Logo MotorBox
Comparativa

Sfida naked neo retrò, Kawasaki Z900RS SE o Yamaha XSR900?


Avatar di Danilo Chissalé , il 03/09/23

7 mesi fa - Meccanica moderna e stile retrò per due naked bellisiime da guidare

Kawasaki Z900RS SE o Yamaha XSR900, la sfida tra naked retrò
Meccanica moderna e stile retrò per due naked bellisiime da guidare, si sfidano Kawasaki Z900RS SE e Yamaha XSR900

Siamo sinceri, accontentare i motociclisti di oggi è davvero complicato. Da un lato c’è chi la vuole moderna e tecnologica, dall’altro chi semplice, come in origine. Ma una cosa mette d’accordo tutti, la moto deve essere bella. E qui arriva il difficile, con le naked moderne che sembrano sempre più sbucare dalle pagine di un manga (fatta qualche dovuta eccezione) i motociclisti con qualche capello bianco sulla testa gridano in protesta: tutta questa modernità ha stancato! Per loro in realtà qualche proposta interessante c’è e arriva dritta dal paese del Sol Levante. Da una parte l’eleganza intramontabile della Kawasaki Z900 RS, resa più “spicy” dall’allestimento RS che ne esalta la sportività, dall’altro la Yamaha XSR che sportiva ci nasce, perché s’ispira alle Yamaha 500GP degli anni ’80. Cosa hanno in comune e cosa le differenzia, ma soprattutto qual è la migliore naked retrò? Scopriamolo insieme, dai che si va!

Sfida naked retrò: testa a testa serrato, qual è la migliore? Sfida naked retrò: testa a testa serrato, qual è la migliore?

COME SONO

Con questa tipologia di moto sarebbe facile partire nel descriverle parlando di stile, e siccome la vita è già complessa da sé è proprio da lì che partirò. La Kawasaki Z1 vi dice niente? Se siete tra quelli con il grigio che affiora sulle tempie non potete non ricordarvela, in quegli anni era la moto di serie più veloce. Proprio a lei si rifà nello stile la Z900 RS, sua reincarnazione post moderna. Faro tondo – a LED ovviamente – serbatoio a goccia, qualche bella cromatura qui e lì e alcuni elementi che si omaggiano la progenitrice, come la “duck tail” o la posizione delle lancette del doppio strumento analogico (tachimetro e contagiri), affiancato da un piccolo e discreto LCD per mostrarvi tutte le informazioni di servizio e il livello di controllo di trazione, unica concessione alla modernità. La versione RS (qui la prova singola) della prova gioca con il proverbiale contrasto “black&yallow” – nero e giallo, se preferite l’italiano – ma non si fa mancare una spruzzatina d’oro qui e la… poi scoprirete cosa significa.

Kawasaki Z900RS SE: il design evergreen della quattro cilindri giapponese Kawasaki Z900RS SE: il design evergreen della quattro cilindri giapponese

OUI, JE SUIS PILOTE All’eleganza della Kawa, Yamaha risponde con la sfacciataggine tipica del mondo racing: quelle tonalità di blu/azzurro e i dettagli dorati riportano alla mente la Yamaha Gauloises di Christian Sarron. Per la sua seconda generazione di naked retrò Yamaha si è spostata un decennio più avanti, ha accantonato l’aspetto da Café Racer anni ’70 pur non perdendo quell’aspetto di moto costruita in garage (il programma di personalizzazione della Casa di Iwata si chiama Yard Built, ovvero costruite in cortile) che tanto piace agli amanti del genere. A differenza della Kawasaki l’aspetto è più high tech e la tecnologia qui non manca affatto, tutta l’elettronica deriva direttamente dalla naked moderna MT-09, con tanto di piattaforma inerziale per controllo di trazione e ABS cornering.

Yamaha XSR900 Yamaha XSR900

LA MECCANICA Per entrambe vale un concetto: ok il look retrò ma la base tecnica non può che essere moderna, specialmente se si vuole una moto che abbia prestazioni e caratteristiche di guida del 21° secolo. A fare da donatrici ci pensano la Z900 e la MT-09, con poche modifiche sostanziali. Il cuore della retrò di Akashi è il 4 cilindri in linea da 948 cc, per la XSR il CP3 da 889 cc, ma mentre quello di Yamaha non subisce variazioni, i tecnici Kawasaki hanno addolcito l’indole del loro propulsore, sacrificando la potenza massima in favore di maggior coppia disponibile ai medi regimi, quelli maggiormente usati su strada. Le schede tecniche dicono 119 CV di potenza a 10.000 giri/min e 93 Nm di coppia a 7.000 giri/min per Yamaha, 111 CV e 98,5 Nm di coppia per Kawasaki. Valori simili ottenuti con soluzioni tecniche differenti. Le due moto si distanziano anche quando si parla di telaio e ciclistica

