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Prova

Jaguar XType 2.2D 2008


Avatar Redazionale , il 05/05/08

15 anni fa - Ancora più comfort e raffinatezza

Stile attualizzato e contenuti più ricchi per la piccola di Coventry, che punta su comfort e raffinatezza per rimanere attraente. Lo abbiamo verificato provando la nuova versione diesel 2.2, dotata di cambio automatico/sequenziale a sei marce

500 ALL'APPELLO Concluso l'accordo con l'indiana Tata e spenti i riflettori sulla nuovissima XF, è arrivato il momento della Jaguar più piccola, che esibisce il suo nuovo look. In tutto sono quasi 500 i particolari inediti, introdotti un po' per ingannare l'anagrafe, e molto per accrescere il senso di classe e ricercatezza necessari anche per un modello d'accesso che si fregi del simbolo del giaguaro.

MAKE UP LEGGERO La permanenza in sala trucco non è stata troppo lunga. D'altra parte, il frontale a quattro fari ovali, il cofano movimentato e le fiancate basse e tese, identificano dal 2001 questa Jaguar e molte altre - basta pensare all'ammiraglia XJ. Oltremanica sono quindi convinti che le novità introdotte manterranno la X-Type attraente per il tempo necessario allo sviluppo del modello che dovrà sostituirla.

LEVIGATA OVUNQUE Questo non vuol dire che gli interventi estetici siano poco evidenti. Paraurti e fiancate ricevono, infatti, un bel trattamento al botulino, che rende le superfici più lisce e moderne e fa sembrare l'auto più bassa e larga. A quest'ultimo obbiettivo puntano anche una barra cromata che taglia orizzontalmente la presa d'aria inferiore del paraurti anteriore e un inedito profilo nero sul posteriore, dal quale spuntano anche nuovi doppi terminali cromati.

SA ESSERE SPORTIVA Anche i sensori di parcheggio sono di nuova generazione (sono solo 4, invece che 6) e praticamente invisibili, mentre a dare anche un tocco di aggressività in più alla X-Type ci pensano la nuova mascherina frontale e le poco appariscenti bandelle laterali che, allargandosi verso il posteriore, avvicinano otticamente l'auto al suolo, soprattutto se abbinate alle ruote da 17" o 18".

LESS IS MORE Sempre in coda, poi, una fascia cromata con la scritta Jaguar impressa a caratteri cubitali corre tra i due fanali, dove scompaiono le indicazioni sulla motorizzazione e fa invece la sua comparsa un nuovo badge del modello, ispirato a quello della recente XF. Anche le fiancate tendono alla semplificazione estetica: le frecce laterali si spostano dal passaruota agli specchietti retrovisori e il profilo laterale che corre tra le portiere è stato ridisegnato.

FIRST CLASS Contenuti più ricchi si ritrovano anche nei rinnovati interni, nei quali le doti di comfort e qualità vengono sottolineate da nuove verniciature, tungsteno per le bocchette d'aerazione e la consolle centrale, oltre che dall'utilizzo ben calibrato di legni e cromature. È nuova anche la grafica degli strumenti, che riprende quella della XF, compresa l'illuminazione verde con lancette bianche, mentre crescono notevolmente le possibilità di personalizzazione, grazie a quattro tipologie di finiture per la plancia (legno piano black, rosa, radica o vera fibra di carbonio), abbinabili ad altrettante tonalità (e tipo di cuciture) di pelle per i sedili e i pannelli porta.

PORTABORSE In generale, i materiali utilizzati per l'interno appaiono di qualità elevata, solo qualche sbavatura nelle finiture e un'abitabilità non eccelsa, riportano alla mente l'età del progetto, cosa che accade anche notando che il clima è del tipo monozona. Con eleganza tutta inglese, però, l'abitacolo della  X-Type si permette qualche vezzo, come il bluetooth di seconda generazione che può gestire fino a 5 diversi cellulari (chissà che confusione a bordo...) e l'ingegnoso gancio retrattile vicino alla maniglia del cassetto portaguanti. Come dire, anche sulla più piccola delle Jaguar un sacchetto dell'Esselunga non può certo essere lasciato libero di rovesciarsi sulla moquette...

MEGLIO STATION La versione "familiare" è avvantaggiata come spazio per i passeggeri posteriori, grazie al tetto meno spiovente, che lascia più libertà di movimento alla testa di chi è seduto dietro. Lo spazio per le gambe rimane però leggermente inferiore alle migliori della categoria, mentre non è male la capacità di stivaggio per i bagagli (445 litri), soprattutto a sedili abbassati (1415 l). La berlina è invece svantaggiata dalla forma poco regolare del suo bagagliaio (452 l) e dall'impossibilità di abbassare il sedile per caricare oggetti ingombranti.

GAMMA INVARIATA Le X-Type 2008 non subiscono alcun aggiornamento meccanico significativo, salvo la citata introduzione del cambio automatico a sei marce per la turbodiesel di maggior cilindrata. L'offerta di motorizzazioni rimane quindi divisa tra due diesel, il 2.0 (130 cv/330 Nm) e il 2.2 litri a quattro cilindri e trazione anteriore e due versioni benzina, equipaggiate con i sei cilindri a V di 2.5 (196 cv/241 Nm) e 3 litri (231 cv/279 Nm) unicamente a trazione integrale. Tutte le motorizzazioni possono poi essere abbinate alla carrozzeria berlina o station wagon, mentre i prezzi partono dai 31.250 euro della versione 2.0D Luxury berlina, fino ad arrivare ai 44.100 euro della station 3.0 V6 Premium Luxury.

