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Ducati Sport Classic


Avatar di Mario Cornicchia , il 09/10/05

18 anni fa - Classiche per i ragazzi di oggi.

La tribù dei replicanti si allarga? In realtà le nuove creature desmodromiche sono moto moderne e della replica hanno soltanto l'abbigliamento. Moto sportive Ducati fino al midollo.


COME SONO La tribù a cui appartengono non è quella dei replicanti ma quella delle Ducati SportClassic, una nuova serie completata nella primavera 2006 dalla GT, la più turistica della famiglia. Le accomuna lo stile, rivisitazione moderna delle Ducati degli anni 70, e una meccanica all'avanguardia che è lo stato dell'arte dell'engineering di Borgo Panigale.

UOMINI CORAGGIOSI

Una scelta coraggiosa quella di Ducati: proporre moto moderne con uno stile ispirato al passato. Una scelta fuori dalle righe, che non stona con il marchio fedele da sempre alla sua tradizione. Il telaio a traliccio in tubi d'acciaio e il motore bicilindrico a L, mai abbandonati e dotazione anche delle Ducati di ultima generazione, hanno facilitato il compito. Piaceranno ai nostalgici, soprattutto agli stranieri, ma le loro forme inusuali e quindi vistose potranno attirare anche i modaioli che devono sempre distinguersi.

SERIE LIMITATA

Fiore all'occhiello delle Ducati SportClassic è la Paul Smart 1000 LE (non aspettatevi chissà quale congegno tecnologico, LE sta per Limited Edition), riedizione della 750 SuperSport con cui Paul Smart vinse la 200 Miglia di Imola nel 1972. Una creatura argentea, con il telaio a traliccio sottolineato da un bel colore acqua marina metallizzato, nel rispetto della tradizione. Anche la carenatura, un cupolino tondo che si allunga all'indietro nella parte bassa, ha un disegno d'antan e protegge dall'aria i semi-manubri. La Paul Smart si differenzia anche per la sua dotazione di serie, con l'intero reparto sospensioni governato da elementi Öhlins completamente regolabili e per l'ammortizzatore di sterzo. Una incisione sul telaietto all'interno del cupolino ricorda che la Paul Smart è prodotta in una serie di 2.000 pezzi, anche se l'iscrizione non riporta il numero dell'esemplare.

LA GIALLONA

La Sport 1000, modello più terreno, è disponibile anche in rosso e in nero, entrambi con la fascia longitudinale in bianco. Bella anche in rosso, ma il giallo arancio preso pari pari dalla 750 Sport del 1973 con la riga nera è bellissimo e fuori dai canonici schemi cromatici delle moto di oggi. Ne valorizza le forme del serbatoio, completamento nudo sulla Sport 1000 come si addice a una Cafè Racer che si rispetti. Tocco d'epoca esclusivo sono gli specchi retrovisori montati agli estremi dei due semi-manubri (più alti di 20 millimetri rispetto alla Paul Smart), begli oggetti cromati ma piuttosto ingombranti. La forcella è una Marzocchi a steli rovesciati da 43 millimetri e l'ammortizzatore posteriore è un Sachs con precarico molla e freno regolabile in estensione e compressione. Cambia anche l'angolo di sterzo rispetto alla Paul Smart, 28 gradi contro 30.

TOCCHI PREZIOSI

Per entrambe le SportClassic Ducati ha cercato finiture preziose, come le teste di sterzo lucidate e satinate e il tappo del serbatoio cromato. Anche i pulsanti per selezionare le funzioni degli strumenti sono cromati ma non bastano a nobilitare un cruscotto dall'aspetto plastico meno prezioso, con una grafica degli strumenti nera su fondo bianco un po' troppo elementare. Riuscito anche il disegno della coda, con un tubo che regge luci e parafanghino, ma la cromatura delle frecce stona un poco con il supporto plastico del faro e con il trattamento del tubo portante.

DESMO PULITO

Cuore delle SportClassic è il bicilindrico a L raffreddato ad aria di ultima generazione. Il Desmo 1000 Ds con due valvole per cilindro, 992 desmodromici cc con doppia accensione Dual Spark e Stepper Motor per il controllo del minimo, già collaudati su Monster, Multistrada e Super Sport. È il primo motore Ducati in grado di passare l'esame Euro 3 grazie allo scarico che, dietro uno stile con i due tubi sovrapposti preso dal passato, nasconde due catalizzatori trivalenti gestiti dalla sonda lambda e dalla elettronica di bordo. Senza perdere troppo brio, con 92 cavalli a 8000 giri e 91,1 Nm a 6000 giri.

SCULTURA

Per la sospensione posteriore, Ducati crea l'ennesimo forcellone scultura, arcuato sul lato destro per far posto agli scarichi, ben valorizzato nelle sue forme dal color acqua marina del telaio Paul Smart. Un forcellone in tubi di acciaio da 60 millimetri di diametro e due di spessore con traversa tubolare idroformata e fazzoletto di rinforzo tra traversa e tubo. Due cursori presi dal passato nello stile consentono di regolare la tensione della catena.

