Dopo averleviste e toccate con mano a Milano, in occasione della presentazione stampa statica, come promesso mi sono diretto a Lubiana, in Slovenia, per mettere alla prova le due nuove naked retrò di Suzuki, ovvero le GSX-8T e GSX-8TT. Un salto nel passato - almeno per quanto riguarda l’ispirazione del design – che però non rinuncia a tecnologia e dinamica di guida decisamente moderne.
IL DESIGN E LE DIFFERENZE CON LA 8S
Su moto come le nuove GSX-8T e TT il design non è un punto che si può trattare in maniera superficiale ma è argomento cardine del discorso. Il filone è quello neo-retrò, a dirla tutta c’è anche chi da Suzuki si sarebbe aspettato qualcosa ancora più legato al passato, magari una modern classic, ma diciamo la verità: su una base meccanica così moderna fare del vero retrò sarebbe stato al limite dell’impossibile.
Allora via alle suggestioni, alle ispirazioni, si gioca su colori, forme, nervature e citazioni. Proprio come ha fatto il designer francese – ma di stanza al design center italiano di Suzuki - Arthur Vidal (quasi omonimo del centrocampista cileno) che per le due nuove arrivate ha tratto ispirazione a qualcosa di molto vicino a lui, la sua Suzuki Titan. Il faro tondo ma un po’ schiacciato come la progenitrice, il serbatoio dell’olio di questa che viene citato nella cover serbatoio, oppure la colorazione Oro Lima della T che nasce dal mix dei colori originali e la sella “Tuck&Roll” che richiama il sellone della Titan.
La TT ha un legame meno diretto con designer ma ugualmente unito al passato della Casa di Hamamatsu, con il cupolino “bikini” ispirato nelle forme a quello squadrato della GS1000 che correva nell’AMA SBK con Wes Cooley. Per lei selle dedicate un po’ più contemporanee nel disegno con cuciture a contrasto in rosso e un puntale a completare l’effetto racing.
In entrambi i modelli si apprezza una maggior ricercatezza per quanto riguarda le finiture e la cura dei dettagli, che fanno fare un passo in avanti rispetto al già buon livello di realizzazione che abbiamo conosciuto sulla sorella moderna GSX-8S. Sono un esempio gli specchi bar-end (prima volta per un modello di produzione in serie) o il lettering sul serbatoio tridimensionale.
Base condivisa con la naked… assolutamente un bene
Le nuove T e TT hanno praticamente tutto in comune con la versione moderna. Piattaforma è davvero il termine corretto in questo caso perché motore, dotazione elettronica e ciclistica sono state ricalcate alla perfezione. Ma facciamo un piccolo ripasso per chi ancora non conoscesse l’argomento.
I tecnici di Suzuki hanno optato per il bicilindrico parallelo frontemarcia da 776 cc, capace di 82 CV a 8.500 giri/min e una coppia di 68 Nm disponibile a 6.800 giri/min. Entrambi i modelli sono equipaggiati con il sistema Suzuki Cross Balancer, che utilizza due alberi di bilanciamento disposti a 90° rispetto all’albero motore. Questo accorgimento tecnico garantisce una marcia più fluida e una sensibile riduzione delle vibrazioni.
Il pacchetto elettronico è ben fornito e include tre modalità di guida, controllo di trazione impostabile su tre livelli (e disattivabile), sistema Low RPM Assist per facilitare le partenze, cambio elettronico e acceleratore ride-by-wire. Il tutto è gestito da un display TFT da 5 pollici, accompagnato da una pratica porta USB-C. Una novità importante introdotta su questi modelli è l’adozione della nuova batteria agli ioni di litio Hy Eliiy Power, più compatta e leggera rispetto alle versioni tradizionali.
Il delle GSX-8T e GSX-8TT è accoppiato a un forcellone in alluminio, mentre le sospensioni sono fornite da KYB. All’anteriore troviamo una forcella da 43 mm, mentre al posteriore è presente un monoammortizzatelaio in acciaiotore con leveraggio progressivo e precarico regolabile. I cerchi da 17 pollici montano pneumatici Dunlop Sportmax RoadSport 2 nelle misure 120/70 davanti e 180/55 dietro.
L’impianto frenante è composto da due dischi anteriori flottanti da 310 mm con pinze radiali Nissin a quattro pistoncini, affiancati da un disco posteriore da 240 mm.
Ecco alcune dimensioni chiave:
Modello | Altezza sella | Interasse | Peso in ordine di marcia | Capacità serbatoio |
GSX-8T | 815 mm | 1.465 mm | 201 kg | 16,5 litri (90%) |
GSX-8TT | 810 mm | 1.465 mm | 203 kg | 16,5 litri (90%) |
LA PROVA SU STRADA
Finito il ripasso entriamo nel cuore della prova, per capire se questa condivisione estrema di componentistica porta ad un comportamento identico a quello della 8S o se, con piccole modifiche, l’esperienza cambia in maniera radicale.
