Il settore delle due ruote, tra guerre e pandemie, non se la passa alla grande, basti pensare che un brand iconico come Suzuki al momento non ha una sportiva a listino, dunque qualche interrogativo vale la pena porselo. Ma se c’è chi al presentarsi delle difficoltà si chiude a riccio, nell’ultimo periodo c’è anche chi ha spinto sull’acceleratore, presentando nuovi modelli in segmenti mai esplorati prima o quasi. Nello specifico tre brand italiani: MV Agusta con il Lucky Explorer Project (la 9.5 è l’erede della Elefant sotto mentite spoglie), Aprilia con la sua Tuareg e ultima, ma non per importanza, la Ducati con la DesertX. Cosa le accomuna? La ruota anteriore da 21”, che dopo l’epoca d’oro vissuta con l’eco della Parigi-Dakar sta tornando di moda. Possibile che un brand come Kawasaki (che ha tutte le tipologie o quasi) non abbia una moto adventure?
Kawasaki KLR 650 torna sul mercato
OLTREOCEANO A noi l’ottima Versys 650 – validissima crossover giramondo… a patto che ci sia asfalto – agli americani per le pianure del mid-west o per il deserto del Nevada la KLR650, moto disponibile anche in Australia, altra nazione dove di lande da esplorare ce n’è un bel po’. La scelta di Kawasaki non è del tutto sbagliata, anzi, la KLR è una moto spartana, forse troppo per il motocilista europeo esigente, ma considerando i trend di mercato in Europa è chiaro e lampante che forse un cambio di strategia non sarebbe una mossa così azzardata.
FACCIAMO ECONOMIA Progettare, realizzare e omologare motore, telaio, studiare la ciclistica e perfino il posizionamento di una lampadina è un’operazione dispendiosa, ovviamente, ma le economie di scala, come già accade anche all’interno della Casa di Akashi, potrebbero venire in aiuto. Provo a fare delle ipotesi, assolutamente campate in aria, ma che magari potrebbero essere non del tutto peregrine.
Kawasaki Versys 650 Grand Tourer 2022: la prova
SFRUTTA LA VERSYS La piattaforma Versys 650, con opportune modifiche, potrebbe fare al caso di Kawasaki. L’esempio valido è proprio a pochi km di distanza, basterebbe sbirciare in direzione di Iwata e prendere spunto da Yamaha, che ha realizzato un’ottima enduro stradale come la Ténéré 700 partendo da una naked come la MT-07. Ovvio, la ciclistica andrebbe adeguata, magari sfruttando il know how acquisito con la KLR 650 e migliorandolo con un doppio disco freno all’anteriore e una forcella a steli rovesciati dalla buona escursione (i 200 mm davanti della KLR potrebbero essere un po’ pochini. Al posto del monocilindrico da 650 cc ovviamente sarebbe preferibile il motore bicilindrico – già omologato Euro5 – della Versys. E il design? Beh quello è soggettivo, personalmente trovo azzeccato quello della KLR, voi?