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Ducati Panigale V2 2020: prova in pista, pregi, difetti, prezzo
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Ducati Panigale V2: tutto quello che c'è da sapere dopo la prova


Avatar di Danilo Chissalé , il 13/11/19

4 anni fa - Ducati Panigale V2 2020: prova, pregi, difetti, prezzo della sportiva

Nuova Ducati Panigale V2 2020. Tante le novità: look Panigale V4 e più prestazioni, le opinioni dopo la prova

NEW DEAL Nuova nel nome, nuova nell'estetica, nuova di elettronica. Nuova infine anche nell'uso stradale, e ovviamente nella direzione giusta, quella di performance e feeling di guida. Signore e signori, ecco a voi Ducati Panigale V2, il nuovo corso della super bicilindrica emiliana. Ora la "baby V4" è bella da far paura e ancor più raffinata nei contenuti tecnici. Prima di sapere come va su strada (e in pista...), il suo identikit.

IL MOTORE Per il popolo Ducati, il V2 di 90° rappresenta un pezzo di cuore: è l'architettura della mitica Ducati 916, è un motore speciale che oggi esprime tutta la sua carica emotiva e tecnologica nel Superquadro da 955 cc, ora completo anche di omologazione Euro 5. Rispetto all'edizione che equipaggia Ducati 959, cioè il modello dal quale deriva, su Panigale V2 il bicilindrico sprigiona 5 cavalli in più (155 cv a 10.750 giri ) ed eroga anche una coppia superiore di 2 Newtonmetro (104 Nm a 9.000 giri). Incrociando i dati del motore con il peso della moto (176 kg a vuoto), puoi immaginare quale missile.... 

BELLA CHE FA MALE Numeri a parte, a mozzare il fiato è anche la linea. Ducati Panigale V2  riprende tutta la sublime cattiveria della sorellona a 4 cilindri, tuttavia la nuova carenatura ha superfici estese che avvolgono completamente la meccanica, esaltando le dimensioni contenute del bicilindrico Superquadro e dando vita ad una moto che rispetto a Panigale V4 è visivamente più compatta, e non mette a disagio. Di squisita origine V4 sono invece il forcellone monobraccio e lo scarico con silenziatore sotto il motore. Inedito anche il cerchio posteriore. Per il comparto sospensioni, l'arcinota forcella Showa Big Piston Fork (BPF) da 43 mm, completamente regolabile, e ammortizzatore posteriore (anch'esso pluri-regolabile) e ammortizzatore di sterzo a firma Sachs.

EASY RIDER Appartiene di diritto alla categoria delle supersportive, tuttavia specifiche modifiche all’assetto, i nuovi pneumatici Pirelli Diablo Rosso Corsa II, inoltre anche tarature dei freni idraulici riviste in chiave comfort, fanno di Ducati Panigale V2 una moto soprattutto per la strada. Una moto più intuitiva e agile, più divertente anche per chi non è un campione della guida ginocchio a terra.

TECNOLOGIA Anche la dotazione elettronica, basata sulla Piattaforma Inerziale a 6 assi, non lascia dubbi sul fatto che la Panigale V2 possegga il dna della sportiva alto di gamma. Il nuovo pacchetto elettronico eleva gli standard di sicurezza attiva e di controllo della dinamica del veicolo grazie all’aggiunta della funzionalità “cornering” applicata all’ABS, al quickshift (ora anche con funzionamento in scalata), inoltre ai controlli di trazione, freno motore e impennata. Come di consueto, tutti i controlli sono integrati nei tre Riding Mode (Race, Sport e Street) e modificabili tramite il nuovo cruscotto TFT a colori da 4,3” con grafica e interfaccia studiate per rendere intuitiva la navigazione del menù, la regolazione dei settaggi, oltre che più immediata l’identificazione del Riding Mode selezionato.  

QUI PREZZI Nuova Ducati Panigale V2 costa 17.990 euro franco concessionario. Controllo del gioco valvole previsto ogni 24.000 km, tagliando con cadenza 12.000 km o 12 mesi. Ancora un po' di pazienza, e sotto la gallery, anche le impressioni di guida. Stay tuned.

RIVALUTATELE Io l’ho sempre pensato… le medie sportive, quelle che ormai non esistono più (o quasi) sono le più adatte a me. E lo sarebbero anche per tutti quelli che la domenica arrivano in pista con bombardoni da oltre 200 cv e accampano scuse (la gomma non gommava, il freno non frenava, il gatto non mi ha fatto dormire e similari) per giustificare rilevamenti cronometrici impietosi e turni interrotti a metà. Provate per credere! Fidatevi, il godimento che mi ha dato questa Panigale V2, anche in una pista da mondiale come Jerez, è difficilmente superabile.

