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Prova su strada

Mercedes GLC Coupé: la prova


Avatar di Luca Cereda , il 12/07/16

7 anni fa - La Mercedes GLC Coupé è pronta a sfidare la BMW X4

La Mercedes GLC Coupé ha un profilo sportivo e motori per tutti i gusti. E' pronta a sfidare la BMW X4

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COLPO SU COLPO Sono i tedeschi gli specialisti della marcatura a uomo - anzi, a macchina in questo caso- a giudicare da come si muovono nel mercato delle auto. Prendete ad esempio la Mercedes GLC Coupé, appena lanciata apposta per tenere testa alla X4 di BMW. Un botta e risposta serratissimo, dopo che Mercedes ha messo anche la GLE Coupé alle calcagna dell’X6.

COMPROMESSO ACCETTABILE Si combatte in zolle di campo piccole, ma preziose per l’alto valore aggiunto che questi modelli più sportivi si portano dietro ad ogni scontrino staccato. Se BMW si affida al numero pari per lasciare intendere che su queste sport utility il tetto scende giù come uno scivolo ad acqua, Mercedes usa più esplicitamente il temine Coupé. Anche se la GLC Coupé non è un suv a tre-porte, come è stata la Evoque. Giustamente non rinuncia ai quattro ingressi e in generale non è una suvcoupé disposta a sacrificare del tutto la praticità sull’altare dello stile. La sua carrozzeria tocca i 473 cm, sette in più della GLC normale, ma si abbassa di quasi quattro centimetri. Ciò nonostante, in seconda fila abbonda lo spazio sia per le gambe sia sopra la testa dei passeggeri e il bagagliaio perde solo una quindicina di litri come capienza minima in configurazione a cinque posti. Si va da 491 litri a un massimo di 1400 litri dichiarati: il limite sta soprattutto nel carico di colli alti.

SOTTO IL VESTITO, NIENTE? Le forme atletiche da suv si fondono con gli stilemi piuttosto armoniosamente: la GLC coupé non appare né sgraziata né spaccona. Mascherina Matrix, cromature extra, i cerchi da 18’’ di serie ed eventualmente gli pneumatici misti sono tutti elementi che sottolineano ulteriormente il suo carattere più sportivo. Quindi, tutta questione d’immagine? Non proprio. La GLC Coupé esce dalla fabbrica anche con assetto sportivo, Dynamic Select (cinque diversi programmi di marcia: Eco, Normal, Sport, Sport+ e Individual) e uno sterzo più diretto di quello della GLC (il rapporto di demoltiplicazione è di 15,1:1 contro 16,1:1) standard.

UPGRADE Volendo fare di più, ovviamente si può. Basta aprire il portafoglio e scegliere le sospensioni optional. Rimanendo su uno schema meccanico, il Dynamic Body Control permette di regolare lo smorzamento smanettando tra le opzioni del Dynamic Select. Il top è una GLC Coupé con Air Body Control e sospensioni pneumatiche: di serie nella versione Premium, abbassano l’assetto di 1,5 centimetri nelle modalità Sport e Sport+.

ALLESTIMENTI, MOTORI E PREZZI Cinque gli allestimenti: Executive, Business, Sport, Exclusive e Premium. Otto le motorizzazioni quando la gamma sarà completa: quattro a gasolio (200d, 220d, 350d e 350d), tre a benzina (250, 300 e 350) più una versione ibrida plug-in (la 350e) da 320 cavalli di potenza di sistema, in arrivo entro fine anno così come la versione d’ingresso, la GLC Coupé 200d. A ottobre (prime consegne) troveremo solo tre versioni: 220d da 170 cv, 250d da 204 cv e GLC Coupé 250 da 211 cv. Tutte con trazione integrale 4Matic e cambio 9G-Tronic di serie, a un prezzo rispettivamente di 53.630 euro, 53.990 e 53.660 euro.

GRANDE FRATELLO Seduti sui sedili della Mercedes GLC Coupé, scolpiti e avvolgenti, ci si può immergere fino ad assumere una posizione di guida quasi sportiva, o quantomeno abbastanza bassa e distesa da evitare l’effetto da autista del pullmino tipico dei suv. La sensazione di immersione, come sulla GLC, è accentuata anche dalla linea di cintura alta della GLC Coupé,  che fa il paio con una finestratura assottigliata. La visibilità non è il massimo, soprattutto dallo specchietto retrovisore. Ben venga, allora, la telecamera a con vista a 360°. Un Grande Fratello che ci amplia gli orizzonti in manovra proiettando sullo schermo della plancia l’ambiente immediatamente circostante.

