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Prova

Aprilia Mana GT


Avatar Redazionale , il 18/06/09

14 anni fa - Carena, borse e cambio automatico possono andare d'amore e d'accordo? Aprilia crede di sì e la Mana GT lo conferma. Una turista perfetta che ci ha fatto affrontare le Dolomiti... solo con il gas.

Carena, borse e cambio automatico possono andare d'amore e d'accordo? Aprilia crede di sì e la Mana GT lo conferma. Una turista perfetta che ci ha fatto affrontare le Dolomiti... solo con il gas.

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COM'È Se Aprilia ha avuto il merito di provare per prima a rompere il tabù della moto automatica, non si può dire che il mercato abbia recepito perfettamente questa innovazione. Di Mana in giro non se ne vedono molte (363 pezzi venduti nel 2008), e questo mi dispiace, perché la Mana è un'ottima moto, brillante, facile, comoda (soprattutto per il vano sotto il serbatoio) e con una certa propensione ai viaggi.

OFFERTA DOPPIA Aprilia crede molto in questo progetto e, come ogni buon giocatore, in un momento di difficoltà del mercato non lascia ma raddoppia l'offerta. Proprio per sottolineare la capacità di Mana di essere moto poliedrica e adatta anche al turismo, arriva sul mercato la versione GT, in listino a 10.550 ? franco concessionario, ABS compreso.

SEMI, MA ABBONDANTE La sigla GT non lascia spazio a dubbi, questa Mana con il vestito corto si rivolge ai motociclisti che la moto la utilizzano non solo per il commuting ma anche per affrontare viaggi di un certo impegno. La semicarenatura è, in questo caso, piuttosto abbondante per dare la sensazione di protettività già al primo colpo d'occhio.


PLEXIGLAS PER DUE Il plexiglass avvolge lo stesso faro della versione nuda (quando si dice l'economia di scala eh…) e offre anche la possibilità di regolare su due posizioni per trovare il livello di protezione più adatto a ciascun pilota. Cupolino a parte, la Mana GT riceve anche qualche modifica di dettaglio che ne sottolinea l'indole da moto macina chilometri.

SI REGOLA CON IL POMELLO L'ammortizzatore, sempre montato in posizione laterale, offre la comoda regolazione del precarico tramite il classico pomello. Nessuna modifica invece alla forcella, che resta da 43 mm non regolabile. Secondo quanto dichiarato dai tecnici, nuove piastre forcella, però, portano a misure vitali leggermente differenti rispetto alla naked. Aumenta l'offset dello sterzo (da 30 a 33,5 mm) e cala l'avancorsa da 105 a 101 mm, questo evidentemente per riguadagnare quel pizzico di agilità che la Mana GT perde rispetto alla Mana normale a causa della carenatura. Invariati invece interasse (1.439 mm) e inclinazione cannotto (24°)

UGUALE ALLA NUDA Niente cambia per il resto, le caratteristiche sono del tutto simili alla Mana standard. Il motore è lo stesso bicilindrico 839 cc a V di 90° capace di 76 cavalli a 8.000 giri e con una coppia di 73 Nm a 5.000 giri. La sua particolarità, come noto, sta tutta nel cambio Sport Gear. In pratica un variatore automatico a gestione elettronica che consente differenti modalità di funzionamento.


TRE MAPPE Tre le modalità di funzionamento disponibili per la guida in automatico: Sport, Touring e Rain, che modificano il comportamento del variatore secondo le esigenze di chi guida. Chi al cambio proprio non sa rinunciare può scegliere la funzione Sport Gear, che offre la possibilità di innestare a piacimento i 7 rapporti disponibili tramite una coppia di bottoni sul manubrio o tramite il classico pedale del cambio.

VANO DAVANTI, BENZINA DIETRO Anche sulla GT troviamo poi il vano portacasco al posto del serbatoio (il vero serbatoio, da 16 litri è sotto la sella). Ci sta un casco integrale, e al suo interno c'è anche la presa di corrente per ricaricare il telefonino. Uno spazio comodo che ora può essere aumentato con le borse laterali offerte in optional (anche il quasi necessario cavalletto centrale è offerto in optional) che rendono la Mana GT pronta ad affrontare qualsiasi viaggio.

