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Incentivi

Ecotassa su emissioni CO2, abolizione più vicina. Ma...


Avatar di Lorenzo Centenari , il 12/12/18

5 anni fa - Ore decisive al Ministero per rimuovere il balzello. In compenso...

Incentivi auto 2019, verso abolizione ecotassa su emissioni CO2

Ore decisive al Ministero per rimuovere il balzello. Niente sovrattassa, ma incentivi solo ad auto elettriche e ibride plug-in

INCENTIVI SÌ NO FORSE Ricorda da vicino l'episodio dello stop ai diesel Euro 4 in Emilia-Romagna, introdotto e poi scomparso come per magia nello spazio di una manciata di giorni. La storia si ripete, stavolta a fare marcia indietro è il Governo: nessuna ecotassa, ma che avevate capito, solo ecoincentivi. In attesa che la norma acquisti il suo valore definitivo, l'ipotesi più probabile è la seguente: no sovrattassa per veicoli dalle emissioni di CO2 superiori a 120 g/km, sì agli incentivi, ma solo per modelli dalle emissioni particolarmente basse, ovvero auto elettriche e ibride plug-in. Escluse dal programma degli aiuti pubblici all'acquisto sarebbero perciò sia le auto a metano, sia anche le ibride tradizionali (non ricaricabili).

PIÙ MALUS CHE BONUS Dall'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico tra le associazioni della filiera auto e il vicepremier Luigi Di Maio sarebbe dunque emersa sia la necessità di abbattere le emissioni inquinanti generate dal traffico stradale, sia tuttavia anche l'esigenza del comparto di salvaguardare le vendite e confezionare un programma che non penalizzi nè le Case auto, né tantomeno gli automobilisti, una platea che dal meccanismo bonus/malus verrebbe in gran parte indebolita, anziché avvantaggiata. Approvato alla Camera dei Deputati, l'emendamento 79bis della Legge Finanziaria verrà con ogni probabilità bocciato al Senato. In favore di un sistema più democratico, come invocato all'unisono da Costruttori, concessionari e consumatori.

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NO-WIN SITUATION Secondo Anfia, Federauto e Unrae, l’introduzione di una qualsivoglia forma di “malus” si tradurrebbe nel 2019 in un calo delle vendite di auto nuove nell'ordine dell'8-12% rispetto all'anno corrente - un anno peraltro non certo felice -, con conseguente perdita di gettito fiscale per mancati incassi da Iva e Ipt stimabile in una cifra superiore al mezzo miliardo di euro. Come impostata, inoltre, la misura metterebbe a rischio anche l’occupazione (15.000 posti solo nella distribuzione): si pensi prima a costruire le infrastrutturazione e a posare le colonnine di ricarica (almeno 35.000 nei prossimi tre anni, questo il target individuato dalle associazioni), dopodiché avrà più senso premiare chi si converte all'elettrico, e punire chi resta affezionato a diesel e benzina.

E CI DISPIACE PER GLI ALTRI Dal canto suo, l'Aci insiste per favorire la rottamazione di vecchi Euro 0, 1 e 2, ma in favore dell'acquisto di usato recente, accessibile a un parco utenti ben maggiore. Gli incentivi dovrebbero in definitiva restare per le elettriche pure e le ibride plug-in, nella misura di 6.000 euro e 3.000 euro a seconda del coefficiente di emissioni. A godere del contributo statale sarebbero circa 9.000 auto in tutto, d'altra parte l'impianto economico stesso dell'emendamento punta a recuperare le risorse per agevolare i clienti di modelli elettrificati proprio dagli introiti provenienti dalla tassazione sulle auto più inquinanti. Un problema di coperta troppo corta, per il quale il mondo auto spera ora di trovare la soluzione meno dolorosa e masochistica.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 12/12/2018
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