ESAME DI MATURITÀ La Tracer 700 si è ben difesa in quanto a vendite nel 2019, con un 14° posto finale nella classifica delle moto più vendute dell’anno garantito dalle 1.247 unità vendute, nonostante tre primavere sul groppone. Grazie all’assist fornito dall’avvento dell’Euro5, però, Yamaha ha profondamente aggiornato la sua crossover bicilindrica partendo proprio dal motore, senza tralasciare l’ergonomia, la ciclistica e la dotazione tecnologica. Il piatto è ricco… e io mi ci ficco alla grande! Dai che si va!
SGUARDO CATTIVO Il nuovo look è sicuramente l’elemento caratterizzante. I designer Yamaha hanno completamente riprogettato il frontale e le semi-carene laterali, scegliendo di percorrere la strada del family feeling. Il faro sdoppiato, con luci di posizione e anabbaglianti a LED (stessa tecnologia anche per le nuove frecce), mi ricorda tanto quello delle sportive di casa, le Yamaha R1 e R6. Nuovi anche il cupolino, che meglio si raccorda con il serbatoio e offre maggior riparo al pilota, e il parafango anteriore; rimane invariato invece il posteriore quasi per dare un segno di continuità.
CONCRETA Tipicamente Yamaha è il percepito al tatto e allo sguardo. I materiali non saranno i più pregiati in circolazione – scelta giustificata anche dal posizionamento della Tracer – ma la cura del dettaglio riservatale mi piace molto. D’altronde meglio la concretezza all’appariscenza, almeno secondo il mio punto di vista.
PIÙ ECOLOGICO L’altra grande novità è ovviamente la versione aggiornata alle normative Euro5 dell’apprezzatissimo CP2. Merito dei nuovi catalizzatori che lo rendono più ecofriendly, senza perdere il brio tipico fornito dai 68 Nm di coppia a 6.500 giri/min e 74 cv a 8.750 giri/min. Contenute le emissioni dunque, così come i consumi che Yamaha dichiara nell’ordine dei 4,3 l/100 km, che combinati al serbatoio da 17 litri portano ad un’autonomia di circa 400 km con un pieno. Questi rimangono ridotti anche grazie al ridotto peso in ordine di marcia: appena 196 kg.
QUI TELAIO Il rapporto peso potenza è al vertice della categoria. Il segreto va cercato soprattutto nel comparto ciclistico. Il telaio a diamante in acciaio è accoppiato ad un forcellone in alluminio, l’interasse contenuto – 1.460 mm - non può che esaltare la sensazione di agilità generale.
ORA SI REGOLA Per i piloti più sensibili la possibilità di regolare l’assetto della propria moto in base alle esigenze è un aspetto fondamentale. Proprio a loro la nuova Tracer permetterà, grazie ad una nuova cartuccia, di intervenire sul setting del precarico molla e sull’estensione, stesse regolazioni anche per il monoammortizzatore. Completando il quadro, trovo un impianto frenante composto da una coppia di pinze assiali che mordono dischi da 282 mm all’anteriore, ovviamente disco singolo al posteriore di 245 mm di diametro. Nessuna novità dal reparto gomme e cerchi: 17 pollici davanti e dietro con gomme di sezione 120/70 e 180/55.
MIGLIOR ERGONOMIA Meno visibili, ma non per questo meno importanti, sono le modifiche approntate all’ergonomia della nuova Yamaha Tracer 700. Il manubrio è stato allargato di 34 mm – a tutto vantaggio del controllo – la sella ha un nuovo design nella porzione del passeggero mentre il parabrezza sarà ora regolabile anche in movimento, con una mano sola, variando la posizione di 60 mm. Migliora anche la strumentazione, ora a colori e comandabile tramite i nuovi blocchetti elettrici sul manubrio.
PREZZI In un segmento ad alto tasso di competitività aggredire il mercato con un prezzo concorrenziale è un aspetto fondamentale. La nuova Yamaha Tracer non delude le aspettative, arrivando nei concessionari (a partire da marzo 2020) con un prezzo di listino di 8.499 euro. Tre le colorazioni disponibili: Sonic Grey, Phantom Blue e Iconic Grey. Non mancano le versioni accessoriate Sport Pack, Urban Pack (con bauletto da 39 o 50 litri), Weekend Pack (con borse semirigide) e Travel Pack (con borse rigide).