MotoE sospesa: ecco perché Dorna chiude il campionato elettrico di MotoGP
MotoE 2025

La MotoE non funziona, la Dorna "spegne" il campionato elettrico


Avatar di Simone Valtieri, il 11/09/25

3 ore fa - Dopo sette stagioni la MotoE si ferma: il pubblico non ha risposto e l’industria guarda ad altre soluzioni sostenibili

Dorna e FIM annunciano la sospensione del campionato mondiale MotoE a fine stagione. Nonostante gare spettacolari e tecnologie all’avanguardia, la serie non ha conquistato i tifosi e l'industria

La MotoE, il campionato mondiale dedicato alle moto elettriche nato nel 2019, chiuderà i battenti al termine di questa stagione. Dopo sette anni di tentativi, la Dorna e la FIM hanno preso atto che la categoria non ha ottenuto l’attenzione sperata. Le corse sono state spettacolari, i piloti di talento non sono mancati, ma il pubblico non si è mai affezionato davvero. Un campionato che doveva rappresentare il futuro delle due ruote si ferma, in attesa di tempi più maturi. Il problema principale è che il mondo delle moto elettriche ad alte prestazioni non ha seguito la traiettoria immaginata. L’industria delle due ruote, invece di puntare su prototipi a batteria, ha virato su altre strade: motori a combustione sempre più efficienti e soprattutto carburanti sintetici e bio, considerati soluzioni più praticabili e vicine alle esigenze delle aziende. Per i fan, che associano il motociclismo al rombo dei motori, la MotoE non ha mai rappresentato un’alternativa davvero emozionante.

Il primo test della Ducati V21L MotoEIl primo test della Ducati V21L MotoE

Strategie future e lezioni apprese

La MotoGP guarda comunque avanti: dal 2024 tutti i suoi motori utilizzeranno almeno il 40% di carburanti non fossili, per arrivare al 100% entro il 2027. È la risposta concreta a chi chiede uno sport più sostenibile, senza sacrificare la velocità e lo spettacolo. In questo contesto la MotoE si è rivelata una parentesi interessante ma fuori sincrono rispetto al mercato e agli interessi degli spettatori. Se un giorno le moto elettriche torneranno centrali, la Dorna ha lasciato la porta aperta a una possibile rinascita. Per molti appassionati la sospensione della MotoE è una delusione, ma anche una lezione su come l’innovazione non basti da sola: serve anche un pubblico pronto a recepirla e un’industria disposta a investire. La MotoE ha dimostrato che il motociclismo sa sperimentare, ma anche che ascoltare i tifosi e le tendenze del mercato restano due fattori fondamentali per restare rilevanti. Lo spettacolo in pista non è mancato, è vero, ma il futuro delle corse sembra per ora seguire una strada diversa, non rivoluzionaria.

La reazione di Ducati

Tra i protagonisti più coinvolti nel progetto MotoE c’è ovviamente Ducati. La casa bolognese non ha intenzione di fermarsi nonostante la sospensione del campionato, tanto che nella fabbrica di Borgo Panigale il lavoro sulla V21L, la moto elettrica sviluppata per la serie, è servito a costruire un patrimonio di conoscenze prezioso per il futuro. In tre anni di test e gare con 18 piloti in pista, l’azienda ha raccolto una mole enorme di dati e affinato le proprie competenze sulla tecnologia delle batterie. I progressi non sono mancati: l’evoluzione delle celle ha consentito di alleggerire il pacco batterie di ben 8,2 chili, un risultato importante ma ancora insufficiente per raggiungere le prestazioni e l’autonomia di una moto da corsa tradizionale. Per questo Ducati continuerà a lavorare in sinergia con il Gruppo Volkswagen, esplorando nuove soluzioni come le batterie allo stato solido. Lo scorso 8 settembre, all’IAA Mobility di Monaco, è stato svelato un prototipo equipaggiato con accumulatori sviluppati da QuantumScape insieme ad Audi e PowerCo: un primo passo verso tecnologie più efficienti e leggere, che conferma la volontà di Ducati di restare all’avanguardia anche nel campo dell’elettrico. La MotoE si ferma, ma a Bologna la ricerca non si spegne.

 

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Pubblicato da Simone Valtieri, 11/09/2025
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