RAGGI

Sulle SportClassic i cerchi non potevano che essere a raggi, (36 per l'esattezza, in acciaio, cromati e deidrogenati), abbinati a cerchi in alluminio Excel da 17 pollici con pneumatici a camera d'aria disegnati da Pirelli, una riedizione del vecchio Phantom realizzata con mescole moderne. I freni sono uguali per le due sportive Ducati, sulla ruota anteriore con due pinze freno Brembo flottanti da due pistoncini, termicamente isolati, di diametro 30 e 32 mm e dischi semiflottanti da 320 mm e spessore di 4 mm e una pinza flottante ad un pistoncino con disco da 245 mm al posteriore.

I PREZZI

Per assicurarsi una SportClassic è necessario predisporre un assegno da 11.000 euro per la Sport 1000 e da 14.500 euro per la Paul Smart 1000 LE, in linea con Ducati e quindi salati come il pecorino, anche se il fascino di queste moto vale la spesa.

COME VANNO

Sono moto sportive, quindi mi siedo senza aspettarmi il confort di una Lounge Chair degli Eames. La sella è dura, com'è tradizione della Casa, ma nemmeno troppo, e la posizione di guida, malgrado i mezzi manubri non è troppo sdraiata, da sportiva d'epoca. Una triangolazione gambe, bacino, braccia non troppo spinta e, malgrado l'altezza da terra della sella di 825 millimetri non sia tra le più basse, sulle SportClassic tutti trovano un appoggio sicuro.

NON TUTTO LUCCICA

Sulla Paul Smart, l'intreccio dei supporti del cupolino e la testa di sterzo brillano alla luce nella loro curata finitura, satinata e anodizzata. Uno scintillio che non abbaglia a tal punto da vedere qualche dettaglio più economico, come la plastica del cruscottino, la semplicità dei comandi e qualche filo volante con le guaine lontane dai morsetti all'interno del cupolino.

QUESTIONE DI PIEGA

La forma del serbatoio da 15 litri è originale, con il rigonfiamento a far spazio al filtro dell'aria e la piega che corre per tutta lunghezza e ne spezza la linea. Spezza però anche un poco le ginocchia che, se si guida con calzoni civili appoggiano proprio sulla piega. Il serbatoio, poi, spinge un poco troppo nelle parti intime.

BUON CARATTERE

Che le SportClassic siano moto sportive si vede subito, ma non è il caso di lasciarsi intimorire. L'ultima versione del desmo è il motore Ducati più docile nella storia di Borgo Panigale e si lascia guidare nel traffico con la facilità con cui si guida uno scooter monomarca. Pronto e rotondo appena si rilascia la frizione, è altrettanto pronto a reagire fluido e con una bella spinta appena si insiste nel ruotare la manetta del gas. Nelle marce alte sbatte un po' quando l'ago del contagiri scende verso i 3000 giri, regime verso il quale non si è portati a farlo scendere. La frizione è sempre piuttosto faticosa e, dopo qualche chilometro nel traffico la mano sinistra inizia a stancarsi e si sente sui polsi tutto il peso scaricato sui mezzi manubri.

GEMELLE DIVERSE

Compatte e leggere una volta cavalcate, le SportClassic sono maneggevoli malgrado abbiano un interasse più lungo rispetto alle sportive di oggi. Il rombo che esce dal doppio scarico è educato ma ha una piacevole tonalità che si ispira agli anni 70, un accompagnamento che ci si porta dietro a ogni accelerata. Apparentemente uguali, però le due sorelle Ducati hanno un carattere ben definito, ispirato da sospensioni differenti e dalla piccola differenza nell'angolo di sterzo.

PAUL SMART 1000 LE

La Paul Smart è molto facile da inserire in curva e, una volta impostata la traiettoria, si mantiene fedele agli ordini impartiti, pronta però a ad adattarsi senza riottosità a nuove direttive. Una moto facile e stabile, maneggevole anche in piega, da guidare belli stretti in carena come la guida Paul Smart. Il cupolino, poi, protegge quanto basta per poter affrontare anche trasferimenti autostradali con un buon comfort, sollevando quel tanto che basta il busto per non gravare troppo sui polsi.

SPORT 1000

Anche se la vera SportClassic da aperitivo è la Paul Smart che, con le sue forme da far girare anche i semafori si presta di più a farsi notare davanti ai baretti trendy, la vocazione da motoretta da giro cittadino ce l'ha più la Sport 1000 che può delegare il ruolo di cattura-sguardi ai suoi colori e magari a uno degli scarichi Termignoni già pronti tra gli accessori. La vocazione cittadina è data da una ciclistica più svelta nello scendere in piega ma anche più nervosa una volta inserita in traiettoria, oltre che dai semimanubri un poco più alti e adatti alla guida nel traffico. A patto di smontare, ed è un delitto farlo, i gioiellini cromati montati agli estremi dei manubri: gli specchi sono un tocco distintivo di gran bellezza, ma il rischio di istoriare numerose fiancate è altissimo.
Pubblicato da M.A. Corniche, 09/10/2005
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