COME VANNO

Sfida naked retrò:Kawasaki Z900RS e Yamaha XSR900 fianco a fianco Sfida naked retrò:Kawasaki Z900RS e Yamaha XSR900 fianco a fianco

La posizione in sella differisce nettamente tra i due modelli, molto legata al passato e allo stile anni ’70 della progenitrice Z1 la Kawasaki, più sportiva – come vuole ricordare la livrea in stile GP500 – la XSR900, con il pilota quasi incastonato tra il serbatoio muscoloso e il “sellone” del passeggero che ricorda i lati B delle moto da competizione. Sulla Z900RS SE si sta comodi, con busto eretto e pedane centrali, sulla Yamaha c’è un carico maggiore sui polsi, ma non si può dire che sia scomoda in senso assoluto. L’altra grande differenza sta nella calzata con il serbatoio, che sulla Z900 è piuttosto pronunciato mentre sulla neo retrò di Iwata è sciancrato, con tanto di incavi per appigliarsi al meglio quando ci si sporge con il busto, adottando uno stile di guida più moderno. Bene l’imbottitura di entrambe le sedute, sulle lunghe percorrenze – che siano a ritmo tranquillo o più sostenuto – non ci sono problemi di indolenzimento, con la Z900 RS SE che si lascia preferire per un quantitativo maggiore di schiumato. Entrambe hanno in comune la trasmissione di qualche vibrazione al manubrio quando si alza il regime di rotazione del motore, con la Yamaha che le trasmette in maniera più percepibile.

VEDI ANCHE



SALGA A BORDO In un epoca fatta di moto in cui il posto a sedere riservato al passeggero è più piccolo e scomodo del sellino di una bicicletta da corsa, XSR e Z900RS offrono ad un eventuale passeggero confort quasi da business class. In senso assoluto non sono le moto che vi consiglierei per affrontare un viaggio in coppia in giro per il mondo, ma la gita fuoriporta, magari anche a medio raggio, la reggono in maniera più che soddisfacente. Non vi tragga in inganno il look quasi da monoposto della XSR900, quel sellone, che è anche elemento di design, accoglie in maniera confortevole. Il passeggero non ha maniglioni a cui appigliarsi ma il serbatoio muscoloso e lungo è facile da raggiungere, lì troverete il vostro porto sicuro. La chicca sono le pedane, sia per il sistema con cui sono realizzate (quasi spariscono alla vista nel codone), sia per il loro posizionamento, il migliore mai provato su una Yamaha che non sia dichiaratamente turistica.

RELAX L’impostazione di guida lascia intendere in anticipo la differente vocazione delle due neo retrò, che hanno nelle corde il dinamismo, ma amano anche farsi ammirare dagli sguardi sognanti quando il loro motori girano sornioni a bassissimi giri di rotazione. Grazie all’impostazione più rilassata, ma anche a un comparto sospensioni più pregiato – specialmente se si parla di mono ammortizzatore – la Z900RS SE sa coccolare tra una curva e l’altra anche quando l’asfalto è rovinato, sfruttando l’incredibile pastosità d’erogazione del suo 4 cilindri in linea, volutamente “sgonfiato” agli alti da parte dei tecnici Kawasaki per guadagnare ancor più corpo ai medio e bassi regimi. La discesa in piega è rotonda, la Z si lascia apprezzare per il suo essere voluttuosa e avvolgente piuttosto che snella e scattosa, pregi che da tempo la caratterizzano. Ottima anche la rapportatura del cambio, che non sarà elettro-assistito come quello della XSR, ma conquista per precisione e rapidità negli innesti, peccato che a lasciare una “ditata” sulla tela immacolata ci sia un marcato effetto on-off nel transitorio tra gas completamente chiuso e prima apertura, avvertibile specialmente a bassa velocità.

Yamaha XSR 900 2022 Yamaha XSR 900 2022

GP DA PASSEGGIO Attenzione però a dare per sconfitta la Yamaha, che avrà sì una più spiccata impostazione sportiva e sospensioni meno abili nel filtrare buche e altri ostacoli, ma dalla sua mette a disposizione incredibile maneggevolezza (eccezion fatta per il poco raggio di sterzo nelle manovre), fluidità e precisione d’erogazione inattaccabili… e a mettere il fiocco ci pensa il cambio elettronico, che anche a filo di gas mette e toglie marce senza esitazioni. Nonostante il maggior carico sull’avantreno da l’idea di essere facile da guidare anche quando si decide di far “cantare” sottovoce il suo motore, e d’altronde i numeri non mentono: è più leggera di quasi 20 kg. Iwata batte Akashi anche dal punto di vista della frenata – eccellente su entrambi gli assi Yamaha, un po’ deludente dietro Kawa – e della dotazione elettronica, che sulla Z900 è volutamente lasciata al minimo indispensabile, mentre sulla XSR non manca nulla, nemmeno il cruise control!

