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Una settimana con la Triumph Bonneville Bobber


Avatar di Emanuele Colombo , il 26/07/17

6 anni fa - In sella alla Triumph Bonneville Bobber: ecco come va

Triumph Bonneville Bobber: prova su strada, caratteristiche e prezzo

Una settimana in sella alla Triumph Bonneville Bobber, una scultura in movimento: pregi e difetti, caratteristiche e prezzo

SCULTURA VIVENTE Ma chi l'ha disegnata? Marinetti? Boccioni? Balla? La Triumh Bonneville Bobber, nella penombra del garage sembra una scultura futurista, inno a una velocità e a un ardimento d'altri tempi. Bassa com'è, e lunga 11,5 centimetri più di una Bonneville normale, sembra una locomotiva in miniatura: con la vernice nera del telaio che contrasta con il bronzo antico del serbatoio e l'acciaio satinato dei carter motore. Il metallo, qui, è più di un materiale. Diventa addirittura una filosofia, da ostentare e da toccare: lo confermano le leve di freno e frizione, la cui costruzione massiccia stimola il tatto a ogni pinzata.

POMPONE BRITISH Metto in moto e il motore si anima come se fosse un cuore grande e lento, dal battito profondo e maestoso. Il cambio sembra una serratura che scatta, tanto la leva è netta e decisa nei suoi movimenti. Rilascio la frizione e la Bobber balza in avanti senza sforzo. Il metallo pesante, qui, è quello di una molla pronta a scattare. Il peso della Bobber, infatti, è di ben 228 chili, che il baricentro bassissimo e il bicilindrico parallelo di 1.200 cc (77 cavalli per 106 Nm di coppia) mascherano a meraviglia.

A GIRO D'ORIZZONTE La posizione è leggermente incurvata in avanti. Grintosa, ma comoda. La sella a soli 69 centimetri da terra regala un collegamento con la strada che le moto più alte non sanno trasmettere. Gli specchi retrovisori distanti tra loro, montati alle estremità del manubrio, mi restituiscono una visione del mondo dietro di me in 16:9, come se guardassi uno schermo panoramico. La strumentazione sembra un orologio di lusso, con il contagiri digitale magistralmente incastonato in un quadrante analogico dal fondo color bronzo.

CHE ELASTICITÀ! Pronta e potente alla manetta, la Bobber parte da ferma fluida e senza sforzo persino in terza marcia, con il contagiri a 1.350 giri al minuto: neppure i boxer tedeschi arrivano a tanto. Accusa solo una pesantezza di sterzo appena accennata (il manubrio tende a chiudere in curva) che non disturba e i freni richiedono più forza del normale per fornire decelerazioni importanti: specie a freddo. In compenso la loro modulabilità è molto buona.

GUIDA ISTINTIVA Maneggevole nel traffico e confortevole sul pavé, la Bobber affronta senza tentennamenti anche le strade ricche di curve, dove le pieghe vengono naturali. Almeno finché le pedane non mettono un freno all'entusiasmo del pilota, grattando vistosamente sull'asfalto. La sella monoposto? Definisce un carattere e una scelta di vita: la Bobber attira sguardi e consensi, particolarmente dal pubblico femminile. Ma il maschio Alfa è un solitario per scelta: autonomo e irraggiungibile. Fanciulle, siete avvertite.

SERBATOIO PICCOLO In viaggio, la protezione aerodinamica inesistente non disturba più di tanto, alle velocità consentite. Il serbatoio da soli 9 litri, comunque, comporta soste al distributore non troppo distanziate tra loro. Il prezzo per un simile gioiello? Partiamo da 12.700 euro, che non sembrano neppure tanti a fronte di preziosismi quali le pipette delle candele e il tappo del serbatoio firmati Triumph. Una finezza che pochi costruttori si possono permettere.

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Pubblicato da Emanuele Colombo, 26/07/2017
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