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Editoriale

Fatta l'auto elettrica, facciamo le...concessionarie elettriche


Avatar di Lorenzo Centenari , il 05/02/23

1 anno fa - Showroom sempre più digitali, ma pure più "delicati" col cliente

Auto elettrica, rivoluzione concessionarie. I casi Dacia e Mercedes
Showroom sempre più digitali, ma pure più "delicati" col cliente. Che (per la maggioranza) dall'elettrico ancora si guarda bene

La rivoluzione corre da un estremo all'altro dello spettro del mercato. Dai brand cosiddetti popolari ai marchi lusso, passando per il ''mainstream''. Il contesto: l'acquisto di un'auto non è mai l'acquisto di un bene qualsiasi. Non lo era in passato né mai lo sarà, a maggior ragione, nel futuro. Tanto più che l'auto elettrica non è solo motore elettrico più batterie. È intero ecosistema, vera e propria way of life. Guida elettrica, ma anche e soprattutto più tecnologia di bordo e ''fuori bordo'' (il digitale, dell'elettrico, ne è naturale complemento). Di riflesso, vista l'insistenza della società su impronta di carbonio e cose simili, più attenzione al tema dell'ecologia (niente polemiche, non ora, please). ''Elettrica'' si fa anche l'esperienza di possesso e - ancora prima - dell'esplorazione dell'offerta di prodotto. Elettrico è pure l'acquisto. Tesi: ''elettrica'' diventa - giocoforza - pure la concessionaria (e forse, non è ciò che stai pensando).

DACIA WAY Nello spazio di una settimana, prima Dacia annuncia il completo restyling dei suoi punti vendita. Il nuovo logo minimal, ma in generale, nuova identità visiva per gli spazi interni, più minimalisti, più ecosostenibili e intrecciati con Realtà Aumentata e altre tecnologie. Affinché ''low cost'' (meglio, ''value for money'') non sia mai più associato a odore di analogico: metà della clientela ha maturato l'allergia. Dacia passerà al full electric solo nel 2035, ma prepara il campo. Se nei prossimi mesi vi capiterà di entrare in un salone, guardatevi intorno e sappiateci dire.

LA MANO DELL'ARTISTA Segue, a stretto giro di posta, la decisione del Gruppo Koelliker, importatore ufficiale per l'Italia di un'intera rosa di marchi (tra quelli più conosciuti, come Mitsubishi e SsangYong, a brand cinesi come Aiways e Seres), di affidare il look dei propri showroom a una firma storica del design made in Italy come Pininfarina. Il progetto è ancora agli albori, ma si dice esprimerà ''una customer experience esclusiva, che coniughi il mondo fisico e quello digitale attraverso l’estetica e la tecnologia''. L'auto cinese, ma nella vetrina di un'autentica boutique di moda: una contraddizione che ispira tanta curiosità.

LA STELLA SI FA BELLA Da ultimo, il caso Mercedes. La Stella riconfigurerà una ad una tutte le proprie concessionarie in territorio nazionale, trasformando l'ormai superato concetto di puro e semplice autosalone in un format multidimensionale nel quale il cliente - un cliente particolarmente esigente - possa assaporare una sensazione di benessere a trecentosessanta gradi. Esposizione modelli, ma anche display interattivi, personale ultraspecializzato, spazi aperti in cui discutere di auto e servizi in modo più informale, tramite un semplice tablet, coccolati dalla pelle di un divano da salotto anziché in un ufficio vendite tradizionale. Perché premium, anzi ''luxury'', vuole essere l'intera percezione del mondo Mercedes, non solo quel paio d'ore al giorno in cui siedi al volante.

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METAVERSE STORE Negli scorsi mesi, a formulare un'idea di concessionaria ancora più ''moderna'' fu Stellantis, nel caso specifico il brand Fiat, un brand che ha inaugurato il suo primo showroom completamente digitale. Niente più indirizzo fisico, la visita avviene nel Metaverso. Un mondo, cioè, nel quale gli automobilisti di nuova generazione passeranno - almeno, così sembra, a giudicare dall'andazzo - buona parte della loro vita.

PHYGITAL Ciascun attore interpreta e declina le nuove abitudini a sua immagine, rivolgendosi a target diversi, ma sempre partendo dal bisogno di mixare l'esperienza fisica all'online. Il contatto umano, con nuovi canali comunicativi. L'acquisto dell'auto puoi anche finalizzarlo online, d'accordo. È comodo, abbastanza trasparente, non di rado anche associato ad invitanti sconti. Se passi in negozio, tuttavia, facciamo in modo di farti sentire come a casa, quindi ricreiamo innanzitutto - come a casa tua - un ambiente digital friendly. In più (ecco il vero valore), uno staff in carne ed ossa saprà consigliarti e risvegliare la tua immaginazione molto meglio di un robot o di un algoritmo. 

NEOUMANESIMO Trascuriamo, per adesso, il nuovo paradigma del concessionario che muove verso il concetto di agenzia, spogliato cioè di libertà di tipo commerciale e con la vendita erogata dalla Casa in forma più diretta. Avremo modo di tornare in argomento. Burocrazia a parte, la tendenza sembra quella di ripristinare col cliente - oggi un pelo disorientato - un feeling di fiducia. L'elettrico a taluni (a tanti, visti i dati di mercato) piace poco perché freddo, standard, ''spersonalizzato'' (oltre che caro, la ricarica, l'autonomia, etc.). Rimetti il cliente al centro, e per davvero. Affianca alla realtà virtuale una realtà composta di persone e ambienti familiari. E l'auto elettrica ti apparirà meno distante. È un tentativo, è una necessità. Cioè quella di orientare il pubblico verso l'elettrico, che va venduto a tutti i costi, perché ''lo chiede l'Europa''. È puro marketing, ma tutto ciò che è umanocentico anziché ''transumanista'', genera buone vibrazioni. Dopo i casi scuola di Dacia e Mercedes, aspettiamoci tante altre iniziative. 


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 05/02/2023
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