AUTOMATICA
Il turbodiesel di 2,2 litri fa parte della banca organi Ford ed era già montato sulla X-Type '07. La scheda tecnica dichiara per questo propulsore 155 cavalli a 3.500 giri e una coppia massima sostanziosa: 360 Nm a soli 1.800 giri. Questo nel caso sia equipaggiato di cambio manuale a sei marce, perché se si vuole provare la comodità del nuovo automatico - sempre a sei rapporti - bisogna rinunciare a 10 cavalli (ma non al picco di coppia) dato che questa versione viene equipaggiata di serie di filtro antiparticolato DPF, optional sulla X-Type 2.2D manuale a 600 €.

GRAZIE RICARDO Considerando l'indole della X-Type e il funzionamento efficace di questo cambio, il debito in termini di potenza con la versione manuale viene più che ampiamente compensato dal maggior comfort e qualità di vita a bordo. Un classico automatico a convertitore di coppia, dotato di funzionalità sequenziale a sei rapporti e logica sport selezionabile in ogni momento. Il cambio è prodotto dalla giapponese Aisin, ma è stato ottimizzato per la X-Type dalla Ricardo, la stessa azienda di engineering che ha supportato Jaguar nell'istallazione del diesel 2.2 sulla piccola di Casa.

MANI D'ORO Le amorevoli cure di Ricardo hanno fatto un gran bene alla X-Type che così configurata trova nuovo smalto e un'andatura consona al blasone della Casa inglese. L'abbinamento tra il diesel e questo cambio appare infatti riuscitissimo, con inserimenti di marcia e scalate molto morbide e quasi impercettibile nell'uso normale. Il merito va al sistema elettronico di gestione del motore ESC che, modificando i giri motore, permette cambiate sempre dolci, anche in modalità manuale.

AUTOMATICO E' MEGLIO Cullati dal comfort e dall'assenza di qualunque strattone, passano un po' in secondo piano le prestazioni non eccelse del turbodiesel common rail, che mostra buone doti di coppia fino ai 3.000 giri, ma che perde anche inesorabilmente smalto solo qualche centinaio di giri oltre. Anche in modalità sequenziale non ha molto senso insistere con le marce basse, perché il risultato che si ottiene è solo un aumento della rumorosità, ancora più evidente tenuto conto del silenzio totale che domina nell'abitacolo quando si lascia fare tutto al cambio.

IMBARAZZANTE Sotto i 2.000 giri, infatti, il motore sembra spento per quanto è silenzioso e privo di vibrazioni. E, in tanta tranquillità, viaggiando sulla X-Type è facile notare molte cose, come la comodità dei sedili e della posizione di guida (con molte regolazioni manuali o elettriche a seconda della versione), il suono imbarazzante del clacson (quasi un pernacchio...), ma anche la fatica del climatizzatore nel raggiungere la temperatura impostata, soprattutto se la macchina è stata lasciata sotto al sole. Tanto che per poter parlare con chi vi sta di fianco si è costretti a ridurre la velocità della ventola e a sudare un po' più a lungo...

GRAFFIA QUANDO VUOLE L'obbiettivo dei vertici Jaguar di produrre la vettura più confortevole del suo segmento pare però realizzato e, anche dinamicamente, la X-Type 2.2D non fa mai alzare il livello di stress del conducente. L'assetto è molto morbido, ciò nonostante la miciona non ha perso completamente gli artigli. Il merito va allo sterzo preciso, anche se non prontissimo, e alla gommatura sostanziosa (225/45 17" o 225/40 18", optional) che allontanano - assieme all'ESP di serie - il rischio di rischiose perdite d'aderenza.

LA WAGON CORICA DI PIU' Chi avesse il desiderio di una X-Type più dinamica farà meglio a scegliere nella lista degli optional, l'assetto più rigido abbinato alle ruote da 18", che ricalca quello del precedente allestimento Sport, non più disponibile. L'abbinamento migliore con l'assetto standard sembra infatti quello con le ruote da 17", perché la maggiore reattività delle gomme /40 montate sulle ruote da 18" mette un po' in difficoltà le morbide sospensioni di serie, soprattutto sulla wagon, che deve gestire anche il maggior peso sul posteriore, coricandosi di più in curva.

RECITA LEONINA Poco male, in ogni caso, anche perché la maggior parte dei clienti Jaguar ha sempre mostrato di preferire la berlina alla più capiente station wagon (che "pesa" storicamente per un 22/25% delle vendite), sottolineando in questo modo la loro diversità rispetto al resto del mercato. Che, per il 2008, dovrebbe premiare la rinnovata gamma X-Type con circa 750/800 immatricolazioni, fra le quali - siamo certi - quest'inedita versione automatica della "giaguarina" reciterà la parte del...leone.


Pubblicato da Michele Losito, 05/05/2008
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