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Mazda 5 2.0 diesel


Avatar di Luca Cereda , il 07/04/08

15 anni fa - Metà monovolume e metà berlinona

Metà monovolume e metà berlinona, la Mazda 5 con il visino ritoccato guadagna in fascino ma non rinuncia a nessuna delle sue doti di praticità e comfort. Pensata per le famiglie si rivela invece una vettura interessante e ricca di sorprese anche per i senza prole.

APPUNTAMENTO AL BUIO Sarà l'abito elegante, di un bel colore bordeaux lucente che le dona particolarmente, o semplicemente la linea filante del design, ma già in apparenza perde qualche taglia sembrando più snella di quella che è. Lunghezza 4 metri e cinquanta, larghezza 1,75, una tonnellata e mezzo abbondante di peso. Con queste premesse e una chiave elettronica formato bancomat, mi dirigo verso il parcheggio con la diffidenza di chi affronta un appuntamento con una ragazza conosciuta solo in chat.

CAMERA CON VISTA Ed invece le sensazioni cominciano a mutare già al primo sguardo e si insinua forte il dubbio che, "guardandole dentro", una piacevole sensazione di sorpresa possa soppiantare i pregiudizi di una conoscenza superficiale. Scoprendo che anche una vettura da famiglia come la Mazda 5 può avere spunti felini nella guida, e perfino un certo sex-appeal. Impressione che si amplifica appena ci si siede all'interno, grazie anche a qualche gadget tecnologico che si fa apprezzare. Su tutte un'efficientissima "rear camera", con tanto di linee tratteggiate in sovraimpressione sullo schermo, che indicano la posizione della macchina nella manovra seguendo i movimenti dello sterzo.

APRITI SESAMO I gruppi ottici tagliati e stretti sono da orientale, danno alla Mazda 5 un tono più sportivo, e quelli dietro ingentiliscono le forme di un abbondante posteriore (1.680 litri dal pianale al tetto, con la seconda fila di sedili abbattuta). Estetica a parte, anche la resa al calar del buio è molto buona (ciascuno è provvisto di 12 LED). Un click sulla schedina "et voilà", le portiere posteriori si aprono scorrendo come la roccia della caverna dei 40 ladroni. Sia l'apertura sia la chiusura sono elettriche e si comandano anche dall'interno. Oltre a farti sentire Alì Babà, fanno molta scena con gli amici e aiutano non poco chi, come gli anziani, fatica a salire e scendere dalle vetture. Il tutto senza rischio dell'effetto "ghigliottina": lo slittamento della portiera si interrompe automaticamente se entra in contatto con qualcuno o qualcosa.

SPETTACOLO IN SECONDA FILA Così, si accede agli interni da sette posti e si incontra "Karakuri". Non è il nome di un samurai o di un vecchio saggio di Hokkaido, ma è il nome dato da Mazda al suo sistema che consente le numerose configurazioni dell'abitacolo della Mazda 5. La comodità degli interni nelle monovulume è un po' un segreto di pulcinella, ma al di là difinezze come i sedili in pelle nera (optional chic) e un secondo ingresso AUX nel rivestimento dei sedili posteriori, goduto soprattutto da chi non mollerebbe mai la sua consolle per videogiochi, in questo la "5" è perfino esagerata: siete sfidati a trovare cianfrusaglie sufficienti a sfruttare tutti i vani, vanetti, vanettini. Ce ne sono 45, compreso uno che si estrae dal sottosedile destro e diventa un mini tavolino con un vassoio portaoggetti che può ospitare anche due bibite/biberon. Se non bastasse, altri due tavolini "da merenda" sono ripiegati sullo schienale dei sedili anteriori e si distendono manualmente.

IL TRASFORMISTA La differenza all'interno la fa soprattutto l'intelligenza del suo schema a sette posti (meglio dire 6+1), disposto su tre file in sequenza 2-3-2. Quando la gita in compagnia non obbliga a sfruttare tutta la capacità di carico-umano, meglio rinunciare alseggiolino trasformista al centro della seconda fila, non scomodissimo ma abbastanza risicato a confronto dell'ampia base di seduta e di comfort che garantiscono quelli alla sua destra e a sinistra. E' bene invece sfruttarne l'eclettismo per riconfigurarlo in un comodo bracciolo, oppure lasciare libero un canale che comunica con la terza fila e il bagagliaio, utile ad esempio per farci stare un paio di sci sdraiati.

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DRIVE-IN Peccato che non esistano più i "Drive in", questa macchina si presterebbe a un bel filmone visto dall'abitacolo anteriore: il parabrezza è un megaschermo, la poltrona è comoda e tra un sedile e l'altro, ci sono un funzionale posacenere e incavi cilindrici per la bibita. Lo stesso agio si ripropone durante la crociera, nonostante una posizione di guida che, anche regolata, resta un po' a picco sul volante. E' invece un grande vantaggio la posizione rialzata del cambio a sei marce, che in coppia con la rear-camera aiuta tanto chi si muove in città.

VOLANTE JOYPAD Nella versione full optional il cruscotto è da nababbi, d'infinita praticità: sistema di navigazione touch screen (da 7 pollici) con schermo integrato alla consolle centrale ecomandi vocali, ingresso AUX per collegare il lettore Mp3 (solo se compatibile) o - per quelli che ascoltano musica alla vecchia maniera - un lettore a 6 CD integrato nella plancia. Il fiore all'occhiello è però il volante a tre razze con comandi bluetooth e radio, che richiedono un po' di destrezza nei pollici, ma poi si manipolano come un joypad della Playstation, una goduria di zapping tra le frequenze radio, sfuggendo da dj soporiferi e dalle lagne della Pausini.

RUMORS L'abitacolo ha un solo piccolo neo: non è ancora perfettamente insonorizzato. I rumori esterni fanno ancora breccia, soprattutto quando si viaggia a velocità sostenuta, ma è anche un problema congenito di questo tipo di vetture. Per la Mazda 5 c'è anche un lieve concorso di colpa del motore diesel, pur non eccessivamente fastidioso. Certamente il 2.0 Common Rail da 143 CV si fa amare più per le prestazioni che per l'ugola, sia perché è piuttosto reattivo al pedale, sia perché è abbastanza parco nei consumi (la Casa dichiara 6,1 litri ogni 100 km nel misto).

DIESEL BRILLANTE Il suo spunto cresce progressivo e costante fino a sotto i 4.000 giri senza bisogno di affondare il piede sul pedale, a tal punto che, nei sorpassi, la "5" non pare quasi più una monovolume.La potenza massima si raggiunge ai 3.500 giri, e andando forzatamente oltre, lo spunto decresce. A 2000 giri, invece, c'è il picco della coppia (310 Nm). Volendo metterlo alla prova in montagna, dove il peso della macchina lo chiama a uno sforzo extra, il diesel Mazda si difende bene anche in terza, e solo quando le pendenze si alzano sensibilmente costringe alla scalata in seconda. Intanto, le traiettorie percorse si tracciano precise e senza sbandamenti del retro.


Pubblicato da Luca Cereda, 07/04/2008
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