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In viaggio con: Aprilia Caponord Rally Raid


Avatar di Mario Cornicchia , il 16/06/04

19 anni fa -

Ritirata con 652 km, riconsegnata con 9.500 km. Problemi zero, viaggi tanti. Una volta tanto la doppia R non significa pista e staccate ma viaggi e avventura. E noi ne abbiamo approfittato, viaggiando in lungo e in largo per tutta Italia. Un test verità da cui la big enduro di casa Aprilia è uscita a petto gonfio e testa alta.

A CAPOSUD A Caponord con la Caponord? Banale, meglio invece puntar verso il caldo, verso CapoSud, da Milano verso Pachino, il comune più a Sud d’Europa. Più di 2000 chilometri attraverso i più bei parchi italiani con l’inseparabile Raid. Caponord con la Caponord sembrava una meta banale. E poi troppo distante se non si usano trucchi via mare. E poi, d’estate, il rischio di trovare tempo brutto è troppo alto. Siamo in vacanza, non è un raid per mettere alla prova la tempra del pilota (e del passeggero). È una vacanza per mettere alla prova la Raid, la versione estrema della Caponord di Aprilia.

MAI GIUDICARE, PRIMA La prima volta che l’ho vista non volevo nemmeno salirci: e dove vado con questa Potemkin, mi sono chiesto? Occupava un box intero. Le borse sono vere e proprie valigie in alluminio Rimowa (meravigliose ed elegantissime) e quando sono montate la Rally Raid è poco più stretta di una Smart. E anche poco più bassa… insomma un oggetto che a prima vista sembra inguidabile. Salgo (è proprio il caso di dirlo) in sella e dal mio 1,78 desidero non dovermi mai fermare a un semaforo per non essere costretto a metter giù (ma proprio giù!) i piedi. L’oggettino non pesa poco, e anche se Aprilia non comunica dati ufficiali non serve la Weight Watchers per capire che la Raid pesa come un TIR. Parto un poco in soggezione ma, dopo pochi chilometri, con la Raid sembra di poter superare qualsiasi ostacolo e la Sport Utility a due ruote si muove con leggerezza inaspettata. TEMPERAMENTO SPORTIVO Il motore sbatte un poco ai regimi più bassi ma, malgrado le proteste, spinge sempre. I suoi natali sportivi (è lo stesso della RSV vecchia serie riveduto e corretto nell’erogazione) si vedono quando si apre la manetta e dai 4000 giri in su ha bel un temperamento. Sto attento alle borse: sono davvero ingombranti ed è meglio farci un po’ l’occhio per evitare di lasciarle attaccate a un paraurti o a un palo. Il primo contatto è un po’ freddo, mi tengo un po’ a distanza… chi l’avrebbe detto che con la "Capo" avrei poi percorso quasi 9000 chilometri in sei mesi… ALLA LUNGA, È AMORE Eppure è andata proprio così, un fine settimana dopo l’altro, via a macinar chilometri su e giù per gli Appennini. Guai a chi mi tocca la Caponord che, ai miei occhi, diventa perfino bella malgrado la sua colorazione bicolore da finta Nutella. Chilometro dopo chilometro siamo in viaggio in tre: io, lei e la "Capo". Weekend dopo weekend, fino a decidere di saltare in sella e di puntare verso Sud, dove si arriva si arriva, lungo un itinerario che si tiene lontano dalle autostrade per attraversare tutti i parchi possibili dalle Marche in giù. Tiratone in autostrada fino a Civitanova Marche e poi si punta verso l’interno. In autostrada la Raid non ha una protezione aerodinamica eccezionale, con turbini a volte un po’ fastidiosi. VELOCITÁ IDEALE Si cerca la velocità ideale per entrambi: per il pilota sarebbe meglio arrivare al limite del ritiro patente, con i vortici che superano il casco ma che sbattono contro quello del passeggero che preferisce andature più moderate. Ma anche in autostrada la Capo va bene, con motore da vendere e comfort automobilistico. Caratteristiche che non mancano nel misto, dove la Caponord si dimostra una vera tourer, comoda ma in grado di assicurare divertimento e piacere di guida come una sportiva. Anche carichi come muli, con borse piene in posizione e borsone sul grande portapacchi, la Raid danza tra le curve con insospettabile agilità. Merito dell’ottimo e granitico telaio e del motore, sempre pronto a dare una mano ma senza strappi. PRONTA A TUTTO La Raid, a differenza della Caponord normale, monta sospensioni belle toste, con la forcella da 50 mm regolabile in compressione ed estensione, e con l’ammortizzatore posteriore completamente e facilmente regolabile, roba da fuoristrada vera, insomma.. Sospensioni soffici ma efficaci, come il telaio con cui è molto facile regolare un assetto per ogni occasione, quello ultrasoft da pavé cittadino, quello da piega, quello da viaggio in due carichi come bestie. È un attimo trasformare la Raid da poltrona in "supersportiva". E via, curve su curve, larghe e strette, veloci e tornanti, salite e discese. SIMBIOSI Ormai con la Raid sono in perfetta simbiosi tanto che alla fine di un bel tornantone sento bussare sulla spalla: "sai che ho toccato con la scarpa l’asfalto?". Vabbe’ che ha il 40 di piede, ma la piega è piega… Alla fine del giro le gomme sembrano nuove, consumate in maniera perfettamente omogenea, con i fianchi che hanno lavorato come la parte centrale, o forse di più. Dove Aprilia avrebbe potuto far di meglio è riguardo ai freni: potrebbero essere più potenti e con un comando più facile, ma sulla resistenza non hanno mai dato problemi malgrado la guida turistico-sportiva e il carico che spesso raggiungeva pesi e dimensioni da grande esodo. Viaggiare con la Caponord Raid è un vero piacere, attraversare l’Italia pure.