Posizione di guida uguale, ma più comoda
Il triangolo ergonomico sella-pedane-manubrio non differisce tra T e TT e non lo fa nemmeno con la S, un aspetto che non trovo affatto sbagliato dato che la naked Suzuki tra i suoi punti di forza ha proprio la posizione di guida. Sulle neo-retrò la seduta è stata allargata nella parte posteriore e risulta più confortevole grazie al rivestimento in poliuretano ad alta densità, le nuove selle non solo si dimostrano più belle, dunque, ma anche più pratiche. Discorso valido anche per quella del passeggero, specialmente sulla roadster T.
Su entrambe le versioni, nonostante la zona del cavallo si sia allargata, è semplice toccare il terreno: le nuove Suzuki sono adatte sia a chi non supera il metro e settanta, sia per chi è di statura abbondante, e nonostante non siano tra le più leggere del segmento la gestione del veicolo a bassa velocità non rappresenta un problema.
Il motore tra i punti di forza
Il fatto che non sia cambiata nemmeno una virgola in termini di calibratura/rapportatura del motore lascia intendere una cosa: Suzuki era convinta di ciò che aveva in casa e tutti i torti non li ha, dato che tra i punti di forza della 8S c’è proprio il suo bicilindrico. Ovvio, non si tratta di un motore perfetto in termini assoluti, ma c’è davvero tanto di buono. Ad esempio la coppia pastosa e pronta fin da bassi regimi, con medi forti e goduriosi da usare tra le curve, o il funzionamento del cambio quickshifter in salita di rapporto, preciso e piuttosto rapido negli innesti.
Dei tre riding mode a disposizione la mappa B è quella più versatile, addolcisce leggermente l’erogazione ma non perde di carattere ai medi, rendendo l’esperienza di guida più fluida e adatta anche ad una guida più rilassante. In mappa A il motore da il meglio di sé in termini di prontezza e rapidità nella risposta al comando del gas, peccato però che emerga in maniera più avvertibile l’on-off, aspetto migliorabile assieme al funzionamento del blipper quando il motore è basso di giri.
Quasi una naked media tra le curve
Dove la S fa la differenza rispetto alla maggior parte delle sue rivali è nella dinamica di guida, una moto pensata quasi come una naked media, adatta a supportare anche prestazioni superiori rispetto a quelle offerte dal suo propulsore. Il discorso è sovrapponibile anche per le nuove T e TT, non essendo stato modificato nulla dal punto di vista della ciclistica.
Sulle nuove neo-retrò di Suzuki ho ritrovato tutto quello di buono che ho potuto apprezzare ogni volta che ho messo alla frusta tra le curve la sorella dal design moderno: dalla stabilità sul veloce, alla compostezza dell’assetto che non risulta mai troppo scomodo o vago sotto l’effetto dei comandi impartiti, fino al funzionamento dell’impianto frenante.
A voler muovere una critica si potrebbe puntar il dito verso le gomme di primo equipaggiamento che, nei pochi tratti d’asfalto non ottimale, non sempre garantiscono il giusto feeling.
Le differenze tra 8T e 8TT: questione di dettagli
Dunque, entrambe le versioni di naked retrò Suzuki si confermano adatte a chi cerca una moto piacevole da guidare e non solo da guardare, ma tra di loro ci saranno differenze sostanziali? La risposta sincera è no, per lo meno non dal punto di vista dinamico. Le moto si comportano praticamente allo stesso modo, l’unica leggera differenza che ho avvertito nei numerosi chilometri percorsi è che nel guidato la TT è lievemente più fisica quando c’è da spingere sul manubrio, molto probabilmente a causa dell’aggravio di peso dato dal cupolino (1kg), ma si tratta di una differenza appena avvertibile. Ciò che fa la differenza è il comfort della sella per pilota e passeggero, meglio accolti sulla versione 8T.
E quindi, quale scegliere? Qui il gusto estetico, ancor più del solito, fa la differenza: la T è più elegante, la TT ha un animo più corsaiolo… ma solo nell’aspetto. A dirla tutta un altro aspetto che potrebbe fare la differenza c’è, ma lo scoprirete nelle prossime righe.
DATA D’ARRIVO, VERSIONI E PREZZI
Le Suzuki GSX-8T e GSX-8TT versione 2025 saranno disponibili nelle concessionarie a partire da settembre. La GSX-8T verrà proposta in tre varianti cromatiche: Verde Lisbona, Oro Lima e Nero Parigi. La GSX-8TT, invece, sarà offerta in due colorazioni: Nero Dubai con dettagli rossi e gialli, e Verde Rio con accenti dorati e arancioni.
I prezzi partiranno da:
- 10.910 euro per la GSX-8T
- 11.560 euro per la GSX-8TT
Entrambe le versioni saranno disponibili anche in configurazione depotenziata, compatibile con la patente A2. Non mancheranno poi accessori dedicati, come delle borse semi-rigide per affrontare qualche piccolo viaggio, dei sellini monoposto o lo scarico sviluppato il collaborazione con Akrapovic.
LA PROVA IN VIDEO