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F1 2023

Binotto e la Ferrari SF-23: "È la macchina di tutta la squadra, non la mia"


Avatar di Salvo Sardina , il 17/02/23

1 anno fa - L'ex team principal ha presenziato al suo primo evento pubblico dopo le dimissioni

Binotto e la SF-23: "Non è la mia macchina, è della Ferrari"
L'ex team principal del Cavallino ha presenziato al suo primo evento pubblico dopo le dimissioni. E, in mezzo al racconto di alcuni aneddoti su Schumacher, ha anche offerto un piccolo spunto sulla nuova rossa

Mattia Binotto è tornato a presenziare a un evento pubblico, il primo dopo le dimissioni da team principal della Ferrari che sono diventate effettive dal 1° gennaio 2023. L’ingegnere reggiano è stato infatti ospite al Panathlon Club di Parma, insieme alla leggenda Giampaolo Dallara e ad Aldo Costa, suo ex collega in Ferrari prima di essere uno degli artefici dei successi da record della Mercedes. L’intervento di Binotto si è concentrato soprattutto sul racconto di alcuni aneddoti legati a Michael Schumacher, ma non è mancato neppure un breve spunto sulla SF-23, la nuova rossa presentata sulla pista di Fiorano nella giornata di martedì.

F1 2023, presentazione Ferrari SF-23 F1 2023, presentazione Ferrari SF-23

LAVORO DI GRUPPOLa Ferrari SF-23? Non è la mia macchina – ha spiegato l’ex numero uno del Cavallino – ma il lavoro di un gruppo completo. È stata progettata l’anno scorso quando c’ero anche io, ma non è la macchina di Binotto, è la macchina della Ferrari”. L’ingegnere ha poi parlato anche di quanto un pilota possa incidere sui successi di una squadra: “Di sicuro è necessario avere l’auto migliore, perché il pilota fa la differenza solo per gli ultimi due decimi in pista. Poi, certo, fa la differenza per talento, capacità di guida e anche per il carisma, che spinge tutto il team a migliorarsi”.

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RICORDANDO SCHUMI Il fulcro del ragionamento di Binotto è però stato il ricordo di Schumacher, al fianco del quale l’ingegnere italiano ha lavorato sin dai primi giorni a Maranello da giovane stagista: “Michael è stato straordinario per quello che ha vinto e per cosa ha dimostrato di essere, ma anche come persona, carisma e capacità di leadership. Credo che la mentalità che abbiamo acquisito all’epoca in cui lavoravamo con lui è quella che ci siamo poi portati nelle esperienze successive”.


Pubblicato da Salvo Sardina, 17/02/2023
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