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BENELLI TRE-K


Avatar Redazionale , il 11/02/08

16 anni fa -

A favore: estetica avvincente, assetto sportivoContro: on off motore, propensione al turismo ridotta

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ITALIANA VERA
È una italiana, verace come la pummarola e quindi non c'è da stupirsi se la Tre-K interpreta il concetto di crossover alla maniera "de noantri". Assetto rigido, sella bassa e non troppo morbida, poca luce a terra per cui fanno paura anche i tombini (figuriamoci la strada bianca). La 1130 Benelli è una stradale pura e di sicuro è la più sportiva di tutte. L'indole "corsaiola" è evidente fin da quando sali in sella per la prima volta (peccato per il manubrio, montato un po' in basso, che ha una piega che non finisce di piacermi) e non si possono non notare le sospensioni che sono le più rigide e controllate di tutto il lotto.

CHE BELLA LINEA 10 e lode al designer, la Tre-K ha un look che ha messo tutti subito d'accordo, è lei la più bella e nel suo design ritroviamo intatti tutti gli ingredienti che devono esserci per forza su un'italiana doc.Il muso da Alien, gli spigoli al posto giusto, il sapiente uso del nero, e il codino rastremato la rendono una moto davvero azzeccata, anche se con i limiti di cui sopra per chi vuole macinare milioni di chilometri, magari in coppia. Perché la Tre-K sembra strizzare l'occhio più al fun che al touring duro e puro, soprattutto confrontata con le contendenti di questa prova. Il passeggero non è accolto certo come un re, la sua porzione di sella è piuttosto ridotta (confrontata con le altre ovviamente) e lo scarico alto contribuisce ad aromatizzare vestiti e zainetti.


DOPPIA ANIMA
Tuttavia, pur non avendo l'anima del globe trotter con la Benelli si viaggia bene anche in autostrada, perché la protezione è tutt'altro che malvagia soprattutto se si tiene il plexiglas almeno nella posizone intermedia delle tre disponibili. Di buono, in compenso, c'è che con un codino così smilzo quando si montano le borse laterali non si ha l'ingombro di uno Scania.

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PESO AVANTI Poche curve e si scopre in lei la vera anima Benelli: pur non arrivando alle esagerazioni delle sorelle Tornado e TNT, la Tre-K ha una distribuzione dei pesi più sportiva che stradale, fermissima di manubrio, cade rapida in curva mostrando il classico avantreno che non molla mai e su cui puoi sempre contare. Nei cambi di direzione non è la prima della classe, ma la ciclistica alla fine convince e in poco tempo con la Benelli si prende fiducia esi arriva a toccare con le pedane peraltro piazzate un filo troppo in basso. La particolare distribuzione dei pesi si fa sentire anche in frenata, dove la Tre-K pur avendo una forcella ben sostenuta, scarica fin troppo in fretta il retrotreno così che il bloccaggio della ruota posteriore arriva fin troppo in fretta. L'impianto Brembo anteriore è invece uno dei migliori del lotto.


VERACE
Il suo tre cilindri ha smussato parecchi spigoli, rispetto alla prima versione da me provata sembra essere più silenzioso di meccanica ed anche meno propenso a vibrare. Resta un tuttavia motore "ruspante" con un carattere deciso e il classico sound gasante di tutti i tre cilindri. Ringhia cattivo a tutti i regimi e condivide con il triple della Triumph il record di potenza di questo confronto. 124 cavalli veri per una moto del genere sono un bel po' e, infatti, quanto a prestazioni la Benelli dice la sua, sia in autostrada sia tra le curve.


DUE MAPPE
La Benelli è anche l'unica ad offrire la doppia mappatura; con la mappa cosiddetta "morbida" tuttavia il cambiamento di carattere non è così evidente, più che altro si ha una risposta più dolce all'acceleratore e una salita di giri più lenta, visto che la potenza (anche al banco) resta immutata. Quello che non sparisce in nessun caso è invece il marcato effetto on-off nell'apri chiudi che alla fine influenza in modo piuttosto marcato la guida della moto. Probabilmente le mappature meriterebbero un ulteriore perfezionamento (il modello in prova è un 2007 e si sa che ogni anno in questo campo si migliora...). Va da sè che alla primissima apertura la risposta è perfino prepotente (e disturba un po' sullo stretto), poi il tre cilindri italiano pare prendersi un momentino di pausa (evidenziato anche dalla flessione della curva di coppia) per poi ripartire deciso e allungare con decisione fino al limitatore. Se volete la moto per divertirvi, insomma, con lei c'è da togliersi parecchie soddisfazioni.

LA PROVA AL BANCO



Pubblicato da Redazione, 11/02/2008
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La moto totale, dall'enduro alla crossover