In principio, un nome e una missione. Sino a che Michelin non maturò la decisione che produrre gomme non fosse più sufficiente. E la missione non divenne una vera e propria rivoluzione.
Quando si pensa a Michelin, l’immaginario collettivo corre immediatamente ai pneumatici, simbolo di affidabilità e innovazione da oltre un secolo.
Eppure, l’azienda francese ha ormai da tempo varcato i confini del suo core business. Forte di un know-how maturato nella progettazione di pneumatici, veri e propri compositi ultra-complessi, il Gruppo ha intrapreso una trasformazione strategica che lo vede oggi protagonista nello sviluppo di materiali avanzati e sostenibili, con applicazioni che vanno ben oltre l’automotive.
Dai laboratori del motorsport alle prime unità industriali dedicate alla chimica verde, fino ai progetti nei settori nautico, edilizio, industriale, perfino sanitario e domestico, Michelin si candida a diventare leader mondiale dei materiali compositi e delle tecnologie che possono incidere concretamente sulla vita quotidiana.
Non ti è ancora chiaro? Leggi e segui il filo del discorso. Alcuni video ti aiuteranno a capire meglio.
- Competizioni come laboratorio
- Il progetto della molecola ''verde''
- Materiali compositi per tutti!
- Michelin, una visione ''olistica''
MOTORSPORT, L'ARMA SEGRETA
Ogni pneumatico è, di fatto, un capolavoro di ingegneria dei materiali.
La sua struttura integra gomma naturale e sintetica, fibre tessili e metalliche, resine e plastificanti: componenti che spesso presentano proprietà opposte e che, combinati, devono garantire performance apparentemente inconciliabili.
Aderenza e resistenza, elasticità e durata, capacità di frenata e bassa resistenza al rotolamento. È proprio la ricerca di questo equilibrio a rappresentare il cuore della competenza Michelin nei materiali compositi.
Il mondo delle corse amplifica la sfida. Competizioni endurance come la 24 Ore di Le Mans, per la quale Michelin è fornitore esclusivo della categoria Hypercar, mettono alla prova la resistenza strutturale e la tenuta delle mescole a livelli che nessun’altra applicazione potrebbe replicare.
È qui che la visione di Michelin si allarga: se un pneumatico può unire prestazioni tanto contrastanti, perché non estendere queste competenze a materiali in grado di rivoluzionare altri settori?
5-HMF: MOLECOLA MAGICA
Uno degli esempi più concreti della diversificazione Michelin è il progetto industriale legato al 5-HMF, abbreviazione di 5-idrossimetilfurfurale.
Questa molecola, definita da molti come il “coltellino svizzero” della chimica verde, viene ricavata dalla biomassa (in particolare zuccheri e cellulosa) ed è alla base della produzione di numerosi materiali e intermedi chimici.
Il 5-HMF rappresenta un’alternativa sostenibile ai derivati del petrolio in campi come la produzione di plastiche biobased, resine, solventi e additivi per carburanti.
La prima unità industriale per la produzione su larga scala di questa molecola, in collaborazione con partner del settore chimico e istituti di ricerca (progetto Cerisea), entrerà in funzione nel 2026 a Osiris a Péage en Roussillon, in Francia.
L’impianto, concepito come “demonstrator” per la green chemistry, mira a validare processi industriali replicabili e scalabili. In prospettiva, potrebbe ridurre drasticamente le emissioni di CO2 legate alla filiera della plastica e dei materiali compositi, sostituendo componenti di origine fossile con alternative rinnovabili e biodegradabili.
La classica win-win situation: Michelin non solo diversifica così il suo business, ma anche contribuisce attivamente alla transizione ecologica dell’intera industria chimica.
MATERIALI COMPOSITI, STILE DI VITA
Il progetto della molecola verde è l'avanguardia, tuttavia il percorso interdisciplinare di Michelin ha già raggiunto l'andatura di crociera.