POSIZIONE OK Come dice il detto: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”. Per andare bene, e perché no forte, in moto è fondamentale la posizione di guida. La nuova Panigale V2 sotto questo aspetto è decisamente un ottimo inizio. La filosofia è la stessa della sorellona a quattro cilindri: vita snella, semi manubri belli aperti e quasi paralleli al suolo, pedane alte ma non impossibili, almeno per chi vi scrive (sono alto 1,75 m). Di solito le super sportive non badano troppo al confort ma la Panigale V2 tratterà le vostre terga con il dovuto riguardo grazie alla nuova sella più ampia e imbottita. Questa è un’ottima notizia per le mosche bianche che utilizzano le sportive anche su strada, magari anche in coppia dato che nel segmento una sella ben imbottita per il passeggero come quella della Panigale V2 difficilmente si trova.

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TORNIAMO A NOI Per la prova nel mondo reale vi do appuntamento tra qualche mese, col ritorno della primavera, ora ho di meglio da raccontarvi. Ducati è convinta che la scelta di Jerez sia la migliore per mettere in risalto la bontà del loro nuovo progetto, io sono decisamente d’accordo con loro… E come potrebbe essere altrimenti, il fatto che ci corrano praticamente tutte le categorie, anche le grazielle a motore a momenti, è indice della bontà del banco prova. Per farci saggiare le reali capacità della moto i ragazzi di Ducati ci hanno fornito delle Pirelli SC in luogo delle pur ottime Rosso Corsa 2 di primo equipaggiamento. Via le termo… è tempo di dare il gas.

FACILE DA SUBITO Non è affatto scontato trovarsi a proprio agio fin dai primi metri con una moto mai guidata prima, con la Panigale V2 il tempo di ambientamento si riduce a meno della durata del giro di lancio. Merito della ciclistica bilanciata e dei controlli di ultima generazione: saper di poter contare su uno zelante angelo custode appena ce n’è la necessità è un bel plus. E poi il motore, 155 cv, paragonati ai dati di certe millone, potrebbero sembrare pochi ma in realtà danno soddisfazione come un bel piatto di pasta al ragù preparato dalla nonna, ma della giusta quantità.

SEMPRE FULL Il bello di queste potenze è che puoi sentirti pienamente in controllo della situazione senza che la moto faccia di te una pezza da piedi nel tempo di 5-6 giri. A trarne vantaggio sono soprattutto gli amatori che possono mantenere alto il livello di prestazioni per tutta la durata del turno. Certo, a chi non piace essere fiondati fuori dalle curve con la spinta dell’Apollo 13, ma la Panigale V2 è tutt’altro che noiosa da guidare, anzi! I curvoni di Jerez affrontati con gas a battuta sono un’esperienza che andrebbe prescritta dal medico curante. L’erogazione al di sotto dei 4.000 giri/min è un po’ fiacca ma superata la soglia c’è birra in abbondanza.

RAZOR Il punto forte della Panigale V2 è senza dubbio il comportamento in piega. La discesa in curva è progressiva e bilanciata, cosa fondamentale se si è in cerca di avantreni sinceri, ma è la facilità con cui si chiudono le curve a lasciarmi sbalordito. Nonostante le mie riaperture di gas da slogatura del polso, la PaniV2 non allargava affatto le traiettorie permettendomi giro dopo giro di azzardare sempre di più con in gas e con i freni. Ottimi dunque i nuovi settaggi della forcella e del mono, così come egregio è stato il comportamento dei freni Brembo sempre all’altezza della situazione.

QUI ELETTRONICA Quasi dimenticavo di dirvi le mie impressioni sull’elettronica. Sia chiaro, non per mia distrazione, ma per la bontà del modo in cui intervengono. Le nuove logiche del traction control permettono di fare molta più strada senza che il sistema tagli troppo la potenza mentre l’ABS viene messo in difficoltà solo quando i tempi sul giro sono più simili a quelli dei piloti navigati piuttosto che a quelli di un amatore di medio livello.

QUESTIONE DI LOGICA L’unico appunto mi sento di farlo al cambio quickshifter della Panigale V2 (ora con Blipper). Il cambio digerisce a fatica le scalate repentine, specialmente quelle tra la terza e la seconda marcia. Adottando uno stile di scalata differente si sopperisce al problema, ma qualche rivale fa di meglio e da Ducati ci si aspetta sempre il top.

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Pubblicato da Danilo Chissalè, 13/11/2019
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