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Prova

Sym JoyMax 300 Evo


Avatar Redazionale , il 11/06/09

14 anni fa - In tempo di crisi, c'è chi pensa solo a lavorare bene e a migliorarsi continuamente. Come la taiwanese Sym, che rinnova il suo Joymax aumentando la cilindrata e introducendo un nuovo look.

In tempo di crisi, c'è chi pensa solo a lavorare bene e a migliorarsi continuamente. Come la taiwanese Sym, che rinnova il suo Joymax aumentando la cilindrata e introducendo un nuovo look.


CONQUISTE SUL CAMPO Nonostante esista ufficilamente in Italia ormai dal 2004, il marchio Sym non è ancora così noto. In realtà, si tratta della sigla con cui viene identificata la Sanyang Industry Co.Ltd, il più grosso produttore di motocicli e quad dell'isola di Taiwan. Ciò non toglie che i prodotti Sym godano di un apprezzamento sempre crescente qui da noi, soprattutto grazie ai loro contenuti tecnici e al favorevole rapporto qualità/prezzo. Come i "cugini” Kymco (anch'essi di origine Taiwanese), inoltre, questi prodotti asiatici si sono velocemente costruiti una credibilità sul nostro mercato, tale da affrancarli dalla concorrenza spietata di tanti altri provenienti dalla Cina e venduti un tanto al chilo, e al punto che Sym Italia è una delle poche aziende che continua a crescere anche di questi tempi.

CUORE NUOVO
Dopo un consolidamento durato circa quattro anni, quindi, Sym è ora nella condizione di spingere sull'acceleratore anche in questi tempi di crisi, forte anche di un'offerta di modelli in evoluzione e sempre più ricca. Prendiamo ad esempio il nuovo Joymax 300 Evo di questo prova. Evoluzione del precedente 250, è uno scooter di dimensioni medio-grandi, votato al comfort e alle prestazioni extra-urbane, garantite dal nuovo motore di 263 cc.


NON SFIGURA Questa unità è la stessa montata sul "ruota alta” CityCom 300, il modello più trendy della gamma Sym. Si tratta di un moderno monocilindrico di 263,7 cc, quattro valvole, dotato di raffreddamento a liquido e iniezione elettronica. Forte di quasi 23 cavalli a 7.500 giri e di una coppia massima di 23,9 Nm a 6.000, non sfigura nei confronti della concorrenza italiana e giapponese, perlomeno per quanto riguarda i dati dichiarati.

AUDI DOCET
Al di là delle prestazioni, comunque, il Joymax 300 Evo punta sulla carta del comfort e della dotazione per emergere, oltre che sulle novità introdotte partendo dalla base del precedente Joymax 250. La modifica più evidente riguarda il frontale, caratterizzato da un'inedita coppia di fari anteriori dal design aggressivo. La differenza rispetto al singolo "occhione dolce” precedente è notevole, e ulteriormente sottolineata dai profili a LED inseriti sopra le lampade principali, che fanno tanto Audi…


VEDE IN PROFONDITA' L'illuminazione della strada deve essere una fissa dei tecnici Sym, perché il Joymax 300 Evo offre una potenza illuminante elevata. Ai doppi fari alogeni, si sommano, infatti, le citate luci a LED, più una coppia di fari di profondità, azionabili con un tasto al centro dello scudo davanti alle ginocchia. E molto utili quando la visibilità è scarsa. A memoria, il Joymax è l'unico scooter ad offrire i fendinebbia di serie, a cui si aggiunge una dotazione comunque generosa.

DOTAZIONE GENEROSA
A fianco del tasto per accendere questi fari aggiuntivi, infatti, troviamo il comando delle quattro frecce, "sfrattato” dai blocchetti elettrici già occupati dal comando per aprire la sella a sinistra e da un poco comprensibile (perlomeno in Europa) commutatore delle luci di posizione e anabbaglianti. Nello scudo davanti alle ginocchia, poi, sono previsti due vani per riporre piccoli oggetti: uno chiuso a chiave e piuttosto capiente, più un altro, posto in corrispondenza del manubrio destro e di dimensioni più ridotte.


SPAZIOSO CON RISERVA Le attenzioni per chi guida questo Sym non finiscono qui, ma proseguono con un ampio parabrezza dalle buone qualità ottiche, con una coppia di specchietti laterali di dimensioni automobilistiche (e per questo un pochino ingombranti nel traffico, per fortuna sono ripiegabili) e con un vano sotto sella dalla buona capacità. Giudicandola a occhio, questa sembra sufficiente per una coppia di caschi, mentre in realtà anche uno solo rischia di rovinarsi per l'improvvida scelta di utilizzare viti dalla testa non protetta per fissare lo scudo inferiore rigido alla sella. Risultato: è facile che le viti graffino la calotta del casco. Lo stesso difetto esisteva nel Joymax 250, possibile non si possa risolvere?

BUONA PER DUE In generale, comunque, la capienza del vano è ridotta dalla scarsa profondità e dalla forma poco regolare, che - per esempio - non permette di riporre la classica 24 ore, o lo zaino porta computer. Ciò non toglie che vi si possa stivare un buon numero di cose utili per chi va in moto, come la tuta antiacqua e così via. Per fortuna la vita dall'altro lato della sella è decisamente più confortevole, non solo per chi guida, che può godere di una seduta sufficientemente bassa (740 mm), ma anche per il secondo, che può sfruttare il nuovo schienalino imbottito di serie.