E la competenza acquisita dal Bibendum coi pneumatici si traduce già oggi in un portafoglio di applicazioni che copre settori molto diversi.
Qualche esempio? Non c'è che da chiedere. E da... cliccare Play.
Nautica e sicurezza
Tessuti rivestiti in neoprene, sviluppati da Michelin, sono già utilizzati per gommoni semirigidi, boe e imbarcazioni di salvataggio. Si tratta di compositi che uniscono resistenza meccanica, elasticità e impermeabilità, garantendo prestazioni in condizioni estreme.
Treni e aerei
Michelin produce componenti critici come soffietti per treni ad alta velocità, guarnizioni per il carrello dell’aereo e sistemi per applicazioni aerospaziali.
Protezione individuale
Per i vigili del fuoco, il Gruppo ha messo a punto indumenti antincendio con sistema di raffreddamento controllato, capaci di mantenere la temperatura cutanea sotto i 43°C e quella corporea entro i 39°C. Un risultato ottenuto combinando tessuti tecnici esterni e strati interni ventilati.
Dispositivi medicali
Cinture protesiche con maggiore flessibilità di movimento, soluzioni in polimeri ingegnerizzati per impianti medici e materiali rigenerativi avanzati
Industria pesante
Michelin ha sviluppato nastri trasportatori industriali realizzati con compositi in grado di resistere fino a 200°C in esercizio continuo, con picchi di 400°C. Una soluzione pensata per i settori minerario, metallurgico e agricolo, che riduce i costi di manutenzione e prolunga la vita utile degli impianti.
Mobilità e sport
Attraverso Angeloni Group e Flex Composite Groupe (aziende acquisite negli ultimi anni), Michelin produce fibre di carbonio pre-impregnate e materiali high-tech utilizzati per parti aerodinamiche di auto da corsa, telai di biciclette, caschi da sci e attrezzature professionali. Leggeri, modulari e resistenti, questi compositi sono già protagonisti di una nuova generazione di prodotti sportivi e industriali.
Innovazione in tazza: Michelin e il caffé
Dall'industria al... cucinino della propria abitazione. Ebbene sì, Michelin lascia il segno anche nella routine quotidiana più comune, come preparare un caffè.
I suoi materiali compositi vengono impiegati nei componenti chiave delle macchine da caffè — in particolare nelle membrane e nelle cinghie — garantendo precisione, controllo della pressione, resistenza all’usura e durata nel tempo.
IL BATTISTRADA È L'APRIPISTA
Quella di Michelin non è una deviazione tattica, ma un piano strutturato.
Il Gruppo ha fissato obiettivi chiari: entro il 2050, il 100% dei pneumatici prodotti dovrà essere realizzato con materiali sostenibili. Ma il percorso va oltre l’automotive.
Attraverso acquisizioni mirate e partnership con centri di ricerca, l’azienda punta a consolidarsi come leader nei materiali compositi e nella chimica verde, settori con un mercato globale stimato in centinaia di miliardi di euro nei prossimi decenni.
E se oggi la quota di fatturato che Michelin genera dal suo impegno nei materiali compositi è attorno al 5%, l'obiettivo è quello di portarla fino al 20%.
Il 5-HMF è insomma solo l’inizio: la pipeline di progetti comprende biopolimeri, tessuti tecnici e nuove generazioni di resine. Tutti con un denominatore comune: ridurre la dipendenza dal petrolio, abbattere le emissioni e offrire prestazioni superiori in termini di resistenza, durata e sostenibilità.
La transizione ecologica richiede non soltanto tecnologie più pulite, ma anche materiali che sappiano coniugare performance, durabilità e basso impatto ambientale. Forte di una tradizione centenaria e di un’esperienza unica nei compositi, Michelin accetta di guidare la rivoluzione.
Di tracciare un percorso del quale il battistrada di un pneumatico rimanga il punto di partenza, ma il traguardo sia una qualità di vita superiore. In strada, in casa, dappertutto.