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Industria auto

Crisi dei semiconduttori: la Mercedes Classe E accusa il colpo


Avatar di Alessandro Perelli , il 10/05/21

2 anni fa - Carenza di semiconduttori rallenta la produzione di casa Mercedes

Crisi microchip: fermata produzione Mercedes Classe E
Anche il costruttore tedesco resta vittima della "crisi dei microchip" ed è costretto a fermare la produzione della nuova Classe E

TEMPI DURI PER LE AUTO NUOVE Se avete deciso di cambiare auto, prima scegliete bene il marchio e poi chiedete il tempo di consegna previsto, perché potrebbe andare per le lunghe, tanto da scoraggiarvi. Non è un’affermazione campata per aria visto che la lista d’attesa potrebbe allungarsi per mesi, tanto da scoraggiare l'acquisto. Questo perché attualmente l'industria automobilistica deve fare fronte a una vera e propria crisi e farsi strada attraverso una grave carenza di chip di semiconduttori, un componente cruciale necessario per completare l'assemblaggio finale del veicolo. Senza questo, chip che ha all'incirca le dimensioni di un'unghia, nuove auto, crossover e SUV non possono essere costruiti e spediti ai concessionari per la vendita.

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AUTOSALONI IN RISERVA I rivenditori, a loro volta, sono comprensibilmente preoccupati per la mancanza di rifornimenti e sono costretti a temporeggiare con i clienti. A questo punto, le Case automobilistiche non hanno altra scelta che dare la priorità alle forniture di chip che hanno a disposizione per i loro modelli di maggiore successo, quelli più importanti e redditizi. E questo è il segno tangibile di quali sono le auto che contano di più, anche per i marchi di lusso. La tedesca Automobilwoche ha confermato che la crisi dei chip ha ora colpito la Mercedes Classe E, la cui produzione è stata interrotta nello stabilimento Daimler di Sindelfingen, in Germania, dall'inizio della scorsa settimana, ma la catena di montaggio dovrebbe tornare in funzione il 14 maggio. Mercedes vuole conservare le rimanenze di microchip a magazzino per altri tre modelli costruiti lì: la nuovissima EQS, la Classe S e la Classe S Maybach. Sembrerà strano e poco redditizio dare la priorità Ad auto tanto di nicchia, ma la decisione di sacrificare temporaneamente la Classe E a vantaggio della nuova ammiraglia 100% elettrica ha perfettamente senso. La Mercedes ha scommesso molto sulla EQS, avanguardia della politica di elettrificazione del Gruppo insieme ad altri modelli più piccoli, ed eventuali ritardi di produzione potrebbero avere gravi ripercussioni in termini di vendite e ricavi. La decisione di mantenere in funzione le linee di assemblaggio della Maybach e della Classe S “normale” ha senso per un altro motivo importante: sono molto redditizie, probabilmente più della Classe E.

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TANTI PRODUTTORI IN DIFFICOLTÀ Mercedes non sta lottando come General Motors, Ford e Stellantis per mantenere la produzione a un ritmo relativamente normale, ma non è completamente immune da questa crisi dei semiconduttori. Né è la sua rivale di lunga data BMW il cui CEO ha appena dichiarato di non essere troppo preoccupato per la situazione attuale, credendo che si risolverà in breve tempo. A Monaco stanno ancora andando bene e per ora hanno segnalato solo interruzioni in due stabilimenti europei. Toyota è l'unica casa automobilistica con una fornitura sufficiente di microchip a disposizione, infatti dopo il devastante terremoto che ha colpito il Giappone nel 2011, hanno fatto tesoro della dura lezione e nel tempo si sono garantiti una riserva di componenti cruciali per assemblare le auto, tra le quali anche i semiconduttori, che oggi sono diventati rari e richiesti come i BitCoin. Toyota ha acquistato e immagazzinato più chip del necessario per diversi anni e questo sta dando grandi frutti in questo momento. Un atro colosso come Volkswagen si è deciso ad adottare un approccio completamente diverso per la fornitura a lungo termine di chip, semplicemente progettandone uno proprio. La situazione è tutt’altro che risolta e i ritardi nelle consegne delle auto nuove stanno coinvolgendo a macchia di leopardo un po’ tutte le Case che provano a correre ai ripari, ma a quanto pare senza grandi riscontri e il collo di bottiglia diventa sempre più stretto.   


Pubblicato da Alessandro Perelli, 10/05/2021
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