GUSTO RICCO In generale, l'estetica del Sym Joymax 300 Evo appare piuttosto ricca e piacevole, soprattutto nella variante bianca che vedete in foto. In alternativa, potete sceglierlo grigio chiaro, grigio scuro e… nero. Peccato, a Taiwan non hanno previsto i colori per questo scooter, capace comunque di attirare l'attenzione nel suo habitat d'elezione: il traffico di città. Quando, poi, lo si deve lasciar fermo, questo taiwanese mostra una volta di più il suo lato prodigo, con un intelligente antifurto sotto la sella e un'altrettanto furba ghigliottina d'acciaio che copre l'ingresso della chiave d'accensione. Piccole attenzioni, molto pratiche e di costo limitato, tanto da permettere a questo Sym di essere, comunque, fra le proposte più allettanti del suo segmento: 3.950 euro franco concessionario.

TERRORISMO PSICOLOGICO La strumentazione del Sym Joymax 300 è completa ed elegante. Informa su tutto l'indispensabile e anche oltre, ma propende per il terrorismo psicologico… Mi spiego: dopo circa 900 chilometri di convivenza pacifica tra questo Sym e il sottoscritto, una mattina la spia dell'olio ha deciso di rimanere accesa, senza che la classica operazione "spegni e riaccendi” mi permettesse di tirare un sospiro di sollievo. Possibile che sia successo qualcosa? In realtà no - in questo caso – perché in Sym hanno pensato bene di utilizzare la spia dell'olio per ricordare di fare il tagliando dei mille chilometri…

OTTIMO COMPAGNO Una scelta curiosa, dato che – volendo – avevano a disposizione anche la classica spia motore (quella gialla, tipica anche del mondo auto), ma che ricorda una volta di più quanto sia utile leggere il libretto di istruzioni di qualunque oggetto meccanico prima di utilizzarlo… Risolto il momento d'apprensione, tuttavia, il Joymax 300 Evo si è rivelato un ottimo compagno, sia per le prestazioni del motore, sia per il comfort offerto a conducente e passeggero.


MIDI-MAXI Il vantaggio di questo Sym è, infatti, quello di avere dimensioni generali medie (è lungo 2280 mm per 870 mm di larghezza), ma abitabilità e prestazioni da maxi. Inoltre, pesa poco (182 chili a secco) e ha un interasse relativamente contenuto (1.495 mm) numeri che lo rendono particolarmente agile in città, pur con un'estetica da mezzo di dimensioni superiori. La posizione di guida è, invece, piuttosto raccolta, cosa che può disturbare solo i più alti, che troveranno la distanza fra sella e pedana poggiapiedi leggermente "corta”.

AL PASSO DEI MIGLIORI
È difficile invece lamentarsi del motore, che in questa nuova veste mantiene le doti passate di silenziosità e assenza di vibrazioni, condite con una verve maggiore. In accelerazione il Sym non si fa staccare dagli omologhi "quasi 300”, mentre, in assoluto, mostra una piacevole vivacità in ogni frangente e una più che onorevole velocità di punta, che si assesta oltre i 140 indicati, con il motore in zona "rossa”.


SU DI GIRI Che la trasmissione sia tarata per tirar fuori il meglio dal motore si avverte non solo in autostrada ma anche nella guida di tutti i giorni, dove la lancetta del contagiri difficilmente si allontana a lungo dai 6.000/6.500 giri circa. Questo significa avere sempre il motore nel più favorevole arco di coppia e non dover mai - o quasi - desiderare di più. Per contro, i consumi non sembrano risentirne troppo con medie al di sopra dei 20 km/litro anche sfruttando al massimo la meccanica.

VIA COL VENTO Purtroppo, però, proprio in prossimità della velocità massima il Joymax 300 Evo, se disturbato, inizia a "muoversi un po'", ricordando quanto la sua indole sia lontana da un mezzo sportivo. La sua aerodinamica, in velocità, porta a qualche ondeggiamento di troppo quando si è nelle vicinanza di un furgone o di un camion, ma la ciclistica tarda a recuperare l'equilibrio dinamico (paragonata ai migliori concorrenti), imponendo di alleggerire il gas.


MISURE AGILI In condizioni normali, comunque, il Joymax 300 Evo fila via dritto come un fuso fino alla velocità massima, segno che le sospensioni non sono sottodimensionate o tarate i maniera scorretta. Con ogni probabilità, a giocare contro potrebbero essere le misure del Sym, che abbinando un passo corto a una forcella non particolarmente "aperta” ha privilegiato l'agilità alla stabilità sul veloce.

CONTROLLO CERCASI Certo, dalla forcella e dalla coppia di ammortizzatori si vorrebbero maggior controllo e compostezza sui dossi o sulle giunzioni trasversali, ma sono caratteristiche che emergono solo nell'uso autostradale ad alta velocità, quindi in un campo d'azione che non è la destinazione primaria di questo scooter. C'è da aggiungere, tuttavia, che le prestazioni del motore sono tali da non precludere al Joymax anche un uso turistico di medio raggio, purché non si pretenda di battere il proprio record casello-casello.


COMBINATA DEBOLE Più controverso è il giudizio sull'impianto frenante, che utilizza dischi di dimensioni un po' sottodimensionate (disco singolo da 240 mm davanti e 220 mm dietro), pur con l'ausilio di un sistema di frenata combinata. Tirando la leva sinistra si azionano il disco anteriore e il posteriore, con una risposta che piace nei rallentamenti alle basse velocità, ma che non permette allo scooter prestazioni adeguate a quelle più alte. Anche utilizzando entrambe le leve la potenza dell'impianto appare poco incisiva, pur con il pregio di non bloccare mai (ma proprio mai) la ruota posteriore.



Pubblicato da Michele Losito, 11/06/2009
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