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Prova su Strada

Suzuki GSX-S 750 Yugen: una nuda speciale


Avatar di Danilo Chissalé , il 30/03/18

6 anni fa - Nuova Suzuki GSX-S 750 Yugen: prova caratteristiche e prezzo della special

Suzuki GSX-S 750 Yugen: prova, caratteristiche e prezzo della special

Nuova Suzuki GSX-S Yugen: prova su strada, pregi e difetti, dotazioni e prezzo della nuda in versione speciale

SPECIAL Il marketing è l’anima della nostra epoca, dietro ogni cosa, anche la più semplice, si cela un approfondito studio su gusti e tendenze del momento. La nuova Suzuki GSX-S 750 Yugen ne è l’esempio. Per rinfrescare l’immagine di una moto bastano pochi ritocchi ben mirati: uno scarico aftermarket, adesivi e colorazione dedicati, accessori dal catalogo ufficiale ed eccoti la serie limitata. Mossa furba e ben studiata…  restituisce appeal ad un modello che accusa il passare del tempo? La mia risposta è sì, e vi spiego perché.

SIMILE MA DIVERSA La nuova Yugen arriva come la pioggerellina dopo un lungo periodo di siccità, sul fronte novità Suzuki quest’anno è rimasta leggermente indietro rispetto alle concorrenti. Starà preparando qualcosa di grosso, tipo la nuova Hayabusa? Può darsi, nel frattempo con questa serie speciale rinfresca l’immagine di una moto valida e spesso sottovalutata come la Suzuki GSX-S 750. Guardandola non diresti che sia diversa dalla versione standard, le linee rimangono tese e muscolose degne di una naked da sparo, eppure qualche dettaglio per identificarla c’è, ad esempio lo scarico in titanio con fondello in carbonio realizzato da SC Project, il porta targa snello sempre marchiato SC e il cupolino fumè. A completare l’opera di personalizzazione troviamo le frecce a LED e l’adesivo para serbatoio col brand della casa di Hamamatsu.

FATTA BENE Così come sulla standard, il livello di finitura della Yugen è davvero elevato: le pedane pittate di nero (le stesse della sorellona GSX-S1000), le plastiche e gli accoppiamenti non prestano davvero il fianco a critiche. Riuscito (e larghetto) il serbatoio, così come il puntale: raro vederlo così ben integrato nella sagoma della moto. Inoltre, cela sapientemente il tubo di scarico.

MUSICA MAESTRO In casa Suzuki il numero 750 è sempre stato sinonimo di grandi motori, il quattro cilindri da 750 cc della GSX-S 750 Yugen non è da meno, di derivazione GSX-R 750 K5, ha carattere e voce da sportiva vera, in questo caso lo scarico della SC Project ci sta veramente bene, come il cacio sui maccheroni o un paio di tacchi 12 su una bella donna. Nonostante sia omologato e rispetti le normative euro 4, con chissà quale trucco diabolico, suona proprio come uno scarico racing.

MANUBRIO STRETTINO Salgo in sella, prima dentro e faccio sgranchire le zampe ai 114 cavalli della Yugen. Si dice che con le Honda si trovi subito il feeling, questa GSX-S non è da meno. Il serbatoio è largo, ma mi sento ben inserito. Non ho i polsi troppo caricati ma, allo stesso tempo, posso sentire bene cosa succede sotto la ruota anteriore. Probabilmente un manubrio più largo, proprio come quello della sorellona GSX-S1000, sarebbe più azzeccato.

BENE ANCHE IN CITTA' Affrontando il tragitto casa lavoro scopro con piacere che la GSX-S 750 Yugen è a suo agio nel traffico grazie alla buona maneggevolezza e al motore che non scalda eccessivamente. Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare non spacca la schiena ad ogni dosso, la taratura delle sospensioni è un giusto compromesso tra sportività e comfort, frena bene e il TC (di serie, regolabile su tre livelli ed escludibile) non interviene a casaccio. Nemmeno l'altezza della sella, a 820 mm da terra, spaventa. Ma è appena usciti dagli ingorghi urbani che lei dà il meglio.

QUATTRO CILINDRI DA APPLAUSI Tutto ruota, ancora una volta, intorno al motore: il quattro cilindri sembra elettrico, ha un'erogazione che conquista. Zero on-off, bell'allungo superata la prima metà del contagiri. Non c'è dubbio, il piglio è quello delle GSX-R. Anche se qui ci sono “solo” 114 cavalli, che bastano (ed avanzano pure) per divertirsi nel classico giro domenicale. Suonando come un'orchestra ben accordata, con un bel rumore d'aspirazione. Il terminale SC Project sembra aver spostato la coppia un po' più verso gli alti regimi, andare a cercare la parte alta del contagiri della Yugen  doveroso, lì la voce possente e la spinta corposa stampano sorrisi a 32 denti.

