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Prova su strada

BMW iX5 Hydrogen, il SUV elettrico "alla pompa". Quale futuro? Il test


Avatar di Mario Cornicchia , il 13/10/23

6 mesi fa - La casa tedesca dimostra che esiste un'alternativa concreta ai BEV

Prova nuovo SUV BMW X5 a idrogeno e stazione rifornimento H2 ENI
Ho provato il prototipo dello sport utility elettrico, ma che si ricarica alla pompa in pochi minuti. Quanto è prossimo il futuro a idrogeno?

Auto elettrica sì, ma che fa a meno delle noiose colonnine di ricarica. La soluzione sta in una semplice formula chimica, H2. Di idrogeno e fuel cell, argomenti che sembravano ormai passati nel dimenticatoio dopo la febbre della elettrificazione pura, si parla sempre più spesso e BMW, zitta zitta, dopo quattro anni di sviluppo sta testando dall’inizio di questo 2023 in tutte le condizioni climatiche una piccola flotta di iX5 che dallo scarico emettono soltanto vapore acqueo. E il pieno lo fanno in un paio di minuti.

BMW iX5 Hydrogen: la prova su strada del SUV fuel cell BMW iX5 Hydrogen: la prova su strada del SUV fuel cell

L’ALTERNATIVA C’È E VA SFRUTTATA Mi fa piacere sentire parlare sempre più di soluzioni alternative all’auto elettrica, negli ultimi anni considerata l’unica panacea di tutti i nostri mali ambientali. Si parla di e-fuel, i carburanti sintetici prodotti utilizzando la famigerata CO2, e di idrogeno. Finora l’idea dell’alimentazione a idrogeno è stata abbinata al trasporto pesante e alle flotte per il trasporto pubblico, e forse queste saranno le prime applicazioni massive delle fuel cell, ma oggi ho avuto un assaggio di un futuro abbastanza prossimo.

BMW iX5 Hydrogen: il motore elettrico da 402 CV alimentato da fuel cell e batteria BMW iX5 Hydrogen: il motore elettrico da 402 CV alimentato da fuel cell e batteria

UN PROTOTIPO CHE È REALTÀ Ho provato, innanzitutto, la BMW iX5 a idrogeno, un prototipo, ma che potrei utilizzare tutti i giorni a patto di avere un distributore di H2 vicino a casa. Un prototipo con un bel motore elettrico da 295 kW (402 cavalli) tra le ruote posteriori alimentato dai 125 kW delle fuel cell che trovano spazio nel vano motore e dai 170 kW della batteria. Il pieno da sei chilogrammi di idrogeno, buoni per 504 chilometri di autonomia, è contenuto in due serbatoi, uno longitudinale sotto al tunnel centrale e uno trasversale davanti alle ruote posteriori. Due serbatoi super blindati che pesano 90 chilogrammi.

BMW iX5 Hydrogen: il distributore di Mestre, la prossima apertura a San Donato Milanese BMW iX5 Hydrogen: il distributore di Mestre, la prossima apertura a San Donato Milanese

SERVONO I DISTRIBUTORI DI IDROGENO Fare il pieno di H2 oggi non è facile, l’unica possibilità aperta al pubblico si trova a Bolzano, ma ho provato in anteprima la prima stazione di servizio multi offerta di Eni che, oltre a fornire i soliti derivati del petrolio provvede a rifornire anche di energia elettrica e di idrogeno. Una normale stazione di servizio esistente alle porte di Mestre che ha ampliata l’offerta tradizionale con la ricarica elettrica e che, a breve, sarà aperta al pubblico anche per il rifornimento di idrogeno.

BMW iX5 Hydrogen: la pistola nel bocchettone per un rifornimento facile BMW iX5 Hydrogen: la pistola nel bocchettone per un rifornimento facile

RIFORNIMENTO SENZA PROBLEMI Un rifornimento, quello dell’idrogeno, che avviene in pochi minuti, più o meno quanto impiega una pompa moderna per benzina e gasolio. Anche la procedura è la stessa: si infila la pompa nel bocchettone, si attendono pochi secondi che auto e pompa si “parlino” e poi, quando il pulsante Start si illumina in verde, si fa il pieno. L’auto fornisce alla pompa una serie di informazioni, come temperatura e pressione dell’idrogeno nel serbatoio perché la pompa da 700 bar di pressione provveda al rifornimento in sicurezza raffreddando l’idrogeno fino a -40 gradi per evitare che, comprimendolo nel serbatoio, si surriscaldi.

