IL LEONE D'INGHILTERRA Una delle immagini più iconiche nella storia della F1 è quella di Nigel Mansell sdraiato senza forze sull'asfalto di Dallas, sede del GP Usa del 1984 (foto copertina). Il britannico collassò per il caldo dopo aver cercato di spingere fin sul traguardo la sua Lotus, fermatasi a poche centinaia di metri dalla bandiera a scacchi. Non a caso, nel corso della sua carriera si guadagnò il soprannome di Leone d'Inghilterra per la sua grinta. Il punto più alto lo toccò nel 1992 quando, grazie all'imbattibile Williams FW14, riuscì finalmente a conquistare l'agognato titolo iridato.
PILOTI DAL PARRUCCHIERE Mansell è tornato sul tema dei confronti tra piloti di epoche diverse, spiegando come non sia semplice paragonare i campioni attuali con quelli del passato, pur riconoscendo il valore ad esempio di Lewis Hamilton: ''Lewis avrebbe fatto bene in quelle circostanze, ma è molto, molto difficile confrontare le epoche - ha dichiarato al Daily Mail - Tanti piloti brillanti hanno avuto un semplice incidente e si sono rotti le gambe, le braccia o qualsiasi altra cosa e non hanno potuto continuare la loro carriera. Ora i buoni piloti fanno errori atroci e non si fanno male. A malapena sudano in macchina. Alla fine della gara, è come se fossero appena usciti dal parrucchiere''.
CORRERE E SOPRAVVIVERE Mansell ha gareggiato in F1 dal 1980 al 1995, un'epoca durante la quale la sicurezza ha fatto notevoli passi in avanti, ma dove non sono mancate le tragedie in pista, da Gilles Villeneuve fino ad Ayrton Senna per citare i due casi più noti: ''La cosa bella ai miei tempi era che se arrivavi ad aver fatto 180 gran premi ed eri ancora vivo, allora ti davi una pacca sulla spacca e ti dicevi che avevi avuto una grande carriera''.
HAMILTON COME SCHUMACHER Come detto in precedenza, Mansell ha grande stima per Lewis Hamilton, il pilota dominatore della F1 contemporanea. Secondo il 66enne, per l'attuale pilota della Mercedes è stato fontamentale il supporto del team per raccogliere i suoi successi in sequenza: ''Ha avuto una grande opportunità fin dalla tenerà età. Come Michael Schumacher, ha avuto l'incredibile supporto dei costruttori per dimostrare le sue capacità. Ha vinto il suo primo campionato del mondo con la McLaren e poi è andato in una squadra dove ne ha vinti altri cinque. La storia lo riporterà come uno dei più grandi piloti, se non il più grande, nella storia del Paese. Non c'è motivo per cui non possa vincere un settimo od ottavo mondiale prima di ritirarsi''.
I VERI EROI Se Hamilton ha diritto a un posto nel gotha della F1, secondo Mansell l'appellativo di più grande tra i grandi deve però essere assegnato a un altro pilota, dominatore di un'epoca in cui la sicurezza nei gran premi era pura utopia. Stiamo parlando di Juan Manuel Fangio, vincitore di cinque titoli iridati tra il 1951 e il 1957: ''Dico sempre Fangio perché quelli che guidavano in quell'epoca, e penso che Lewis sarebbe d'accordo, erano i veri eroi perché non avevano cinture di sicurezza, caschi adeguati, occhiali adeguati e talvolta neppure i guanti. Avevano un serbatoio di carburante tra le gambe e se avevi un incidente era 50-50 tra le possibilità di uscirne vivo o morto''.