La tragedia in Moto2 con la morte di Tomizawa rende tutti gli altri discorsi futili e anche inutili. A lui dedichiamo questa poche righe.
Motorsport is dangerous. All'ingresso di molti autodromi americani c'è questa scritta. Un po' come le scritte sui pacchetti di sigarette che avvisano i fumatori dei pericoli cui vanno incontro, quella frase sta lì quasi a ricordarci che quello sport che tanto amiamo a volte sa essere molto crudele.
Lo è stato la settimana scorsa con Peter Lenz, il giovanissimo americano che ha perso la vita durante una gara di contorno della MotoGP a Indianapolis, lo è stato questa domenica con Shoya Tomizawa, l'altrettanto giovanissimo pilota (19 anni) della Moto2 caduto e travolto incolpevolmente da De Angelis e Redding. Fatalità, imprevisto, incidente inevitabile, le parole che si usano in questi casi sono sempre le stesse e, in effetti, questa volta sono adeguate. Gli autodromi sono sempre più sicuri, l'abbigliamento è sempre più sicuro, i piloti spesso escono indenni da voli paurosi ma se qualcuno ti travolge mentre stai scivolando c'è ben poco da fare.
Chi corre conosce bene l'emozione che si prova quando si sta per partire per una gara: adrenalina a fiumi che scorre nelle vene perché tutti conoscono il rischio potenziale che si corre.Tutti lo conoscono, nessuno ci pensa. Il pericolo è qualcosa da chiudere in un angolo scuro della nostra mente, perché la voglia di correre è sempre troppa, perchè per i piloti quella è la vita che hanno scelto. E poi, quando si parte, tutto scivola via come niente fosse, perché l'impressione è quella di avere sempre tutto sotto controllo. Non è una consolazione e in questi casi c'è sempre un po' di retorica, ma ci piace pensare che Tomizawa come Peter Lenz abbiano almeno lasciato questo mondo facendo quello che più amavano. Un istante prima dell'impatto fatale, loro, erano felici.
Il nostro commento stavolta si riduce a questo, al ricordo di due piloti "come noi" e di molti altri che corrono nei trofei minori che se ne vanno senza le luci della ribalta, che non ci sono più.Troppo insignificante tutto il resto, troppo stupide le baruffe verbali tra Valentino e Stoner, troppo assurdamente priva di importanza la vittoria di Pedrosa che ruba altri cinque punti a Lorenzo. Motorsport is dangerous, le gare di moto sono un bellissimo "circo" che diverte milioni di spettatori. Ma ogni tanto anche il circo ha bisogno di fermarsi a riflettere.