Se sei un automobilista (e se sei capitato qui, lo sei), probabilmente hai già passato più di qualche brivido notturno scorrendo le tue mail, sperando che quella multa via PEC non fosse tua.
Bene: avrai già appreso che dal 30 novembre 2025 cambia (o può cambiare) qualcosa di grosso. Perché?
Perché il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha messo mano al sistema degli autoveloxcon un censimento nazionale. E questo comporta che, se l’autovelox che ti ha beccato non è stato censito, la multa potrebbe risultare, come dire… un colpo d’aria.
Ok, ma cosa significa questo, nella pratica, per un automobilista come te (e come me, come lui, come tutti noi)? Diamoci un’occhiata. Con calma e qualche sorriso: nella vita c'è di peggio, di una multa per eccesso di velocità.

Censimento autovelox: cosa cambia (davvero) per me e te
Poiché ormai il web scoppia di articoli sul tema, abbiamo organizzato questo contenuto sottoforma di classica sessione Q&A. Diciamo che è un articolo... diversamente uguale a tutti gli altri.
Che cos’è questo censimento nazionale degli autovelox?
Il MIT ha creato una piattaforma telematica dove ogni Ente pubblico che usa autovelox deve segnalare marca, modello, numero di serie, posizione esatta, eventuale omologazione o approvazione, software usato e altri dettagli tecnici.
In pratica ogni autovelox, per avere il permesso di funzionare, ora deve essere “a catalogo”.
Autovelox non registrati = multa a rischio?
Esatto. Il censimento doveva essere completato entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto (29 settembre): la scadenza è caduta perciò a fine novembre.
Se un apparecchio non compare nell’elenco ufficiale, in teoria non può essere usato per rilevare le infrazioni. Di conseguenza, se la multa è stata fatta da uno di questi, la contravvenzione rischia di essere nulla (e soottolineiamo ''rischia'': vai avanti a leggere).

Dove posso controllare se l’autovelox è “in regola”?
Sul portale ufficiale del MIT: l’elenco è pubblico e consultabile da chiunque. Così potrai verificare se, il giorno della presunta infrazione, lo strumento era davvero registrato.
Non ci sarà più bisogno di fare sgambetti con richiesta di accessi a milioni di atti: basta un click.
Se la multa è successiva al 30 novembre: posso contestarla più facilmente?
Sì. Diciamo, con buone probabilità. Se l’autovelox che ti ha multato non risultava inserito nella lista ufficiale, hai un argomento forte per fare ricorso: l’apparecchio non era legittimato all’uso.
La contestazione, dunque, non sembra più un azzardo da fine settimana, ma una mossa concreta.
Ok, ma ho sentito qualcosa dell’“omologazione”: di cosa si tratta?
Eccoci al punto: eh già perché (e qui le cose si fanno meno semplici) la registrazione (il famoso censimento) riguarda la parte burocratica. Ma non tocca la questione tecnica/giuridica dell’omologazione del dispositivo.
La giurisprudenza della Corte di Cassazione è chiara da tempo: secondo l’art. 142, comma 6, del Codice della Strada, per essere prova valida di velocità l’autovelox deve essere “debitamente omologato”.
Risultato: anche se compare nella lista MIT, potrebbe comunque essere contestabile, se manca l’omologazione prevista.
In pratica: cosa devo fare se mi arriva una multa?
Prima di tutto, vai sul portale del MIT e controlla se l’autovelox risulta registrato.
Se non lo è, puoi avere buone possibilità di annullare la multa.
Anche se è registrato, valuta la questione dell’omologazione. Potrebbe esserci un margine di contestazione.
Non fare come Fleximan: potresti venire assalito dal rimorso, una volta scoperto che la multa è nulla.

Ricapitolando
La lezione è che dal 30 novembre 2025 agli Enti locali non basta più piazzare un telefonino su un palo per multare a raffica. L’autovelox deve essere registrato, nominato, schedato, altrimenti è come se non esistesse. Per te, automobilista incauto (o distratto), significa che le multe diventano un po’ meno “automatiche” e un po’ più “contestabili”.
Non è garanzia di vittoria: l’aspetto dell’omologazione resta un terreno di scontro. Ma è un cambiamento concreto: un passo verso maggiore trasparenza e, per chi guida, verso qualche arma in più nella battaglia contro il “ping-pong” di multe e ricorsi.
La strategia migliore? Ahimé, è sempre quella di rispettare i limiti. Sì, anche quelli più assurdi.



