dei singoli Paesi volto a favorire l'applicazione transfrontaliera delle sanzioni, permettendo in particolare allo Stato sul cui territorio è avvenuta la violazione delle regole di risalire velocemente ai dati identificativi del veicolo in questione.
FURBETTI, BYE BYE Il funzionamento di Cross Border coinvolgerà in particolare i cosiddetti Punti di contatto nazionale, ossia l'autorità che verrà designata da ciascun Stato membro per lo scambio dei dati di immatricolazione dei veicoli. In Italia, la funzione è stata affidata alla Direzione Generale per la Motorizzazione. Tramite l'uso del numero completo di targa, i Punti garantiranno reciprocamente la consultazione automatizzata dei dati di immatricolazione dei veicoli e degli intestatari contenuti nei propri archivi nazionali. E sfuggire alla Legge, sarà pressoché impossibile. Questo varrà sia per gli automobilisti italiani che verranno pizzicati all'estero, sia per i cittadini di altri Paesi Ue colti in fallo sulle strade e le autostrade dello Stivale. Alla faccia del Suv con targa straniera che sfreccia ai 180 km/h sull'Autostrada del Sole. Della serie: tanto del Tutor me ne infischio. Non più.
ALCOL, CELLULARE E VELOCITA' Necessario comunque specificae che il protocollo Cross Border non si applica a tutte le violazioni al Codice della strada, bensì a un ristretto numero di comportamenti considerati particolarmente pericolosi per la sicurezza della circolazione stradale, oltre che definiti diversamente dalle legislazioni dei vari Stati membri. Si tratta delle infrazioni provocate da eccesso di velocità, mancato uso delle cinture di sicurezza e del casco, passaggio al semaforo rosso, guida in stato d'ebbrezza o sotto influenza di stupefacenti, circolazione su una corsia vietata, uso improprio del cellulare o altri dispositivi elettronici. Siamo felici, oggi, di poter finalmente telefonare dall'estero senza sovrapprezzo. Lo saremo un po' meno dopo che Cross Border ci suonerà al campanello di casa. Ma in realtà, imprecazioni a parte, la sicurezza di noi tutti ci guadagna.