OVATTATA  Il primo tratto di test in autostrada mi ricorda un numero: 0,31. E’ il cx della GLC, nel suo piccolo un primato nel segmento. A 130 km/h costanti, così, è soprattutto il rotolamento delle gomme a farsi sentire, non i fruscii. E’ ben insonorizzata, la Mercedes GLC Coupé, che messa in Comfort tradisce un’indole prettamente turistica. E’ fatta per viaggiare. Ma non necessariamente andando piano.

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SPINTA Mettete in Sport o Sport + e l’avrete un po’ più affilata. Lo sterzo, ad esempio, prende un po’ più di carico e di consistenza. E’ preciso, anche se non granché comunicativo, e invita a pennellare le curve quando la strada si attorciglia. Potendo regolare anche l’assetto, poi, la GLC si fa più rigida e piantata a terra, piacevole da strapazzare senza temere per la tenuta, sempre fedele, e per il rollio, tutto sommato contenuto. Il feeling non è da auto sportiva, certo, ma comunque superiore rispetto alla media delle Sport Utility. Osare si può, insomma.

COMINCIO DA SEI Parto con la 350d, che sulla Serra Morenica di Ivrea si arrampica come il Pantani dei tempi migliori. Si carica sulle spalle gli oltre 1700 chili di questa suvcoupé, e sale. Ci credo: il V6 da 258 cv ha una riserva di coppia - 620 Nm tra i 1.600 e i 2.400 giri – che è un pozzo senza fondo. La spinta arriva, corposa ma graduale, appena il piede destro lo richiede. In sorprendente silenzio, con un’erogazione piena e rotonda. Non devo nemmeno prendermi la briga di spalettare: il 9G Tronic, quasi telepatico, intuisce i miei pensieri innestando sempre il rapporto giusto, rapido e discreto nei passaggi. Lo preferisco nei settaggi meno estremi Comfort o Sport, rispetto a quando tira (troppo per me) le marce in Sport+.

QUI 250 Passo poi a una GLC Coupé 250, che ha un quattro cilindri benzina da 211 cv, non altrettanto pronto ai bassi ben disposto però ad allungare, se serve. Ha un’erogazione lievemente appuntita, ma non fastidiosa, anzi. Richiamando tutta la sua potenza in accelerazione (0-100 7,3 secondi) si permette momentaneamente di alzare la voce quel tanto che basta per sollevare un filo di entusiasmo. A velocità costante, invece, fate come se non ci fosse: è silenziosissimo.

QUI IBRIDA Quanto a discrezione e ad accelerazione, tuttavia, nessuna per ora batte la 350 e, la GLC ibrida. Che brucia lo 0-100 in 5,9 secondi, con l’elettrico (85kW) a fornire un boost al motore termico, e si avvia nel silenzio più totale, tanto che se passate su una pozzanghera con la ruota rischiate di sentire splash. E’ un’ibrida plug-in, quindi capace, volendo, di viaggiare esclusivamente in elettrico. A patto che non dobbiate andare lontano: l’autonomia è di soli 34 km.

RILASSANTE Tutto questo aiuta a tenere bassi i consumi negli spostamenti più corti, e le emissioni di CO2 (59 g/km), certamente. Ma il bello della GLC Coupé ibrida sono le prestazioni. La coppia monstre di 560 Nm e la potenza complessiva di 320 cv, combinando termico ed elettrico, sono da auto sportiva. Così, la GLC si può guidare in maniera brillante, ovattati però da un’aura zen che solo l’ibrido sa regalare.

QUI 250 D Chiudo il test con la 250 d, presumibilmente una delle versioni più vendute. Ritrovo il buon vecchio 2100 Mercedes, un quattro cilindri turbodiesel non più modernissimo ma sempre affidabile. Non sarà pastoso e performante come il V6, ma con i suoi 204 cv ci fate tutto. Con percorrenze intorno ai 15 km/l alla portata guidando un minimo accorti.


Pubblicato da Luca Cereda, 12/07/2016
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