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IMPIANTI STANDARD OVUNQUE Dietro alla pompa, che si potrebbe confondere con una normale pompa di benzina o gasolio, c’è un casotto con i muri in cemento armato ma senza tetto che ospita il carro bombolaio, ovvero un rimorchio carico di bombole di idrogeno utilizzato per il trasporto, più o meno come un’autocisterna di benzina che, invece di scaricare il contenuto e ripartire, si ferma alla stazione. Un compressore preleva l’idrogeno dalle bombole e alimenta la stazione di stoccaggio a 870 bar. Da qui l’idrogeno è pronto per il rifornimento. Al contrario di quanto è avvenuto per la ricarica delle auto elettriche, con bocchettoni differenti e la necessità di carte e app ancora oggi, per l’idrogeno è già stabilito uno standard mondiale sia per il bocchettone sia per la procedura di rifornimento, e anche per l’idrogeno che deve essere puro al 99,9%, senza contaminanti. Mi pare che sul fronte H2 si parta già con il piede giusto.

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DOPO MESTRE ARRIVERANNO ALTRE STAZIONI Alla stazione di Mestre seguiranno entro la seconda metà del 2026 anche una stazione a San Donato Milanese, sempre con tutte le opzioni di rifornimento e ricarica, una a Taranto, pensata soprattutto per i mezzi pesanti, e una a Marghera per alimentare i 100 autobus a idrogeno che verranno consegnati al Comune di Venezia. Quello erogato sarà soltanto idrogeno verde, prodotto da partner di Eni come Linde e Sapio. Entro il 2030 il piano di sviluppo prevede una stazione di rifornimento con idrogeno almeno ogni 200 chilometri, con 600 stazioni in Europa di cui 70 in Italia.

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UNA SOLUZIONE “GREEN” Ecco lo scettico che alza la mano e chiede quale sia il vantaggio di avere un’auto elettrica con un range extender alimentato da idrogeno, idrogeno che è prodotto utilizzando energia elettrica. Oltre all’indubbio vantaggio della velocità e della facilità di rifornimento, l’idrogeno è immagazzinabile e trasportabile come benzina e gasolio. Avevamo un problema di come immagazzinare e non sprecare l’energia elettrica prodotta e non utilizzata? Ecco una soluzione, magari trasferendo energia da Paesi in cui è facile produrre energia elettrica green, molto soleggiati o molto ventosi, per esempio, a Paesi dove è più difficile, come avviene per il gas. E per il trasporto si possono utilizzare proprio le strutture e le condutture utilizzate finora per trasportare il gas. I vantaggi non finiscono qui se consideriamo il fatto che l’idrogeno non ha il problema del decadimento delle performance delle batterie alle basse temperature, oppure del loro drenaggio quando fa caldo e si spinge sul climatizzatore, o quando si trainano barche, roulotte e carrelli.

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VEICOLI PIÙ EFFICIENTI ED EFFICACI Le auto FCEV hanno poi batterie del 90% più piccole rispetto a quelle necessarie alle BEV, riducendo parimenti la necessità di materie prime rare, con il platino necessario per le fuel cell che è altamente riciclabile. Non solo, le componenti delle fuel cell sono componenti ordinarie, simili per tipologia, materiali e produzione a quelle presenti sui motori termici, con costi di massa appena la produzione potrà diventare di massa. L’obiettivo dei progettisti è di riuscire ad avere una scelta tra le differenti motorizzazioni a un prezzo più o meno equivalente.

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I PRIMI MODELLI ENTRO POCHI ANNI? BMW potrebbe inserire nei suoi listini auto a idrogeno già nella seconda metà di questo decennio, ma lo sviluppo potrebbe intensificarsi all’inizio del prossimo. Quello che ho provato oggi mi pare già il presente o un futuro prossimo per la funzionalità e la praticità sia della BMW iX5 sia della stazione di rifornimento Eni. La strada non è breve né priva di ostacoli perché questo futuro prossimo diventi presente, ma mi pare che già queta fase prototipale sia a uno stadio avanzato. Le infrastrutture saranno fondamentali come per le auto elettriche, anche se, per le auto a idrogeno, la rete di rifornimento ha bisogno di una minore capillarità. E l’autonomia così come lo 0-100 km/h della BMW iX5 possono soltanto migliorare. Chissà, forse presto potremmo chiedere un paio di chili di idrogeno bello fresco. So’ due chili e tre signo’, che faccio? Lascio?


Pubblicato da M.A. Corniche, 13/10/2023
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