A TUTTA! La Yamaha XSR900 è legata quasi in maniera viscerale alla sua versione “moderna” MT-09, ancor più di quanto Kawasaki non lo sia con la Z900 “Sugomi Style”. Anzi, per certi versi nella guida sportiva pura la neo retrò batte la neo e basta. Il maggior carico sull’avantreno, dovuto alla posizione di guida, e il forcellone più lungo (derivato dalla turistica Tracer 9) fanno in modo che la XSR risulti a sensazione ancor più efficace sul veloce, più stabile e comunicativa ma comunque agile e guizzante, con il tre cilindri pronto a urlare di rabbia ogni qualvolta che chi aziona la manopola del gas lo reputa opportuno. Meno teppista urbano e più corridore smaliziato, proprio come il suo design vuol lasciare intendere. Anche le gomme di primo equipaggiamento Bridgestone S22 aiutano il carattere sportivo ad emergere, decisamente più a tema rispetto a quelle della Kawasaki Z900RS SE, molto tradali ma poco “Special Edition” come dovrebbe fare intendere in linea teorica la sigla riportata nel nome. Peccato che anche di questa Yamaha non faccia una versione SP, con sospensioni ancor più pregiate la Casa di Iwata metterebbe la proverbiale ciliegina sulla torta.

Kawasaki Z900RS SE: ciclistica sinvera per un bel piacere di guida Kawasaki Z900RS SE: ciclistica sinvera per un bel piacere di guida

JOE BAR Ma quindi la Kawasaki è tutto fumo e niente arrosto? Ovviamente no, anche la Z900RS SE in mani giuste può far venire il mal di testa allo smanettone di turno avvolto nella sua tuta di pelle sulla strada che porta al passo. I suoi pregi sono diversi rispetto alla XSR900, ma sono comunque numerosi quando si parla di guida sportiva. Ovviamente si parte dalla ciclistica, con qualche click alle sospensioni la RS SE si trasforma da moto in stile Joe Bar a naked sportiva a tutti gli effetti. Non si ha la classica sensazione di avantreno granitico e super comunicativo – marchio distintivo di Kawasaki – a causa della posizione di guida più eretta, ma per recuperare qualcosa sotto questo aspetto basta caricare con il busto, lavorando sulla postura la moto curva precisa e rimane composta in staccata o accelerazione. A tal proposito, ai medi la castagna del 4 in linea di Akashi è veramente vigorosa, se solo avesse anche l’allungo della versione moderna il cerchio avrebbe trovato la proverbiale quadratura. Delle gomme abbiamo già detto, senza rasentare l’estremo un qualcosa di più sportivo-stradale avrebbe dato il giusto merito alle migliorie introdotte nel comparto ciclistico, ma sta proprio qui la differenza, forse per una volta Kawasaki invece che azzardare ha adoperato una scelta conservativa.

IL VERDETTO

Dopo tutte queste belle parole è tempo di tirare le somme e stabilire quale delle due proposte è la migliore. In termini assoluti, come completezza di pacchetto (stile, finiture, sensazioni e dotazione) la Yamaha XSR900, nonostante sia meno pregiata come componentistica, la XSR ci ha convinto di più e vince di ''corto muso'' sulla Kawasaki Z900RS. La retrò di Akashi ha un prezzo di listino più alto ma offre di meno in termini di rapporto dotazione prezzo, specialmente dal punto di vista della dotazione elettronica, ma anche nel piacere di guida. Dalla sua avrebbe la maggior fedeltà allo stile tradizionale, aspetto ricercato da molti appassionati del genere e proprio l'estetica, più delle performance, fa pendere secondo loro fa pendere l'ago della bilancia verso di lei al momento dell'acquisto.

SCHEDE E PREZZI

KAWASAKI Z900RS SE
Motore 4 cilindri in linea, Euro5
Cilindrata 948 cc
Potenza 111 CV a 8.500 giri/min
Coppia 98,5 Nm a 6.500 giri/min
Peso 215 kg o.d.m.
Prezzo 14.790 euro
YAMAHA XSR900
Motore 3 cilindri in linea CP3, Euro 5
Cilindrata 889 cc
Potenza 119 CV a 10.000 giri/min
Coppia 93 Nm a 7.000 giri/min
Peso 193 kg o.d.m.
Prezzo 11.599 euro

Pubblicato da Danilo Chissalè, 03/09/2023
Tags
Gallery
Vedi anche