LIMPIDA E PEPATA Già, perché sono supportati da una ciclistica che aiuta e, allo stesso tempo, stuzzica. Anche se non verrà ricordata dai posteri per la stabilità in piega, la GSX-S750 è sempre onesta nelle reazioni e si butta in curva con entusiasmo, tanto che sembra perfetta per accontentare sia lo smanettone sia chi vuol fare esperienza. Sbagli traiettoria? Lei sa perdonare. La provochi? Regge il gioco.

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SOSPENSIONI A PUNTO Il merito va anche alle sospensioni, a punto: la forcella Kayaba a steli rovesciati da 41 mm (regolabile nel precarico) affonda correttamente nella prima parte di escursione, poi si fa più sostenuta. Ottimo anche il lavoro delle pinze radiali anteriori Nissin, con una leva destra dall'attacco preciso e puntuale ma mai invadente.

SPECIAL MA NON NEL PREZZO Il tutto per una cifra che ingolosisce: la Suzuki GSX-S750 YUGEN costa 9.190 f.c, due anni di garanzia a km illimitati inclusi. Certo, non vorrete mica che sia comoda anche per due: visto il codino slanciato e la sella a due piani, chi vi accompagna dovrà amarvi davvero molto per seguirvi nelle vostre scorribande domenicali. Non sarà nuovissima come idea, la linea vi potrà aver stancato ma il piacere di guida è rimasto immutato e con pochi euro in più rispetto alla versione standard le vostre domeniche in sella saranno un po' più special.

IN QUESTO SERVIZIO:

CASCO CABERG DRIFT EVO CARBON Casco turistico-sportivo con calotta in carbonio (due le misure per ottimizzare l'imbottitura a seconda delle taglie), il Caberg Drift Evo Carbon ha un design molto aggressivo e una calzata molto comoda: l'imbottitura si fa sentire in maniera omogena e stringe bene e nei punti giusti, anche se i guanciali non sono particolarmente avvolgenti nella zona anteriore. Un po' laborioso indossarlo, visto che l'imboccatura è attillata. La visuale è ampia e la visiera non crea deformazioni ai limiti del campo visivo. In più non si appanna grazie al Pinlock Max Vision di serie. Il nottolino di apertura è facile da trovare senza guardare e completa la dotazione il visierino interno parasole estraibile. La chiusura è a doppio anello.

GIACCA IXON FIGHTER Pelle pieno fiore spessa e robusta per questa giacca dal taglio sportivo. Comoda la vestibilità, regolabile tramite i registri in velcro posti ai lati. La parte lombare è di forma allungata ed imbottita. Per la stagione più fredda è prevista un’imbottitura interna amovibile. Le protezioni sono previste su spalle e avambracci e sono certificate CE.
 

GUANTI IXON RS CIRCUIT HP Guanti dal taglio racing realizzati in pelle di capretto traforata. Gli inserti in pelle elastica su pollice, indice e medio migliorano la vestibilità, mentre alla sicurezza contribuiscono le protezioni certificate su nocche e palmo. Pratica la doppia chiusura sul polso.

PANTALONI IXON BUCKNER Jeans dal taglio moderno, realizzati in tessuto denim elasticizzato con la praticità tipica delle cinque tasche. Le protezioni sono accessibili dall’esterno grazie ad una comoda chiusura a zip che permette di rimuoverle agevolmente una volta smontati dalla sella. Oltre alle protezioni la sicurezza è garantita dalla fodera mista in Kevlar e cotone e alla lavorazione del tessuto DuPont per tutta la lunghezza della gamba. Durante la prova ho apprezzato l’inserto elastico all’estremità della gamba per fissare il pantalone alle calzature, addio spifferi sulle caviglie

SCARPE STYLMARTIN SEATTLE EVO Sneakers dal taglio urbano, prodotte utilizzando pelle vintege ingrassata e idrorepellente. La suola è realizzata in gomma ad alto grip. La sicurezza è fornita dalle protezioni per il malleolo e dall'inserto fluo riflettente sul tallone. La chiusura è a lacci, disponibili in due colorazioni: black/fluo e silver. Il design made in Italy è unisex e rende questa sneaker utilizzabile da uomini e donne. 


Pubblicato da Danilo Chissalè, 30/03/2018
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