PIOGGIA

Ricordi piacevoli: sosta a mangiare gli arrosticini all’aperto a Campo Imperatore, ricordi meno piacevoli: sotto il diluvio nella magnifica gola del Sagittario, sotto il diluvio fino a Napoli, con una concessione alle autostrade per evitare (purtroppo) la piana di Campobasso, sovrastata da nuvoloni neri e minacciosi. E sotto il diluvio (per fortuna non siamo andati a Caponord !!) fino in Calabria, con sosta a Santa Severina. Ormai bolliti dopo 1500 chilometri di curve, acqua, freddo e caldo torrido. Senza mezze misure. Sulla Caponord Raid, con le sue meravigliose borse Rimowa ben stipate, a perfetta tenuta stagna di acqua, di caldo di freddo. Con la borsa andiamo perfino in spiaggia: alluminio fuori, tenuta alla sabbia, polistirolo coibentante interno e dopo una giornata al sole l’acqua è ancora fresca. Eccezionali. Qualche giorno di riposo e poi ancora in marcia.

SELLA IN DISCESA

Ma se volete fare tanti chilometri con la Raid e volete bene al passeggero, comprate una sella posteriore della Caponord normale o fatevi rifare quella della Raid: non soltanto il sellino posteriore è poco imbottito ma è anche in discesa, con grande fatica e mal di schiena di chi vi accompagna nelle vostre avventure motociclistiche. Certo, i Raid si fanno da soli (anzi, smontando il sellino posteriore si dispone di un portapacchi supplementare) ma per i raid vacanzieri meglio provvedere. La Calabria vola via in un giorno: l’unico tentativo di puntare verso l’interno si scontra con un muro d’aria a 50° ed è meglio rinunciare: i condor iniziano a volteggiare sui nostri caschi.

SULLA SILA

Meglio buttarsi verso l’alto sulla Sila in mezzo alla più fitta e affascinante concentrazione di alberi che abbia mai visto in vita mia: emana fresco soltanto a guardarla e fa sembrare la Foresta Nera un parcheggio di supermercato. L’autonomia della Caponord, con il suo serbatoio da 25 litri, non è male: in media con un pieno si percorrono 220/250 chilometri di statale tutta curve. Un serbatoio che, equipaggiato con un ragno elastico, si presta a diventare un secondo portapacchi, per uno zaino e per gli oggetti da tenere a portata di mano.

SICILIA TORRIDA

In Sicilia il clima è ancora torrido e siamo costretti a un’altra tirata, fino a Noto, la capitale europea del Barocco, dove ci spiaggiamo come balene che hanno perduto l’orientamento. Ma sappiamo benissimo dove siamo, che caldo infernale c’è poco più a nord e non abbiamo intenzione di muoverci da un posto che trasuda storia e fascino in ogni sua pietra e da cui i turisti sciabattanti si tengono alla larga. Non ci muoviamo se non per raggiungere la spiaggia di Vendicari (ricordate il commissario Montalbano?) o per visitare, all’imbrunire, la splendida Ragusa Iblea. E per il ritorno? Altri 2000 chilometri??? Nemmeno per sogno, siamo ormai lessati dal caldo. Meglio optare per la traversata della Sicilia fino a Palermo con sosta a Enna per visitare la cattedrale, uno dei più bei gioielli della Trinacria, per prendere il traghetto che ci riporta a Nord, cabina vista mare per non uscire mai durante le oltre 20 Ore di traversata.

RITIRATA

E finalmente a casa. Ormai con la Raid siamo tutt’uno e nel traffico mi sembra uno scooter. E la guido di conseguenza. Non vorrei più staccarmi dalla mia Caponord ma il momento tanto temuto arriva, devo restituirla a quegli aguzzini senza cuore di Aprilia… Bastardi…
Pubblicato da M.A. Corniche, 16/06/2004
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