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COME VA A tutti coloro che pensano che la cambiata sia il succo dell'andare in moto consiglio di farsi un giro con la Mana. Aprilia ha scelto un percorso perfetto per farci capire quanto una moto come questa possa essere interessante se valutata in ottica turistica. Così se per la Mana "nuda" siamo andati in città, con la GT ci siamo sciroppati tre passi alpini di quelli giusti (Falzarego, Valparola e Gardena) guidando in uno degli scenari naturali più belli che si possano immaginare: le Dolomiti.

LE STRADE DA MOTO Su queste strade si riversano ogni estate milioni di moto, molte sono semicarenate proprio come la Mana GT, un genere che piace molto nel Nord Europa perchè unisce la sportività alla protettività. Bene, in questo scenario la Mana GT ha fatto davvero una gran figura, dimostrando che al di là dell'assenza della leva della frizione, è una moto vera e una turistica eccellente.


SOLO DI GAS La Mana è una buona moto, ha una posizione in sella azzeccata, confortevole e al tempo stesso di buon controllo. Potevo usarla in sequenziale, ma ne ho fatto subito a meno, imponendomi di usare il cambio solo in modalità automatica (come sulla naked, la mappa touring è la migliore e la più equilibrata, troppo moscia la rain, troppo aggressiva e con il motore su di giri la Sport) per capire se anche su queste strade qualcosa del piacere di guida motociclistico potesse venire meno. Il risultato è stato che mi sono risparmiato almeno un centinaio di cambiate ma mi sono goduto queste strade come se fossi stato in sella ad una moto del tutto normale. Anzi ancor di più..

NIENTE CAMBIO, STESSO GUSTO La Mana GT, insomma, nulla toglie al gusto di guida. Ha un bel telaio, un comportamento efficace e soprattutto ha l'uovo di Colombo nella possibilità di scalare marcia quando ci si avvicina ad una curva anche se si sta guidando in automatico. Questa è la soluzione più geniale che si possa trovare su un mezzo automatico, apprezzabile soprattutto in discesa quando per esempio ci si avvicina a un tornante.

AUTOSCALATA Con il pulsante o la leva del cambio si scalano un paio di marce, e il comportamento è simile a quello di un cambio normale, si ha insomma la sensazione di una scalata vera, salvo poi tornare in automatico appena si riapre il gas.


MOTORE PIENO Grazie a questa possibilità guidare la Mana GT per le montagne è stato davvero piacevole. Il motore ha una ottima disponibilità di coppia e anche in salita si viaggia che è una bellezza. E' indubbio che non dover essere sempre attaccati a cambio e frizione porta ad un maggiore relax di guida.

PIÙ ROTONDA, MENO GUIZZANTE La ciclistica della Mana mi era piaciuta molto, questa della GT è una conferma anche se l'arrivo della carenatura ha portato a una maggiore inerzia nel rispondere ai comandi del pilota. In poche parole se la Mana è molto reattiva a cambiar direzione, la GT richiede invece maggior tempo, è più rotonda, meno scattante, e la forcella (che ha mantenuto lo stesso setting della nuda) accusa un po' il peso maggiore che la carica, schiacciandosi un po' troppo in alcuni frangenti e mostrando un'idraulica poco consistente. Forse avere un setting più rigido non sarebbe stato male.


BORSE IN ALTO Anche le borse laterali (montate un po' in alto) contribuiscono all'aumento dell'inerzia della moto, anche se va detto, il ritmo tenuto in certi tratti di strada era tutt'altro che turistico. Promossa invece la carenatura, non sarà la più bella del mondo ma è molto efficace. Non mi piace invece, ma questo lo avevo anche già scritto, il tappo del serbatoio sotto la sella che fa "troppo scooter" e che costringe l'eventuale passeggero a scendere per fare rifornimento. Un tappo laterale come su certe BMW mi sarebbe piaciuto di più.

ABS OK, COMANDI SPUGNOSI Chiudo invece con i freni. Potenza ce n'è e anche modulabilità, e sulle lunghe discese dei passi, complice anche il freno motore che qui c'è davvero, si sono dimostrati instancabili. Inoltre l'ABS mostra di essere poco invasivo e di avere una soglia d'intervento piuttosto alta. Migliorabile invece il feeling ai comandi che sono un po' spugnosi. Va detto anche però che la spugnosità cambiava da moto a moto (qualche spurgo non perfetto?) per cui su questo conto di tornare quando riavremo una mana GT in redazione per una prova completa.


Pubblicato da Stefano Cordara, 18/06/2009
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