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KTM: motore 490 troppo costoso, in arrivo un nuovo 690


Avatar di Danilo Chissalé , il 31/01/23

1 anno fa - Stop allo sviluppo del motore 490, in arrivo nuovi 690 bicilindrici

KTM: Pierer boccia il 490, si lavora al motre 690
KTM ha interrotto lo sviluppo del motore 490 (già pizzicato su strada in passato) perché troppo costoso, in arrivo i nuovi 690

In passato abbiamo parlato di nuovi modelli KTM con motore 490 in fase di sviluppo ma il loro percorso sembrerebbe essere arrivato al capolinea, almeno stando alle dichiarazioni di Stefan Pierer – n°1 di KTM – rilasciate ad Autocar India, in favore di una nuova piattaforma 690.

QUANTO MI COSTI! La cilindrata “intermedia” è fondamentale per un marchio come KTM che oltre al mercato europeo da anni strizza l’occhio verso il popoloso mercato del Far East, per numeri decisamente più “vantaggioso”. Cosa avrà mai portato i vertici della Casa di Mattighofen a una decisione così drastica? La risposta l’ha fornita direttamente Pierer nell’intervista, affermando che lo sviluppo, i test e le omologazioni necessarie per un bicilindrico parallello di così bassa cilindrata avrebbe avuto dei costi enormi, a tal punto da rendere infruttuoso l’investimento.

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MAMMA, MI S’È RISTRETTO IL MOTORE Molto più sensato, in tempi in cui ogni spesa va ponderata più e più volte, utilizzare ciò che già c’è e funziona anche alla grande, come il bicilindrico parallelo della nuova 790 Duke da 799 cc. Un “lavaggio stringente” ridurrà la capacità del motore (ancora non si sa di quanto) ma la piattaforma verrà chiamata 690, che rispetto alle 690 del passato avrà la grande differenza di essere bicilindrica. Per stessa ammissione di Pierer il motore dovrebbe essere in grado di erogare circa 70-80 CV andandosi a posizionare ancora più in basso dell’attuale 790, mettendo nel mirino la MT-07 e la Trident. Per mantenere il prezzo competitivo, come già accade per le nuove “depotenziabili” 790 Duke e 790 Adventure, la produzione avverrà in Cina. Per l'arrivo della nuova piattaforma 690 dovremo aspettare ancora un po', ma non troppo: si parla di 2024.


Pubblicato da Danilo Chissalè, 31/01/2023
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