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Headbanger Foxy Lady, High Flyin' e Hollister


Avatar Redazionale , il 23/04/10

14 anni fa -

Il nome non deve trarre in inganno: questi tre modelli sono made in Italy e sono dedicati a chi vuole una special cucita addosso, che sia interamente omologata, coperta da garanzia e pure Euro 3. I prezzi partono da 20.950 euro.


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KUSTOM, CON LA K Una custom completamente originale, come mamma fabbrica l'ha fatta, è un controsenso bello e buono. In fondo anche la parola customizzare è sinonimo di personalizzare, tanto per dare un'idea del concetto. Ma quando Kustom si scrive così, con la K, ecco che individualità e anticonformismo trovano forse la loro massima espressione su due ruote.


MADE IN ITALY
Proprio la "cultura" Kustom, il movimento che vede la moto come forma d'espressione quasi artistica e che aveva già mosso i primi passi anche nel nostro Paese, conosce ora un impulso importante con l'arrivo sul mercato della gamma Headbanger Motorcycles. Il nome non deve trarre in inganno: le moto, sfruttano, sì, una parte della componentistica a stelle e strisce ma sono made in Italy. Il braccio e la mente sono Luciano Andreoli e Giorgio Sandi, titolare dell'atelier milanese Good Vibrations che si occupa anche della loro commercializzazione.

DENOMINATORE COMUNE Le moto del catalogo Headbanger sono tre e appartengono tutte al medesimo filone "Old School". A fare da denominatore comune ci sono dunque un look rétro e un minimalismo di fondo, oltre a un telaio di tipo softail, che con le sue linee pulite si presta bene a realizzazioni che strizzano l'occhio al passato. Sono un ritornello anche la trasmissione con cinghia a vista e finale a catena e l'alimentazione a carburatore, che non impedisce alla gamma Headbanger di rispettare la normativa Euro 3. Per il resto le tre moto non potrebbero essere più diverse tra loro.


HOLLISTER
Il modello d'accesso è la Hollister, una Bobber dalle forme essenziali e dotata di un piccolo serbatoio peanut da 9 litri. In configurazione standard ha un motore bicilindrico RevTech da 88 pollici cubi (un 1.450, per parlare come si mangia). Da un punto di vista ciclistico spiccano le due ruote da 16" con pneumatici da 130 e 180. L'interasse è di 1.600 mm mentre il peso è di 235 kg.


HIGH FLYIN'
La High Flyin' è invece una muscle bike che richiama alla memoria i primi Anni 70 e che mostra una certa familiarità con la Hollister se non altro per la presenza del medesimo serbatoio da 9 litri. Alla voce segni particolari figurano senz'altro le spettacolari ruote a raggi, da 18" al posteriore e da 21" all'anteriore, assieme al manubrio basso. Protagonista assoluto della scena è il bicilindrico TP da 121 pollici cubi (un 2.000, insomma) che scarica attraverso un 2 in 1 suggestivamente fasciato come una mummia. Complice una forcella accorciata, l'interasse è di 1.595 mm, mentre il peso scende a 230 kg.

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FOXY LADY
Di tutt'altra pasta è invece la Foxy Lady, una rock bike in stile Fifties, resa più in carne dal serbatoio Fat Bob da 18 litri e dai parafanghi avvolgenti, che quasi nascondono le due ruote da 16". Proseguendo il giro perlustrativo, rispondono "presente" all'appello una sella biposto, due borse in pelle, un manubrio rialzato e uno scarico 2 in 2 con marmitte fish tail. A dar fiato alle trombe è in questo caso un motore nuovamente RevTech ma stavolta in configurazione da 100 pollici cubi (ovvero 1.640 cc). L'impostazione più turistica si misura anche con il metro e con la bilancia: interasse e peso sono nell'ordine di 1.665 mm e 250 kg.

TIRANDO LE SOMME Venendo ai prezzi, si parte dai 20.950 euro della Hollister per arrivare ai 24.950 della High Flyin', passando per i 23.950 della Foxy Lady. Le cifre sono però puramente indicative. Ogni cliente può tagliarsi la moto su misura, come un abito di sartoria. Scontata la possibilità di avere la moto del colore preferito, qui si possono cambiare a piacimento freni, ruote, accessori di ogni tipo e persino in motore. Molte opzioni sono senza sovrapprezzo ma dando briglia sciolta alla fantasia si può vedere il conto lievitare come il panettone di Natale. Se comunque si pensa che si sta parlando di special confezionate amorevolmente a mano da artigiani-artisti, rigorosamente omologate e dotate di due anni di garanzia, con mille dettagli che non sfigurerebbero esposti in una teca, il conto non è nemmeno troppo salato. Giriamo pagina e vediamo ora come se la cavano su strada.


BUONA LA PRIMA
La prima Headbanger che mi capita di provare è anche quella che alla fine nel complesso mi piacerà di più, ovvero la Foxy Lady. La posizione di guida è rilassata, con le pedane ampie e avanzate e il manubrio forse un po' alto ma che garantisce un buon braccio di leva. Non che ce ne sia bisogno, comunque: la moto si dimostra docile e maneggevole, facile da gestire anche nelle inversioni a U. Con il salire della velocità, l'equilibrio dinamico resta buono e si guida in scioltezza senza grande impegno, godendosi il motore, con il suo borbottio e la sua coppia generosa sin dai bassi.


MR MUSCOLO
Quanto a prestanza del motore, però, la High Flyin' non è certo seconda alle sorelle. Il suo due litri spinge forte, con una colonna sonora da pelle d'oca e con risposte decise a ogni movimento del polso destro. E' quel che serve quando c'è da completare un sorpasso o quando semplicemente si decide di dissotterrare l'ascia di guerra e di partire al verde del semaforo come se si fosse su una dragstrip. Nel misto, invece, quando c'è da scendere in piega, la ruota 21" oppone un po' di resistenza e consiglia di tenere un atteggiamento meno bellicoso.


GIROTONDO
Con le ruote paffute e una forcella che quanto lunghezza si pone a metà strada tra quella delle altre due Headbanger, la Hollister sfodera invece una guida più tonda. La più economica della famiglia non merita certo di essere considerata la Cenerentola del gruppo. Il bicilindrico RevTech si dimostra molto in palla anche nella versione di piccola cilindrata (si fa sempre per dire…). Con un'erogazione lineare e corposa che asseconda la guida in panciolle come quella più disinvolta.

FUMO E ARROSTO Dare un giudizio più approfondito di così è impossibile, avendo avuto a disposizione ciascuna Headbanger giusto per una manciata di chilometri. Con freni e cambi ancora in rodaggio e qualche regolazione ancora da sistemare, c'è comunque l'impressione di aver guidato moto vere. Sono tutt'e tre piccole opere d'arte, per certi versi, ma non sono destinate a restare solo su piedistallo, pur avendo nella cura per il dettaglio il loro pregio principale.


Pubblicato da Paolo Sardi, 23/04/2010
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