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Bertone-SKF Novanta


Avatar Redazionale , il 22/02/02

22 anni fa -

Il futuro è a portata di mano, si può toccare, osservare, guidare. E se non avrà le forme squadrate di questo prototipo poco importa, ciò che conta è nascosto all'interno. Con tre paroline a fare da sfondo: drive-by-wire, la tecnologia che elimina gli antichi collegamenti via cavo preferendo l'elettronica. Ecco, molto probabilmente, come guideremo nel 2012...

Dov’è lo sterzo? Scomparso. E i comandi per la guida? Scomparsi anche loro. Scomparsi anche gli altoparlanti dalle portiere. In compenso c’è tanto spazio come mai si era visto finora in un’auto di dimensioni normali: 4,5 metri di lunghezza, 1,9 di larghezza e 1,45 d’altezza. Nata per celebrare i novant’anni della Bertone, la Novanta prefigura infatti il concetto realistico della berlina di lusso del futuro.

Merito della tecnologia drive-by-wire, sviluppata dalla svedese SKF, che permette di saltare a piè pari i vincoli imposti dalla meccanica tradizionale, proponendo soluzioni inedite nell’interpretazione dello spazio abitabile.

Lo sterzo si svela appena ci si accomoda all’interno e si chiudono le portiere: un braccio meccanico scodella davanti al pilota la Guida, il satellite che riunisce le funzioni di comando e di controllo, compreso sterzo, acceleratore, freno e cambio, facendola fuoriuscire dal pannello della portiera dove "riposa" quando non serve.

Identico servizio anche per il passeggero, la cui portiera è anch’essa dotata di braccio automatico che regge un computer con cui lavorare durante i trasferimenti, navigare in internet, vedere film o divertirsi con i videogiochi.

Ma non è finita: l’impiego di tecnologie d’avanguardia sviluppate dai vari partner che hanno aderito al progetto (Valeo, Nokya, Bose, Brembo, Saab) ha permesso di avvicinarsi molto al futuro e offrire soluzioni hi-tech insolite. Come la fascia luminosa che attraversa tutto l’abitacolo longitudinalmente, correndo al centro tra i sedili, e su cui compaiono le informazioni provenienti dai sistemi di navigazione e di guida, oltre ai comandi di regolazione audio e climatizzatore. Al suo interno si nasconde anche una cassa acustica (sviluppata dalla Bose) che fornisce i toni bassi all’abitacolo, eliminando quegli enormi padelloni acustici tradizionalmente sistemati nelle portiere.

La collaborazione con la Nokia ha invece messo a punto di un telefono cellulare con funzioni di "smart card", dove è possibile memorizzare i dati del pilota e tutte le impostazioni personali della vettura. Una volta nei pressi dell’auto, il sistema di bordo riconosce il telefonino, apre la porta lato guida e provvede a regolare la posizione dei sedili, l’assetto, la temperatura dell’abitacolo, le stazioni radio preferite e altro ancora.

Appena seduti, interviene in aiuto un sistema di rilevazione delle impronte digitali con funzione di password per tutti i comandi all’interno dell’auto: uno scanner miniaturizzato, sistemato sul cruscotto, riconosce le impronte e permette di avviare, spegnere il motore e regolare tutte le altre funzioni solo a chi ne è autorizzato. Un tocco del dito sullo scanner e tutto è concesso.

Quanto alle forme, spigoli marcati, cintura alta, superficie vetrata ridotta, andamento fortemente inclinato del padiglione ed estremità ad andamento verticale, non sono che la reinterpretazione di stilemi tipici di una nota Casa svedese, con cui la Bertone intrattiene stretti rapporti di collaborazione. Si parla di Saab e di 9-3x, la concept coupé che prefigura lo stile futuro delle auto scandinave, presentata solo pochi mesi fa al Salone di Detroit (la Casa scandinava ha fornito il pianale altre parti meccaniche).

Il frontale è la parte più innovativa, dominato da una calandra tipicamente Saab e da un cofano in cui il radiatore non è più nascosto sotto pelle, ma diventa parte stessa del cofano: soluzione è resa possibile da una futura generazione di radiatori Valeo che consente un ulteriore recupero di spazio e maggiori soluzioni stilistiche per i progettisti.

Nel posteriore, "tagliato" come un vero baule, i fari sono allineati con i tubi di scarico e nascosti alla vista; diventano visibili solo quando si illuminano.


Pubblicato da Redazione, 22/02/2002
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