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Moto da sogno

Tamburini T12 Massimo, l'ultimo capolavoro


Avatar di Andrea  Rapelli , il 09/05/16

7 anni fa - Il testamento spirituale di Massimo Tamburini

La T12 Massimo è il testamento spirituale di Massimo Tamburini

IL MAESTRO Passione, determinazione, umiltà. Ce l'ha scritto nel dna – oltre che sul codone – la T12 Massimo, capolavoro post mortem del geniale Massimo Tamburini. Figura quasi mitologica del motociclismo moderno, che vale un approfondimento.

BEI TEMPI Un uomo, per chi non sapesse, che ha creato dal nulla la Bimota in quel di Rimini. Tenace, appassionato, umile. Nel 1985 arriva la consacrazione: Massimo viene chiamato dai fratelli Castiglioni per lavorare alla Cagiva, che aveva appena acquistato Ducati. Sua è la Paso e nelle Ducati 888, 851 e 916/996 c'è ben più del suo zampino.

F4 E BRUTALE A metà Anni '90, Tamburini ha un bell'asso nella manica: una rivoluzionaria supersportiva, che avrebbe odvuto riportare la Cagiva nel Mondiale Superbike. Castiglioni, però, decide di rilanciare MV Agusta. Al progetto vengono quindi cambiati un po' di connotati ma, alla fine, ciò che ne esce è un'altra moto da Hall of fame: la MV Agusta F4. Che, a sua volta, darà i natali alla Brutale.... Mica quisquilie.

MICHELANGELO Il Michelangelo delle moto, come è stato soprannominato, lascia questa terra il 6 aprile del 2014: il suo testamento spirituale arriva due anni dopo e si chiama T12 Massimo. Una sportiva no-compromise, che Tamburini iniziò a progettare negli ultimi anni di vita.

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IN NOME DEL FIGLIO Poi, il destino ha voluto che Massimo non riuscisse a vedere la sua ultima moto, il suo sogno, su strada. Ci ha pensato il figlio Andrea, che ha portato a termine l'ambizioso progetto del padre. Dovete dire grazie a lui se la T12 è diventata realtà.

MOTORE BMW Una moto che unisce forma e funzione, la T12. Cattiva nel look, con fibra di carbonio a profusione, cattiva nella sostanza. L'unico elemento già noto è il motore, il quattro cilindri della BMW S1000RR, per l'occasione portato ad oltre 230 cv all'albero. Il resto è innovativo, sorprende.

ACCIAIO E MAGNESIO Sto parlando, ad esempio, del telaio a traliccio in acciaio con meccanismo (brevettato) che permette di variare la rigidezza trasversale (nonché le quote fondamentali) senza modifiche alla struttura. Ma nella T12 c'è anche tanto magnesio: sul cannotto di sterzo, sulle piastre che ancorano il motore al telaio nella parte posteriore, nel forcellone monobraccio, nel mozzo di sterzo e nel perno ruota posteriore.

PRELIBATEZZE Anche i cerchi sono in magnesio, ma forgiato. Non manca nemmeno l'Ergal ricavato dal pieno, nonché pregiate sospensioni Öhlins GP, con il mono tarato su specifiche precise del Maestro e freni Brembo arrivati direttamente dalle corse. Il tutto per un peso a secco di circa 154,5 kg. Proprio come voleva Massimo, che ha curato personalmente, finché ha potuto, tutta l'ingegnerizzazione del suo sogno. Che, come nella più bella delle favole, è diventato realtà.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 09/05/2016
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